Seconda fermata progetto BUS: Un tavolo di governance per contrastare lo sfruttamento lavorativo. Studio, scoperta e intraprendenza: il toolkit per conoscere e contrastare uno dei mali dei tempi moderni.

All’interno del Tavolo di Governance dedicato dello sfruttamento lavorativo sta portando avanti le proprie attività un gruppo di operatori/ricercatori che oltre a osservare il fenomeno del lavoro sommerso nell’area della piana di Lamezia Terme si occupa di fornire supporto alle vittime.

La tematica dello sfruttamento lavorativo, secondo il percorso attivato, è rappresentabile attraverso una serie di declinazioni: la prima coincide con le attività di mappatura dei bisogni che viene effettuata grazie al lavoro dell’unità di strada; la seconda coincide con l’attività di studio e ricerca del fenomeno; la terza coincide con il lavoro di assistenza delle vittime che si effettua in rete con gli Enti preposti a tale ambito.

Si agisce in prossimità dei grandi centri di accoglienza, luoghi considerati come punti di raccolta della manodopera da sfruttare e da condurre nei cantieri o nei campi.

L’area presso cui si realizzano le attività coincide con quella tirrenica tra Lamezia ed il confine con la Provincia di Cosenza, poiché lì è presente un Centro ex Emergenza Nord – Africa, rimasto ancora occupato e popolato da molte persone che continuano a viverci stabilmente o perlomeno a tornarci periodicamente a causa del problema del rinnovo dei permessi di soggiorno.

L’unità di strada abitualmente fa le proprie uscite una volta a settimana per conoscere le persone e le loro situazioni di disagio più o meno collegate con la tematica dello sfruttamento lavorativo, poiché possono esservi strettamente collegate o indirettamente influenzate.

Risulta essere fondamentale il contatto diretto, poiché, con una certa frequenza, si è riscontrata l’eventualità che le persone che si incontrano si avvicinino per avere informazioni in relazioni ai loro diversificati stati di bisogno (sanitario, legale, etc.) e a partire da questo primo contatto si innescano nella conversazione dinamiche che fanno emergere alcune delle caratteristiche del fenomeno dello sfruttamento lavorativo, consentendo in questo modo di allargarne la conoscenza.

In questi primi mesi, grazie al progetto Bus, ci si è occupati di alcune denunce e richieste di intervento effettuate dall’Ispettorato del Lavoro attivate in seguito ad alcuni eventi di infortunio sul lavoro, di mancati pagamenti oltre che di gravi situazioni di sfruttamento lavorativo, in seguito ai quali ci sono dei procedimenti in corso.

Il cambiamento riscontrato rispetto alla situazioni iniziale, precedente al nostro intervento, ha un duplice volto: quello dell’avere un nuovo punto di riferimento per le persone vittime di sfruttamento e quello introspettivo interno a noi operatori che siamo entrati in contatto con un fenomeno invisibile e che credevamo completamente sfuggente.

Essere lì nei luoghi dello sfruttamento settimanalmente ed essere un punto di riferimento per queste persone è molto importante, poiché nel loro isolamento da reti amicali o dall’abbandono da parte dell’istituzioni si trovano a non conoscere i percorsi di tutela e le opportunità alle quali possono accedere.

Tuttavia, si è ancora all’inizio di un percorso lungo che necessita di un tempo più lungo per mostrare i propri effetti. Il punto di forza di questo segmento del Progetto Bus coincide con il lavoro di rete con le altre organizzazioni che hanno maggiore contezza delle problematiche sanitarie, di quelle dell’accoglienza, di quelle legali.

L’approccio metodologico è quello dell’osservazione e dello studio del fenomeno da effettuarsi in team per conoscere meglio gli sviluppi sia all’interno che all’esterno del territorio di riferimento.

 

 

 

 

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