Ex discarica Vergine, Gentile: “Situazione ambientale gravissima”
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l presidente di Attiva Lizzano: “Inaccettabile riaprire un sito ancora inquinante: un oltraggio alla salute e al territorio”
Con la nota n. 1143 del 13 gennaio 2025, il 5° Settore Pianificazione e Ambiente della Provincia di Taranto aveva sospeso ogni decisione sul PAUR (Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale) per la discarica ex Vergine, in attesa della documentazione richiesta alla società Lutum. Pochi giorni fa, è stato pubblicato un corposo fascicolo di 62 documenti che, già da una prima analisi, ha sollevato numerose criticità.
Secondo quanto denunciato da Giovanni Gentile, presidente di Attiva Lizzano, dopo circa sette anni la Lutum non ha ancora completato le misure di Messa in Sicurezza di Emergenza, con pesanti conseguenze per la falda acquifera e per le matrici ambientali circostanti.
“Dall’analisi del documento “E.2 Studio di impatto ambientale” emergono carenze gravi: è ancora in corso il rifacimento della rete di raccolta e trattamento delle acque piovane; non è stata avviata la copertura dei rifiuti trasferiti nella zona est della vasca B; manca il controllo dell’impermeabilizzazione della stessa vasca; è ancora in corso il ripristino della rete di raccolta del percolato delle vasche A e B”.
“Movimentare circa 79mila tonnellate di rifiuti senza adeguati presidi espone la popolazione a impatti odorigeni insostenibili”, ha osservato Gentile, riferendosi alle numerose segnalazioni di molestie olfattive trasmesse all’ARPA Puglia.
“Criticità emergono anche dallo “Studio ricadute al suolo rev. 1”, ritenuto insufficiente perché basato su dati statistici al 50° percentile, anziché al 90°, impedendo una corretta valutazione dell’impatto degli inquinanti atmosferici. Le sostanze disperse nell’aria possono entrare nella catena alimentare, con rischi gravi per la salute umana”, ha sottolineato Gentile.
“Nel documento “Studio Odori_rev.1” mancano valutazioni sull’intero sito, nonostante l’intenzione di riaprire anche le vasche D, E e F. Non è stata inoltre effettuata alcuna analisi sull’acido solfidrico (H₂S), principale causa delle molestie olfattive lamentate dai cittadini”.
“Le analisi dei pozzi spia Lpz-M e Lpz-Dx rivelano superamenti allarmanti dei limiti per manganese (fino a sette volte il consentito), nitrati e tetracloroetilene, quest’ultimo sostanza cancerogena riscontrata in valori doppi rispetto al limite normativo”.
“In queste condizioni si pensa di riaprire una discarica che continua a inquinare e a soffocare la popolazione, mentre è ancora in corso un processo penale per disastro ambientale, con il P.M. che ha già chiesto la condanna degli imputati”, ha evidenziato Giovanni Gentile.
“Si tratta di una vera follia giuridica che viola il diritto delle attuali e future generazioni a vivere in un ambiente sano, come sancito dall’articolo 9 della nostra Costituzione”, ha concluso il presidente.
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