Si conclude il primo corso di formazione del progetto “AMORU’. A Palazzo Butera la consegna degli attestati e la firma di due protocolli d’intesa

Si conclude con l’ultima sessione di incontri il primo corso di formazione rivolto a operatrici di sportelli antiviolenza, previsto nell’ambito delle attività del Progetto “AMORU’ – Rete Territoriale Antiviolenza – Troppo Amore Uccide”, promosso dall’ Organizzazione Umanitaria Internazionale LIFE and LIFE (LaL), ente capofila, e sostenuto da FONDAZIONE CON IL SUD – Bando Donne 2017.

Un primo percorso formativo, al quale ne seguiranno altri, aperti come questa volta gratuitamente a tutti coloro i quali vogliono approfondire le tematiche proposte per utilizzare quanto appreso nei loro diversi ambiti di intervento con e per le donne.

Le 40 partecipanti alle lezioni – una parte delle quali sta già lavorando nei tre sportelli attivati da AMORU’ a Villabate, Altavilla Milicia e Palermo – si ritroveranno venerdì 7, sabato 8  e domenica 9 giugno nei locali della cooperativa “MIGMA”, partner della Rete, in via Luigi Capitano Giorgi 3, a Bagheria, per approfondire le tematiche inerenti il loro percorso.

Nello specifico, dalle 15 alle 20 di venerdì 7 la dott.ssa Luisa Benincasa, responsabile del “Centro Armonia”, parlerà di “elaborazione del trauma e della separazione dall’aggressore/maltrattante”.

Dalle 9 alle 14 e dalle 15 alle 20 di sabato 8 giugno, il tema sarà “La legislazione in  materia  di maltrattamento  e  violenza  in famiglia con l’avvocato”. Lo approfondirà l’avv. Salvatore Sanfilippo.

La giornata di domenica 9, invece, servirà a capire quali sono “Gli strumenti e le metodologie nella gestione delle strutture a indirizzo segreto”. Ne parleranno, dalle 9 alle 14 e dalle 15 alle 17, la dott.ssa Valeria Segreto, la dott.ssa Marisa Gagliano e la dott.ssa Annalisa Mirabile, rispettivamente presidente, responsabile dell’area violenza di genere e assistente sociale della cooperativa sociale “Quadrifoglio”.

A conclusione delle lezioni, ci si sposterà nella Sala Borremas di Palazzo Butera, sempre a Bagheria, per la consegna degli attestati di partecipazione al corso. Cerimonia alla quale si aggiungerà anche la firma dei protocolli di intesa del progetto con i comuni di Bagheria e Montemaggiore Belsito.

Saranno presenti: i sindaci di entrambi i comuni, Filippo Tripoli e Antonio Mesi; l’avv. Brigida Alaimo, assessore ai Rapporti Istituzionali del Comune di Bagheria; la  dott.ssa Francesca Lo Bue, della direzione VII del Comune di Bagheria; Arif Hossain,  presidente dell’Organizzazione umanitaria LIFE and LIFE, capofila del progetto AMORU; Gaetano Montevago, presidente della cooperativa Sociale MIGMA; Adele Musso, presidente della sezione di Bagheria della Fidapa.

Concluderà la serata un  aperitivo offerto a tutti i presenti nel giardino di Palazzo Butera.

AMORU’ – Rete Territoriale Antiviolenza: prosegue la formazione degli operatori degli sportelli di ascolto. Altri tre giorni di full immersion con esperti di violenza di genere  

Proseguono le sessioni del corso di formazione previsto nell’ambito delle attività del Progetto “AMORU’ – Rete Territoriale Antiviolenza – Troppo Amore Uccide”, promosso dall’ Organizzazione Umanitaria Internazionale LIFE and LIFE (LaL), ente capofila, e sostenuto da FONDAZIONE CON IL SUD – Bando Donne 2017.

Alle lezioni stanno partecipando circa 40 operatrici, una parte delle quali già lavora nei tre sportelli attivati da AMORU’ a Villabate, Altavilla Milicia e Palermo. Altre, invece, sono professioniste che desiderano approfondire le tematiche proposte per utilizzare quanto appreso nei loro diversi ambiti di intervento con e per le donne.

La prossima sessione si svolgerà dal 17 al 19 maggio nella sede della Cooperativa Sociale “MIGMA”, partner della Rete, in via Luigi Capitano Giorgi 3, a Bagheria.

