Discarica ex Vergine, Attivalizzano: “La Lutum non ha le carte a posto e rischia di compromettere i voli dall’aeroporto Arlotta”

Taranto Today |

Nuovo intervento dell’associazione ambientalista, “l’emissione di gas tossici o maleodoranti (come l’acido solfidrico) comprometterebbero la qualità dell’aria per i passeggeri e il personale impiegato all’aeroporto”

LIZZANO – “La Lutum ha le carte a posto”. Secondo l’associazione ambientalista Attivalizzano è questo il “mantra” che “da circa tre anni ci sentiamo ripetere da quando la Lutum srl ha presentato istanza di AIA, prima, e di PUAR, dopo”, per poter riattivare la discarica ex Vergine situata in località Palombara, isola amministrativa del Comune di Taranto, ma a due passi da Fragagnano, Lizzano, Monteparano, Faggiano e Roccaforzata.

Invece, leggendo la corposa documentazione agli atti, “si scopre che le cose stanno in maniera completamente diversa, tant’è che assistiamo a un ulteriore rinvio della decisione definitiva sul destino della discarica da parte dell’Ente Provincia proprio perché quelle carte, seppur numerose non sono per nulla a posto”.

“In primis non si può non considerare l’impeccabile parere dell’ARPA Puglia in conferenza dei servizi e tra le tante criticità evidenziate spicca la questione dell’argilla utilizzata come barriera naturale impermeabile da posizionare sul fondo della discarica per prevenire la contaminazione del suolo e delle falde acquifere. Questo materiale deve avere delle precise caratteristiche per poter svolgere la sua funzione isolante, tra queste la principale è una bassa permeabilità (10-7 cm/s), deve essere stesa in strati e compattata per garantire una tenuta idraulica ottimale in quanto serve a contenere i percolati (liquidi prodotti dalla decomposizione dei rifiuti), evitando che raggiungano le falde per il loro carico di inquinanti”.

“Proprio sull’argilla utilizzata, l’Arpa fa presente che la Lutum non è stata in grado di fornire nessuna informazione né sulla volumetria da movimentare per la discarica né sulla sua origine, soprattutto in virtù del fatto che, come dichiara la stessa Lutum, l’argilla proviene da località fuori zona”.

“Inoltre, inizialmente l’Impresa aveva dichiarato un volume di argilla di 42.000 m3 già in sito, ma dai rilievi satellitari del giugno 2024, confrontati con quelli del marzo 2025, il materiale non risulta più presente e quindi come può la Lutum utilizzare l’argilla per la realizzazione di una barriera naturale se questa non esiste?”.

“Per quanto concerne i risultati delle analisi delle acque di falda, l’ARPA evidenzia che è stato rilevato il superamento delle CSC (Concentrazioni Soglia di Contaminazione) per ferro e manganese, ma soprattutto del tetracloroetilene, quest’ultimo neanche menzionato dalla Lutum, malgrado sia un inquinante organico di origine industriale addirittura cancerogeno”.

“Questo composto pericoloso per la salute umana è una specie di impronta digitale che indica un inquinamento di origine industriale e l’unica attività di questo genere è quella della discarica, in quanto detti inquinanti sono caratteristici dei fanghi e, se vengono smaltiti senza trattamento adeguato, hanno effetti dannosi molto pesanti per l’ambiente e le popolazioni locali”.

“Tuttavia la vera novità di questa Conferenza di Servizi è che l’ARPA Puglia ha chiesto e ottenuto di  coinvolgere anche l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC) nel procedimento amministrativo in corso per il PAUR e quindi sarà convocato al tavolo della prossima Conferenza dei Servizi”.

“La questione posta è molto importante perché la discarica ricade nella “zona di buffering aeroportuale” (cioè interferisce con l’aeroporto Arlotta di Grottaglie) e questa dovrebbe essere un’area cuscinetto, cioè uno spazio circostante l’area operativa di un aeromobile da utilizzare per garantire la sicurezza in caso di incidenti o emergenze. In altre parole, questa zona permette all’aeromobile di atterrare o decollare  in sicurezza o di terminare il volo in modo controllato in caso di perdita di controllo del mezzo. Una discarica così grande, come quella in progetto, si troverebbe all’interno di questa zona di buffering aeroportuale e attrarrebbe la fauna selvatica, in particolare uccelli, che potrebbero causare i cosiddetti bird-strike (collisioni con aeromobili) e interferire con le rotte di volo ogniqualvolta, ad esempio, l’attività chimica dei rifiuti abbancati producesse fumi, polveri o gas che riducono la visibilità o alterano le condizioni atmosferiche, senza considerare che l’elevato rischio di incendi anche per autocombustione dei rifiuti potrebbe disturbare non poco le operazioni aeroportuali”.

“Inoltre, l’emissione di gas tossici o maleodoranti (come l’acido solfidrico) comprometterebbero la qualità dell’aria per i passeggeri e il personale impiegato all’aeroporto”.

“Tutto questo non ci sembra un buon biglietto da visita per i turisti che sempre più numerosi scelgono le nostre zone per le vacanze e non solo; infatti, è di questi giorni la notizia che l’attuale Sindaco di Taranto Piero Bitetti e il Presidente della Provincia di Taranto Gianfranco Palmisano hanno richiesto al Governo nazionale di potenziare e aprire ai voli civili proprio l’aeroporto Arlotta, in un’ottica di rilancio della nostra economia slegata dalla monocultura dell’acciaio dell’ex-Ilva di Taranto, un’altra importantissima questione ambientale aperta sempre nella stessa martoriata Provincia di Taranto”.

“In sintesi mentre, da un lato, si vuol promuovere la nostra provincia riaprendo finalmente l’aeroporto di Grottaglie ai voli civili, dall’altro, siamo sotto la spada di Damocle per la riapertura di una discarica che rischia di vanificare se non distruggere i buoni propositi per la provincia di Taranto”.


L’ex discarica Vergine metterebbe a rischio i voli all’Arlotta
https://www.tarantotoday.it/ambiente/taranto-attivalizzano-discarica-lutum-nuove-osservazioni-20-07-2025.html
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