Discarica ex Vergine, sette anni di attese e promesse mancate: Attiva Lizzano denuncia gravi criticità nella documentazione della Lutum

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DOCUMENTI CHE PREOCCUPANO/LIZZANO

La documentazione presentata da Lutum per il rilancio della ex discarica Vergine evidenzierebbe criticità ambientali e interventi incompleti. L’associazione Attiva Lizzano solleva gravi dubbi su rischi per la salute e l’ambiente

LIZZANO –  Sette anni dopo l’acquisizione della ex discarica Vergine, la società Lutum non avrerbbe ancora completato gli interventi di messa in sicurezza previsti, nonostante la procedura autorizzativa per la sua riapertura sia entrata in una fase cruciale. Lo dimostra la recente pubblicazione di una mole imponente di documenti – ben 62 – presentati nell’ambito del PAUR (Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale). Ma, alla prova dei fatti, i contenuti sollevano più dubbi che certezze: dagli interventi tecnici incompleti alle analisi ambientali considerate insufficienti, fino a dati allarmanti sulla qualità delle acque sotterranee nei pressi dell’impianto. A denunciarlo è Giovanni Gentile, presidente dell’associazione Attiva Lizzano, che ha partecipato con proprie osservazioni alla Conferenza dei Servizi convocata dalla Provincia di Taranto.

Il cuore del problema sta nei ritardi e nelle omissioni, che si sommano a una situazione ambientale già compromessa. “La Lutum – osserva Gentile – non ha ancora completato le misure di messa in sicurezza di emergenza previste sin dal sequestro del sito nel 2014. Questo significa che la falda acquifera continua a essere esposta a contaminazioni. Non si tratta di valutazioni ipotetiche, ma di dati contenuti nei certificati analitici redatti dalla stessa società”. I pozzi di monitoraggio Lpz-M e Lpz-Dx, ad esempio, mostrano concentrazioni di manganese fino a sette volte il limite di legge, nitrati oltre il doppio del valore consentito e, in alcuni casi, la presenza di tetracloroetilene, un solvente industriale riconosciuto come cancerogeno.

Tra gli aspetti più controversi c’è anche lo studio sulle ricadute al suolo, considerato da Attiva Lizzano “assolutamente inadeguato” perché basato su medie statistiche troppo basse per valutare con precisione gli impatti atmosferici. “Utilizzare il 50° percentile significa sottostimare il rischio – spiega Gentile – mentre servirebbe almeno il 90°, proprio per intercettare le condizioni più critiche in termini di inquinamento dell’aria e ricadute al suolo. È proprio in quelle condizioni che si producono i maggiori danni per la salute umana e l’ambiente”.

Anche lo studio sulle emissioni odorigene lascia molte perplessità. “Si fa riferimento solo alle vasche B e C, ignorando completamente le vasche D, E ed F che rientrerebbero nell’area oggetto di intervento – sottolinea Gentile – e non viene fatta alcuna valutazione sull’idrogeno solforato, il principale responsabile delle molestie olfattive segnalate da anni dai residenti”. A questo si aggiunge la mancata realizzazione del rivestimento con telo impermeabile nella zona est della vasca B, intervento fondamentale per evitare la produzione di percolato e l’attivazione del sistema di raccolta del biogas.

Tutto questo accade mentre sono ancora in corso i lavori di manutenzione straordinaria della rete di raccolta delle acque meteoriche e del percolato, operazioni che avrebbero dovuto essere concluse da tempo, e mentre prosegue il massiccio spostamento di rifiuti interni – circa 79mila tonnellate – senza adeguati presidi per contenere l’impatto odorigeno sulle abitazioni circostanti.

A preoccupare ulteriormente è il contesto giudiziario: la discarica è al centro di un processo per disastro ambientale, giunto ormai alle battute finali, con la richiesta di condanna per tutti gli imputati da parte della Procura. “In questo scenario, pensare di autorizzarne la riapertura è una scelta incomprensibile – afferma Gentile – Siamo davanti a una struttura che inquina anche da chiusa, che continua a impattare sulla qualità dell’aria e che rende impossibile la vita ai cittadini della zona. I dati scientifici parlano chiaro: qui si sta giocando una partita pericolosa, sulla pelle delle persone e in violazione dei principi costituzionali di tutela dell’ambiente”.

Una partita in cui la posta in gioco non è solo il futuro del sito, ma quello di un intero territorio che ancora attende risposte credibili e azioni concrete.


Discarica ex Vergine, sette anni di attese e promesse mancate: Attiva Lizzano denuncia gravi criticità nella documentazione della Lutum
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