Dalle 15 alle 20 del di venerdì 17 la dott.ssa Luisa Benincasa, responsabile del “Centro Armonia”, parlerà di setting spaziale e relazionale, quindi di segreto professionale.

Dalle 9 alle 14 e dalle 15 alle 20 di sabato 18, con  la dott.ssa Marika Musicò, psicoterapeuta, responsabile del “S.A.U.M.”, Servizio di Ascolto per Uomini Maltrattanti di Caltanissetta, si affonderanno diversi temi: dall’ascolto attivo, empatico e assertivo all’analisi della domanda, dalla motivazione al cambiamento sino al segreto professionale.

Intensa anche la giornata di domenica 19 maggio, i cui orari saranno gli stessi del giorno prima, guidata dall’avv. Maria Lenglet, esperta di abuso e maltrattamento. A lei saranno affidati temi quali: la sospensione dei giudizi di valore, la parafrasi e le tecniche della restituzione, la  legislazione in materia  di maltrattamento e violenza  in  famiglia.

Saranno tre giorni di intenso lavoro, volti a sviscerare tanti aspetti ruotanti attorno alla violenza di genere, che le operatrici di questi e degli altri sportelli si trovano ad affrontare quando le donne vittime di abusi si rivolgono a loro.

Un progetto, AMORU‘, che, sino al 23/07/2021, metterà in campo nei territori dell’area est della provincia di Palermo una serie di azioni, che partono dal primo contatto per giungere alla realizzazione di aspettative e sogni infranti.  Azioni messe in atto da una ricca rete di realtà che operano concretamente sul territorio (A.S.D. Indiscipline, AIDIM Palermo, associazione “Benessere Lab”, Associazione Diritti Umani Contro Tutte Le Violenze “Co.Tu.Le.Vi.”, Centro Studi Pio La Torre ONLUS, Consorzio Arca, Cooperativa Sociale “Sambaia”, cooperativa sociale “Migma”, associazione “Simegen” e le sezioni FIDAPA di Villabate, Altavilla Milicia e Bagheria) e dai numerosi portatori di interesse che via via si stanno unendo lungo tale percorso.

Nel frattempo, i tre sportelli di ascolto hanno cominciato a lavorare, cominciando a diventare realtà di riferimento. Se qualcuno volesse contattare gli operatori, ecco di seguito gli orari, giorni e numeri di riferimento. Altavilla Milicia: lunedì e venerdì ore 14.30 – 18.30, mercoledì ore 9 – 13 / 14.30 – 18.30, cell. 392.5512900; Villabate: martedì, giovedì e venerdì, ore 9 – 14,  primo e secondo giovedì del mese ore 15 – 18, cell. 389.5194853; Palermo:  mercoledì ore  10.30 – 14.30, martedì, giovedì e venerdì ore 15.30 – 19.30, cell. 351.8105724.

 

A Villabate, il 5 maggio, si celebra la “Giornata Internazionale dell’Ostetrica e dell’Infermiere”. Presente anche la Rete Antiviolenza “Amorù”

Anche la Rete Antiviolenza “Amorù – Troppo amore uccide” parteciperà alla “Giornata Internazionale dell’Ostetrica e dell’Infermiere”, in programma dalle 9 alle 13 di domenica 5 maggio a Villabate dall’AIV, Associazione infermieristica villabatese nell’ambito della

Infermieri tra la gente” il titolo di una mattinata durante la quale le sezioni locali della Fidapa e dell’associazione “Benessere Lab” presenteranno il progetto promosso dall’ Organizzazione Umanitaria Internazionale LIFE and LIFE (LaL), ente capofila – realtà operante campo della Cooperazione locale e internazionale e degli aiuti umanitari – e sostenuto da FONDAZIONE CON IL SUD, volto a mettere metterà in campo – nei territori dell’area est della provincia di Palermo – una serie di azioni volte a offrire ai soggetti ai quali è dedicato il progetto le occasioni giuste per riprendere in mano in toto la propria vita.

Numerosi gli stand che saranno allestiti in piazza della Regione per parlare di “prevenzione del tumore alla mammella”, offrendo ai cittadini visite e consulenze gratuite, a partire proprio da quelle senologiche. Si potranno anche misurare i parametri vitali (pressione arteriosa, pulsossimetria, glicemia e frequenza cardiaca), ricevere consulenza di tipo dentistico per la sensibilizzazione e prevenzione delle carie, come anche informazioni sulle attività dell’Avis e di Telethon. E, mentre i genitori riceveranno informazioni preziose dal punto di vista medico e infermieristico, i più piccoli potranno divertirsi nei laboratori a loro dedicati.

