Discarica ex Vergine, Attiva Lizzano: “Troppe criticità irrisolte”
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È stato pubblicato il verbale della seconda Conferenza di Servizi, tenutasi lo scorso 3 luglio, relativa alla richiesta della società Lutum di rilascio del PAUR (Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale), finalizzato alla riattivazione della discarica ex Vergine, situata nell’isola amministrativa del Comune di Taranto.
Per la prima volta in quindici anni di mobilitazione, è stata registrata la presenza del Presidente della Provincia di Taranto, Gianfranco Palmisano, che ha dichiarato di condividere le ragioni di contrarietà espresse dai sindaci e ha richiamato la validità della delibera consiliare provinciale contraria alla riapertura, mai revocata e dunque ancora vigente.
Nel verbale si segnala anche che l’Ufficio di Presidenza provinciale ha trasmesso agli atti le osservazioni di diverse associazioni, tra cui Attiva Lizzano, partiti e cittadini, al fine di garantirne la valutazione. Tuttavia, su sei sindaci convocati, erano presenti solo i primi cittadini di Lizzano e Fragagnano. Non erano invece presenti Regione Puglia, AGER e altri enti rilevanti.
Le osservazioni tecniche, giuridiche e ambientali di Attiva Lizzano – giunte alla sesta edizione – sono state condivise anche da amministrazioni non direttamente coinvolte, come Grottaglie e San Marzano di San Giuseppe, e illustrate nel corso di un incontro con la Provincia lo scorso 16 giugno.
Durante la Conferenza, la società Lutum ha comunicato che lo spostamento dei rifiuti dalla vasca B alla vasca A è stato completato e che il telo di fondo della vasca B non ha presentato lacerazioni. Inoltre, ha chiesto 90 giorni di tempo per fornire riscontro tecnico completo, in attesa del parere di ARPA Puglia, atteso entro il 15 luglio. L’impresa ha anche dichiarato che i lavori di messa in sicurezza di emergenza (MISE) e prevenzione (MIPRE), avviati sette anni fa, dovrebbero essere completati in questo arco temporale.
Tuttavia, il verbale evidenzia gravi criticità ambientali e documentali, rilevate dal dirigente del settore Pianificazione e Ambiente della Provincia, Gianfranco Polignano. Tra queste, la mancata adozione dei percentili più elevati per rappresentare le condizioni di esposizione peggiori nello Studio Odori, l’assenza di una valutazione specifica sull’idrogeno solforato (H₂S), e l’inadeguatezza dello studio sul flusso di falda, datato 2020 e in contrasto con analisi precedenti.
Di fronte a questi elementi, Attiva Lizzano sottolinea la necessità che le decisioni siano prese con piena coscienza e nel prioritario interesse della salute pubblica e dell’ambiente, chiedendo che il futuro del territorio venga tutelato a beneficio delle generazioni presenti e future.
Per ora, ogni determinazione è stata rinviata a data da definirsi, in attesa dell’elaborazione dei pareri e dell’esame della documentazione. Ma il fronte civico e tecnico resta vigile.
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