Piccole Reti crescono

Il Volontariato, e il cosiddetto Terzo Settore in generale, ha oggi un limite che è evidente proprio in quel carattere che dovrebbe essere la sua forza.

Cioè nella sua estrema diversità di componenti di servizi e di Associazioni che non sono “diffuse e puntuali”, come si vorrebbe che fosse,  ma che sono invece “sparse e poco
collegate tra loro”.

Invece che una Galassia, come piacerebbe pensarlo, è piuttosto un “Pulviscolo”, com’è stato definito da autorevoli studiosi (Rapporto di ricerca, Fondazione Cariplo).

È frammentato, disperso, disorganizzato.

Le singole Associazioni hanno, a volte, anche strutture organizzative complesse e puntuali, magari a filiera, con connotazioni precise e perfino funzionamenti da Azienda …svizzera.

È l’insieme, invece, che non riesce a superare la soglia del “particolare”,  e che appare inadeguato e a volte fine a sé stesso.

Il sostegno reciproco tra i suoi soggetti è spesso legato a utilità concrete e circoscritte nel tempo (partecipazioni a Bandi, esigenze di servizio contingenti, realizzazione di attività specifiche, tornaconto immediato).

Anche in Rete, quando di questa  si sperimenta la possibilità, è difficile costruire una vera consapevolezza dei vantaggi collettivi, del “ fare sistema”.

È forse questa una eredità di una formazione che proviene da una idea da “ Dama di Carità”,  da un peccato originale dal quale è difficile emanciparsi.

Il volontariato ha ancora cospicue tracce della sua motivazione storica, come assistenza al dolore e all’indigenza, come compassione ed aiuto estremo a chi sta male.

Senza rinnegare la sua funzione, che è sempre più importante nell’attuale drammatica trasformazione della Società, deve invece poter guardare alla persona nel suo contesto, e non limitarsi ad aiutare il singolo nella sua specifica difficoltà.

Deve rendersi capace di azione  unitaria, di integrazione del  saper  offrire servizi essenziali, di  promozione del sostegno reciproco tra le Associazioni e tra le persone.

Al fianco del Pubblico, né sotto né sopra di esso.

Deve insomma esercitare il suo diritto/dovere alla sussidiarietà, come sancito dalla nostra Costituzione.

Il Volontariato dunque deve poter migliorare la sua offerta di servizi  e deve riuscire a collocarsi nella dimensione che davvero gli compete, e alla quale è chiamato.

Deve riuscire a proporsi per il miglioramento complessivo della collettività.

Deve, in definitiva, trasformarsi in un soggetto “politico”.

La sfida è perciò quella di passare, strategicamente, dal pulviscolo alla struttura reticolare, e realizzare una capacità di aggregazione che sia vera, e “strutturale”.

Quando si è una Rete?

–  quando il coordinamento viene accettato e rafforza le attività di ciascuno,

–  quando all’insieme viene riconosciuta capacità di rappresentanza,

–  quando esprime una stessa appartenenza culturale, obiettivo chiaro e volontà determinata,

–  quando ci si propone di continuare anche dopo il completamento di un Progetto e se ne costruiscono le premesse.

Ne consegue una forte relazione reciproca tra le Associazioni che la compongono, e una permeabilità che mescola saperi ed esperienze, strumentazioni e servizi.

La voglia di sinergia può arrivare perfino a rendere disponibile l’appartenenza inter-organizzativa.

Può succedere , infatti, che le Associazioni di base che frequentino altre Reti (di filiera, di appartenenza) rendano disponibile anche le risorse di queste ultime (protocolli, servizi, azioni di lobby, capacità autorevoli, capacità culturali, ecc..).

Circostanza che, quando si realizza,  consente alla Rete  presenza e autorevolezza tali da facilitare l’aggressione e la risoluzione di problemi  sociali anche di dimensioni medio-grandi, con beneficio sia di Pubblico che di Privato.

Soprattutto, la Rete può aiutare a conseguire una autonomia finanziaria attraverso meccanismi che non sono certo alla portata della singola
Associazione, e che sono in grado di affrancare dalla antica dipendenza …. dall’Assessore di turno.

Abbiamo, rispetto ad altre realtà, la Memoria di un muto-aiuto che era inteso a volte addirittura come struttura di … welfare, potremo dire, e che è stato storicamente in grado di assicurare alle nostre Comunità locali il superamento delle avversità e l’adattamento alle esigenze del contesto nel quale vivevano.

E’ un patrimonio che può aiutarci a realizzare, anche prima di altri, un vicinanzo che è Rete e che è anche vivere civile e benessere sociale.

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