Per finire, poi, con cacce al tesoro e sport in piazza per vivere tutti insieme al meglio una giornata dedicata alla salute e al benessere.

 

PINK PROJECT, presentati a Palermo i risultati del progetto in Bangladesh della LIFE and LIFE

Un intervento che guarda a nutrizione, salute e sicurezza alimentare delle donne in età fertile, sul solco del percorso compiuto dall’Organizzazione Umanitaria Internazionale.

 

Una giornata di grande coinvolgimento, quella che ha riunito psicologi, assistenti sociali e operatrici impegnate attivamente sul territorio al fianco delle donne, per ascoltare i risultati del PINK PROJECT, progetto dell’Organizzazione Umanitaria LIFE and LIFE premiato dall’OIM Italia nell’ambito della seconda edizione di A.Mi.CO. Award 2018, iniziativa pensata per riconoscere le migliori progettualità incoraggiando allo stesso tempo il ruolo della diaspora per il co-sviluppo nei paesi di provenienza. Partner locale di questo progetto l’OKUP, realtà nota e attiva in queste realtà.

Ed è stato all’interno del momento di formazione della “Rete Territoriale Antiviolenza Amorù”, nella sede della LIFE and LIFE, ente capofila di un progetto sostenuto da Fondazione CON IL SUD che si rivolge alle donne bisognose di aiuto in quanto vittime di violenze.

Due i momenti in cui si è articolata questa giornata: il primo, mattutino, durante la quale si è parlato di sportelli antiviolenza e di aiuto alle donne che subiscono abusi; il secondo, nel corso del  pomeriggio, che ha consentito di conoscere i risultati del lavoro che la LIFE and LIFE ha condotto con le donne del villaggio di Raghunathpur, nel distretto di Gopalganj, divisione di Dacca, in Bangladesh. Un intervento pensato per 500 ragazze adolescenti e donne in età fertile e per altrettanti membri delle comunità rurali.

L'attività formativa
L’attività formativa (ph Valentina Cicirello)

«Il nostro è stato un viaggio che ci ha continuamente stupiti – racconta Valentina Cicirello, vicepresidente di LIFE and LIFE, che in Bangladesh è stata insieme al presidente, Arif Hossain, e alla dottoressa Gabriella Filippazzo, direttore sanitario della stessa Organizzazione Umanitaria –  non solo per le condizioni in cui vivono soprattutto le donne e i bambini, ma anche per la loro voglia di imparare per migliorare le loro condizioni di vita e salute. Il villaggio in cui siamo stati è poverissimo. Ci vivono circa 3mila persone che, paragonate ai 20 milioni di abitanti della sola Dacca, può far capire con che realtà abbiamo a che fare. Quando, poi, parliamo di donne in Bangladesh, dobbiamo pensare che sono quelle che fanno tutto dentro e fuori casa. Abitazioni, nelle quali vivono a stretto contatto con gli animali che servono loro per alimentarsi».

Veramente difficile la vita che si conduce nel villaggio, la cui unica fonte di sussistenza è l’agricoltura, piccoli orti la cui terra non è in modo assoluto di loro proprietà ma la lavorano per conto di chi ha i mezzi per mantenerli in una sorta di sudditanza che non sembra avere via di uscita.

«Noi, invece, crediamo che possano riprendere in mano la loro vita – prosegue la vice presidente di LIFE and LIFE -. La formazione che abbiamo fatto loro durante la nostra permanenza in Bangladesh è stata finalizzata a promuovere consapevolezza su più livelli. Per esempio, sull’alimentazione che hanno e sui principi nutritivi degli alimenti. Abbiamo, poi, focalizzato l’attenzione sull’ igiene persone, l’educazione sessuale e riproduttiva, di cui non sapevano nulla. Abbiamo tenuto dei veri e propri corsi medici di informazione medica sull’apparato genitale e le malattie che si trasmettono a livello sessuale. Anche su come si sterilizza l’acqua e si curano i bambini appena nati. Cose per noi scontate, ma stiamo parlando di donne analfabete già nella loro cultura, con le quali comunque ci siamo interfacciate con grande predisposizione da parte loro ad ascoltare e apprendere».

