Discarica ex Vergine: la Provincia ha pubblicato la nuova documentazione presentata dalla LUTUM per riaprire il sito

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Lizzano Taranto – Con la nota di trasmissione n. 1143 del 13.01.2025 del verbale della Conferenza dei Servizi (CdS), il 5° Settore Pianificazione ed Ambiente della Provincia di Taranto aveva rinviato ogni decisione sul PAUR (Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale) per la discarica ex Vergine fino all’invio da parte della Lutum di tutta la documentazione necessaria emersa “in sede di CdS e nelle richieste dei pareri e note”, tra cui quelli di Attiva Lizzano. Pochi giorni fa è stata pubblicata la corposa documentazione (62 documenti e centinaia di pagine). Tuttavia, già da una prima lettura, sono emerse molte criticità soprattutto perché dopo circa 7 anni, la Lutum (proprietaria della discarica dal 2018) non ha ancora completato le misure di MISE (Messa in Sicurezza di Emergenza), con tutto quello che questo comporta per la falda acquifera e le altre matrici ambientali.

Non solo. Leggendo il documento “E.2 Studio di impatto ambientale”, a pagina 45 si apprende che:

1) è ancora in fase di esecuzione la manutenzione straordinaria e revamping (l’operazione di rifacimento e ristrutturazione degli impianti) della rete di raccolta, trattamento e scarico delle acque piovane; 2) non è stata ancora avviata la copertura con telo di HDPE termosaldato dei rifiuti trasferiti nella zona EST della vasca B, al fine di impedire la formazione di percolato e consentire la realizzazione e attivazione della rete di raccolta e recupero del biogas; 3) non è stato ancora avviato il controllo dell’impermeabilizzazione della porzione di vasca B dove erano accantonati i rifiuti trasferiti ora in zona EST della stessa vasca; 4) è ancora in fase di esecuzione il ripristino della rete di raccolta del percolato di entrambe le vasche A e B.

Tale enorme spostamento dei rifiuti (ne sono state movimentate circa 79 mila tonnellate), bisogna dirlo, deve essere condotto con tutti i presidi di sicurezza per minimizzare gli impatti odorigeni (la puzza) per le popolazioni che vivono a ridosso della discarica (infatti, proprio nell’ultimo periodo, i cittadini continuano ad inviare numerose segnalazioni per molestie olfattive ad ARPA Puglia).

Per quanto riguarda il documento “Ap.4 – Studio ricadute al suolo_rev. 1”, che richiama anche le integrazioni richieste da ARPA Puglia nel parere prot. n. 89976 del 10.12.2024, è da ritenersi assolutamente insufficiente perché basato su dati statistici troppo bassi (50° percentile), mentre sarebbe stato necessario almeno al 90° percentile, in quanto solo così permetterebbe di identificare valori più significativi sulla produzione dell’inquinamento atmosferico legato alla discarica. Infatti, una volta rilasciati in atmosfera, gli inquinanti possono essere trasportati anche per lunghe distanze da venti e correnti, per poi depositarsi sul suolo in diverse forme, come polveri, gas, aerosol e. l’inquinante che ricade sul suolo ha effetti negativi sull’ambiente e sulla salute umana, potendo anche entrare nella catena alimentare e danneggiare la salute umana.

Nel documento“Ap.3 Studio Odori_rev.1”, invece, lo studio tiene conto solo delle emissioni odorigene derivanti dalle vasche B e C e non dell’intero compendio che si vorrebbe riaprire, in quanto non vengono considerate le vasche D, E, F e, cosa ancor più grave, non viene espressa nessuna valutazione tecnica sul gas che causa proprio le molestie olfattive, cioè l’acido solfidrico (H2S).

Va anche evidenziato che nelle campagne analitiche avviate dalla Lutum ci sono ben 19 certificati di analisi che riportano grosse criticità sui pozzi spia Lpz-M e Lpz-Dx nei dintorni della discarica in cui ci sono gravi superamenti delle soglie previste per il manganese (metallo pesante), con valori fino a 7 volte più alti del limite normativo, per i nitrati, tipico tracciante di percolato da discarica, fino a 2 volte oltre il limite (50mg/l) e, soprattutto in più di qualche caso è stato rilevato un inquinante tipico di origine industriale, il Tetracloroetilene, cancerogeno, in un caso con un valore doppio del limite previsto.

In queste condizioni si vorrebbe riaprire una discarica che non solo inquina la terra, ma già da chiusa, invade l’aria con i suoi olezzi tanto da costringere i cittadini della zona, in alcuni momenti, addirittura a tapparsi in casa. Questo mentre volge alle battute finali il processo penale per disastro ambientale (il P.M. ha già chiesto la condanna per tutti gli imputati) per una discarica sostanzialmente abbandonata a se stessa, dopo essere stata sequestra nel 2014 dalla Magistratura penale.

Una follia giuridica che toglie l’aria per respirare ai cittadini e a quelle future generazioni (teoricamente) tutelate dall’art. 9 della nostra Costituzione.

Nota stampa avv. Giovanni Gentile

Articolo al link:

https://oraquadra.info/2025/04/29/discarica-ex-vergine-la-provincia-ha-pubblicato-la-nuova-documentazione-presentata-dalla-lutum-per-riaprire-il-sito/