La lontananza, poi, dalla capitale o dai comuni più organizzati, impedisce di dare ai bambini anche l’istruzione di base, così come non ha dato mai loro modo di sapere che nel distretto della loro provincia c’è un punto nascita, grazie al quale magari non avrebbero rischiato continuamente la vita dando alla luce una nuova vita.

«Abbiamo censito oltre 120 casi di donne che avevano avuto complicazioni post parto. Quando hanno saputo quello che stavamo facendo, sono arrivati dai villaggi vicini per sapere cosa fare. I problemi sono importanti e non si può restare in silenzio».

La consegna dei soldi alle donne
La consegna dei soldi alle donne (Da destra: Arif Hossain, Gabriella Filippazzo, Valentina Cicirello)

E proprio per dare il segno dell’inizio di un percorso concreto, che ha avuto inizio grazie all’OIM, a 50 donne con difficoltà più importanti dal punto di vista sanitario sono stati dati 50 euro ciascuna – una somma veramente importante per loro – da usare per le cure necessarie.

«Il minimo che potevamo fare – conclude Valentina Cicirello – . Ora, però, comincia il lavoro che ci vedrà impegnati in Italia perché ora sappiamo di cosa hanno bisogno. Nessuno di loro, per esempio, ci ha detto di volere lasciare il proprio paese per cercare altrove una vita migliore. Vogliono imparare per crescere e far crescere la loro terra. La scuola è sicuramente prioritaria, quindi dobbiamo puntare all’istruzione, dando loro dei risciò per portare i bambini a scuola. Il nostro progetto è forse ambizioso, ma basato su dati concreti. Vogliamo acquistare un terreno, peraltro già individuato, nel quale creare una fattoria sociale. Sarà un luogo in cui l’energia sarà generata dai pannelli solari. Ci sarà un pozzo per depurare l’acqua e non fare più ammalare chi la beve, quindi servizi igienici funzionanti. Gli animali avranno un loro spazio e gli abitanti pure. Con la formazione impareranno a fertilizzare e coltivare i loro terreni. Ci piacerebbe dare un fazzoletto di terreno di 40 metri quadrati a ogni famiglia, in modo tale da non dovere più sottostare ad alcun padrone. La cosa bella è che siamo riusciti a coinvolgere in poco tempo i sindaci dei comuni di Raghunathpur e Gopalganj, incontrando anche il vicepresidente di questa provincia, resisi disponibili a darci supporto logistico. Ci piacerebbe che anche l’Università di Palermo si sentisse coinvolta per creare un ponte di solidarietà concreto. Loro metterebbero la progettazione e noi i soldi per il terreno. Crediamo veramente che i sogni possano diventare azioni concrete, se in tanti apriamo i nostri cuori».

Un vero e proprio appello quello che viene lanciato dalla LIFE and LIFE nei confronti di chi può e desidera adottare un progetto del genere, decidendo di dare il proprio contributo: economico, ma anche fattivo mettendo a disposizione il proprio know how e dare modo a donne e bambini, anche se molto lontano da noi, di uscire da condizioni di vita improponibili per chiunque.

Se, dunque, si pensa di potere essere utile allo sviluppo di un progetto del genere, contattare l’associazione scrivendo alla mail info@lifeandlife.org, chiamando il tel. 091.2714100 o attraverso la pagina Facebook nella quale si possono trovare le tante iniziative portate avanti negli anni dall’Organizzazione.

Anche a Villabate prende il via il secondo sportello di ascolto del progetto “Amorù – Rete Territoriale Antiviolenza”

Un momento di confronto ampio e partecipato, come fossero degli “stati generali”, così lo ha definito la dott.ssa Mirella Agliastro, consigliere presso la Corte di Cassazione di Roma, per capire quanto si sta facendo in atto per andare in aiuto alle donne vittime di abusi e violenze.

Lo è stata la mattinata organizzata dalla sezione Villabate della FIDAPA e dall’associazione “Benessere Lab”, che si è svolta negli spazi della Biblioteca del Comune in provincia di Palermo in occasione della presentazione del secondo – dopo quello di Altavilla – dei tre sportelli di ascolto antiviolenza di ”Amorù – Rete territoriale antiviolenza – Troppo Amore Uccide”, progetto promosso dall’Organizzazione Umanitaria LIFE and LIFE e sostenuto da Fondazione con il SUD nell’ambito del Bando Donne 2017.

Un percorso che vede come partner, realtà come: A.S.D. Indiscipline, AIDIM Palermo, associazione “Benessere Lab”, Associazione Diritti Umani Contro Tutte Le Violenze “Co.Tu.Le Vi.”, Centro Studi “Pio La Torre ONLUS”, Consorzio Arca, Cooperativa Sociale “Sambaia”, Cooperativa sociale “Migma”, Associazione “Simegen” e le sezioni FIDAPA di Villabate, Altavilla Milicia e Bagheria),

A gestire lo sportello di Villabate, mettendo in atto tutte le azioni necessarie a sostenere chi chiede aiuto, sarà l’associazione “Co.Tu.Le.Vi”, non certo alla prima esperienza nel campo. Un’occasione significativa, quella che si è avuta, per dare modo al territorio di conoscere ciò che sta generando la bella sinergia di associazioni che fanno parte del progetto “Amorù”, grazie al quale il 24 marzo anche Palermo aprirà il terzo degli sportelli previsti, insieme alla casa a indirizzo segreto già pronta ad accogliere le donne e, nel caso ci siano, anche i loro figli.

2«Questa giornata è stata fondamentale per tutti noi – ha detto, facendo gli onori di casa, Lucia Schillaci, presidente della FIDAPA Villabate –  perché significa che siamo riusciti a trasformare le idee in fatti. Grazie soprattutto alla dott.ssa Pitarresi siamo oggi qui a celebrare un momento significativo per il nostro Comune e tutto l’hinterland, credendo tantissimo nella possibilità di combattere concretamente la  violenza di genere, da sempre tra le mission della Fidapa. Anche se i numeri ci dicono che aumentano sempre, speriamo che i femminicidi possano ben presto diminuire e magari anche scomparire. Grazie al sindaco e a tutta l’amministrazione, sempre vicini a tutti noi».

Uno sportello che nasce, infatti, grazie anche alla sensibilità delle istituzioni locali.

«Ci abbiamo creduto sin dall’inizio – ha affermato il primo cittadino, Vincenzo Oliveri – anche perché le violenze in famiglia sono quelle che si notano meno all’esterno, ma lasciano segni di maggiore gravità. L’apertura di questo sportello è una novità e sarà da noi sostenuta con tutte le nostre forze perché le donne non debbano più subire».

«Grazie alla dottoressa Agliastro, tornata per la terza volta per offrirci il suo contributo sullo stesso tema – ha aggiunto Giuseppe Irsuti, assessore comunale alla Pubblica Istruzione e alle Politiche Sociali – e, davanti a lei, dichiariamo la nostra felicità nel potere dire che Villabate ha finalmente un centro antiviolenza tutto suo. Abbiamo lavorato tanto a questo progetto, che sembrava fantascienza. “Amorù” è l’unico intervento contro la violenza sulle donne approvato in Sicilia. Un’iniziativa che farà del bene a tutto il territorio e le forze dell’ordine qui presenti lo sanno bene».

Lo sportello di Altavilla, poi questo di Villabate e ben presto anche il terzo di Palermo sono solo alcuni degli step di un percorso che interviene in territori dove i servizi non sono adeguati a rispondere alle esigenze di donne che hanno difficoltà anche solo ad allontanarsi dai luoghi in cui vivono.

«Villabate è un’altra delle tappe significative di questo progetto – ha Rete Amorùspiegato la dott.ssa Liliana Pitarresi, coordinatrice della “Rete Amorù” – e la sensibilità che si respira oggi qui ne è la testimonianza. Un percorso, il nostro, che sta sempre più crescendo grazie ai numerosi portatori di interesse che si stanno unendo sposando lo spirito che ci anima.  Una sinergia grazie alla quale riusciremo a guardare con maggiore ampiezza un fenomeno come quello della violenza domestica, psicologica ed economica che si palesa già in giovane età. Fu proprio una mia studentessa che scrisse in un tema la frase “Troppo amore uccide”. Mi fece capire che bisognava passare subito ai fatti».

Per essere realmente e profondamente incisivi, però,  bisogna tenere presente l’importanza che lo si faccia in maniera cosciente e preparata.

«Gli obiettivi del bando erano ambizioni – ha aggiunto la dott.ssa Giacoma Brancato, coordinatrice del progetto “Amorù” – per questo ha richiesto la partecipazione di numerosi partner, esperti in diversi settori. Uno degli obiettivi era quello di favorite l’emersione del fenomeno e la tutela delle vittime di violenza, ma non solo quelle che hanno subito quanto anche tutte le vittime potenziali per cercare di evitare che si reiterino nuovamente le stesse situazioni. Altro obiettivo era mettere in relazione i servizi pubblici e quelli del privato sociale, in modo tale da poter garantire alle donne che subiscono opportunità che possano consentire loro di rifarsi una vita. Senza contare l’attività di sensibilizzazione che verrà portata avanti con la popolazione locale e con quella che afferisce alla scuola media perché bisogna cominciare a mettere in atto azioni di prevenzione sin dalla più giovane età».

Logo Amorùondamentale, all’interno di questo percorso, sarà, per il territorio di Villabate, il servizio di ascolto che verrà gestito dall’associazione “Co.Tu.Le.Vi.”, al cui attivo c’è l’esperienza di oltre 30 sportelli aperti in varie province siciliane.

«Io da tempo dicevo al sindaco che si doveva fare qualcosa – ha raccontato Aurora Ranno, presidente di Co.Tu.Le.Vi. -, poi un giorno mi chiamò per dirmi che c’era la possibilità di fare fronte comune grazie a questo progetto. La nostra associazione viene chiamata ogni giorno dell’anno, festivi compresi, a intervenire in situazioni di violenza a più livelli. Abbiamo festeggiato i nostri primi 10 anni il 17 ottobre del 2018 credendo sempre nell’importanza di condividere le idee per passare subito dopo alle azioni. Nello sportello di Villabate investiremo le nostre migliori risorse anche dal punto di vista emotivo, proprio perché crediamo che debba essere un servizio da non interrompere mai. ll nostro staff é composto dal coordinatore, il dott. Sebastiano Catania, psicologo, dall’avvocato Ines Trapani, d; dalla dott.ssa Maria Vita Li Chiavi, con noi da tempo, e dall’assistente sociale Rosa Maria Romeo. Senza dimenticare le ragazze del servizio civile che daranno una grossa mano di aiuto, ma spero che tante altre persone vorranno contribuire con l’idea di crescere tutti insieme».

Un lavoro sinergico, che parte dalla considerazione che il fenomeno ha sempre connotazioni molto forti.

«Purtroppo non è cambiato niente – ha sottolineato con amarezza la dott.ssa Mirella Agliastro – perché si continua a uccidere. Nei giorni scorsi l’ennesimo efferato omicidio di una donna ha avuto risonanza sol perché questo l’assassino era affiliato alla criminalità e, nella sua ingenuità, ha consentito di catturare un famoso latitante. Se, poi, parliamo di fenomenologia, un altro fatto eclatante è stato quello di un soggetto che ha subito una fortissima riduzione di pena perché i giudici hanno ritenuto sussistesse la “tempesta emotiva”. Sinceramente, nei miei quasi 40 anni di servizio, non mi era mai capitato di sentire una cosa del genere. Mi guardo bene dal giudicare, ma noto che c’è questo nuovo sentore in espansione, una categorizzazione dei fenomeni. Sono onorata di partecipare alla presentazione di questo progetto che definisco passionale, rimanendo tanta la voglia di fare e di aiutare le donne maltrattate e deboli. Chi come noi è dotato di una professione e di capacità ha il dovere di aiutare le persone più deboli, fragili, vulnerabili. Donne che, all’interno del focolare domestico, invece di trovare pace, serenità e buoni sentimenti, trovano l’inferno. Poi ci sono i figli che assistono alle violenze dei genitori, diventando anche loro vittime. Fondamentale in tutto questo la formazione, uno dei pilastri, uno degli architravi del mondo dell’associazionismo e del volontariato. Tutti, comprese le istituzioni e le forze dell’ordine, devono sapere cosa e come fare. Lo sforzo deve essere di tutti e per tutti».

Non a caso, a dimostrazione della volontà di andare avanti insieme, la presenza in sala del Maresciallo Bartolo Fricano, del Comando dei Carabinieri di Villabate, e del Comandante della locale Polizia Municipale, Giuseppe Tuzzolino.

Da sinistra: Renato Grillo, Lucia Schillaci, Mirella Agliastro
Da sinistra: Renato Grillo, Lucia Schillaci, Mirella Agliastro

Un impegno richiesto a viva voce perché la violenza sulle donne è trasversale, non si genera solo in contesti disagiati, depressi, ma anche e soprattutto laddove la cultura, il benessere dovrebbero consentire di esprimere e praticare sentimenti di armonia e generare confronto verso gli altri.

«Quello che amareggia ancora oggi – ha sottolineato in conclusione il dott. Renato Grillo, già consigliere presso la Corte di Cassazione di Roma – è la costante tendenza da parte degli avvocati che ricorrono in Cassazione a screditare la versione delle donne –. Una tendenza che non muore mai e che costituisce lo specchio della solitudine della donna che si trova sola e continua a stare sola.  Solitudine che si può estirpare solo con iniziative di questo genere.  Anche se sono convinto che non basti uno sportello antiviolenza perché sicuramente incoraggia la singola donna con riferimento alla propria vicenda, ma il fenomeno è molto più vasto, va combattuto con cognizione di causa, conoscendolo e cominciando a rendersi edotti sull’argomento. La tendenza dell’uomo è sempre a prevaricare la donna e anche il minore, sacrificando il soggetto che un giorno si è amato. Ma ricordiamolo, non si uccide mai per troppo amore, magari per troppa gelosia. Il soggetto, poi, una volta scontata la pena, se non adeguatamente seguito, replicherà i suoi comportamenti. Dovrà, quindi, essere seguito. Vanno benissimo iniziative come questa, ma dobbiamo intervenire a partire dalle scuole elementari perché i bambini cominciano da piccoli a subire, rimanendo sempre vigili, attenti, pronti a farsi carico di future colpe».

Responsabilità che vanno ripartite tra tutti i soggetti che, a vario titolo, entrano a fare parte della vita della donna vittima di qualunque genere di violenza. E che, se non trova chi è in grado di aiutarla nel lungo e difficile cammino che dalla denuncia porta alla libertà, non avrà alcun modo di liberarsi dal suo aguzzino.

 

“Amorù – Rete Territoriale Antiviolenza” ad Altavilla Milicia, Villabate, Trapani e Trabia

Ci si confronta con il territorio in vista della “Giornata Internazionale della violenza contro le donne”

Un pomeriggio di confronto e riflessione per “dire no alla violenza” in vista della “Giornata Internazionale della violenza contro le donne” che si celebra domenica 25 novembre. Si svolgerà giovedì 22 novembre nell’aula consiliare “E.L.Damiani” di Altavilla Milicia, dove sarà presentata la Rete Antiviolenza ”Amorù, Troppo Amore Uccide”, progetto promosso dall’ Organizzazione Umanitaria Internazionale LIFE and LIFE (LaL), ente capofila, e sostenuto da FONDAZIONE CON IL SUD, nell’ambito del Bando Donne che sosterrà con 2 milioni di euro 9 progetti nell’arco di tre anni.

A organizzare l’evento di giovedì 22 novembre è la sezione di Altavilla Milicia della Fidapa, uno dei partner del progetto, le cui tappe saranno illustrate dalla vicepresidente della LIFE and LIFE ed esperta di Cooperazione Internazionale, Valentina Cicirello, e la coordinatrice della Rete “Amorù”, la dottoressa Liliana Pitarresi, psicologa e psicoterapeuta. Dalla giovane Sefa Akter, mediatrice culturale e socia LIFE and LIFE, giungerà una testimonianza di violenza fisica e psicologica, dalla quale è riuscita a scappare, abbandonando la sua terra, il  Bangladesh, e trovando riparo in Italia proprio grazie alla LIFE and LIFE.

A portare i saluti istituzionali saranno: il sindaco di Altavilla Milicia, l’avvocato Giuseppe Virga; l’assessore comunale alla Pubblica Istruzione e Pari Opportunità, Maria Rita Lazzara; il professore Angelo Fontana, dirigente scolastico dell’I.C. “Mons. Gagliano”; le presidenti della Fidapa di Altavilla Milicia e del Distretto Sicilia, Maria Cirafici e Cettina Corallo; la professoressa Giuseppina Seidita per Finance Officer BPW International. A moderare l’incontro sarà la giornalista Gilda Sciortino, responsabile della comunicazione del progetto “Amorù”.

 “Muoviti …per dire No alla Violenza” è il titolo dell’iniziativa in programma venerdì 23 novembre a Villabate, promossa da Fidapa Villabate, associazione “Benessere Lab” e Comune di Villabate. Ci si ritroverà alle 10.30 davanti la panchina rossa di corso Vittorio Emanuele, all’altezza del civico 137, per proseguire in corteo fino alla Biblioteca di piazza della Regione, nella cui sala lettura sarà presentato al territorio il Progetto Amorù. Interverranno Valentina Cicirello, vicepresidente della “LIFE and LIFE, e la dottoressa Liliana Pitarresi, coordinatrice della Rete Amorù. Anche questo secondo appuntamento sarà impreziosito da una testimonianza, quella di Appia Allate Antigone, giovane studentessa universitaria originaria della Costa D’Avorio. Seguirà un monologo contro la violenza sulle donne a cura di Caterina Vitale

I saluti istituzionali ai presenti giungeranno: dal sindaco del comune di Villabate, Vincenzo Oliveri; dall’assessore alla Pubblica Istruzione, Giuseppe Irsuti; dal presidente della F.I.D.A.P.A. Villabate, Lucia Schillaci; dalla presidente dell’associazione “Benessere Lab”, Anna Maria Costa. Saranno presenti anche gli alunni delle scuole: I Circolo “Don Milani”, II circolo “Rodari”, S.M.S. “Pietro Palumbo”,” Danilo Dolci” ed Euroform Villabate.  Modera la giornalista ed esperta in Politiche per la Cultura e la Legalità, Giuseppina Tesauro.

Sempre alle 10.30 di venerdì 23 ma nella Villa Margherita di Trapani, il centro Antiviolenza Co.Tu.Le.Vi., partner della Rete Amorù, lo Sportello Antiviolenza Diana, il Centro Antiviolenza e il Comune di Trapani promuovono l’evento dal titolo “La panchina rossa” che chiamerà a raccolta tutta la cittadinanza. A introdurre l’iniziativa saranno il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, e la presidente di Co.Tu.Le.Vi., Aurora Ranno.

Neanche un fiore…” è, infine, il titolo dell’iniziativa organizzata lunedì 26 novembre dall’Istituto Comprensivo Statale “Giovanni XXIII” di Trabia. Alle 9.30 ci si incontrerà al civico 9 di via Mattarella 9 dove sarà “scoperta” una panchina rossa. Introdotte da Anna Maria Varchi, dirtigente dell’istituto scolastico promotore dell’iniziativa, e da Leonardo Ortolano, primo cittadino del Comune di Trabia, interverranno la vicepresidente di LIFE and LIFE, Valentina Cicirello, e la responsabile della Rete Amorù, la dott.ssa Liliana Pitarresi.

Con loro anche la giovane ivoriana Appia Allate Antigone, che racconterà una storia di sofferenza che a soli 11 anni  l’ha costretta a scappare da casa e a vagare nella foresta in cerca di serenità. In Italia e a Palermo in particolare ha cominciato a riprendere in mano la propria vita. Oggi frequenta la facoltà di Scienze della Comunicazione e sogna un futuro pieno di gioia.

 

Nasce “Amorù”, nuova rete antiviolenza per i comuni della provincia di Palermo

Un progetto promosso dalla LIFE AND LIFE e sostenuto da FONDAZIONE CON IL SUD

Una giornata speciale, piena di emozioni, quella vissuta dalla ricca partnership che fa parte di “Amorù – Rete Territoriale Antiviolenza – Troppo Amore Uccide“, che ha fatto la sua prima uscita pubblica a Palazzo delle Aquile, alla presenza di quanti hanno deciso di darsi da fare per mettere in campo una serie di forze finalizzate a dare aiuto concreto alle donne e ai minori vittime di violenze

Promosso dall’ Organizzazione Umanitaria Internazionale LIFE and LIFE (LaL), ente capofila  – realtà operante campo della Cooperazione locale e internazionale e degli aiuti umanitari – e sostenuto da FONDAZIONE CON IL SUD, il progetto metterà in campo – nei territori dell’area est della provincia di Palermo – una serie di azioni volte a offrire ai soggetti ai quali è dedicato il progetto le occasioni giuste per riprendere in mano in toto la propria vita.

Unico in Sicilia tra i nove selezionati in tutto il Sud Italia, dal  23/07/2018 al 23/07/2021 AMORU’ sarà presente nei territori dell’area est della provincia di Palermo, partendo dal primo contatto per giungere alla realizzazione di aspettative e sogni infranti.

«Abbiamo puntato sulla provincia – spiega la dott.ssa Liliana Pitarresi, coordinatrice della rete – perché abbiamo colto il bisogno di lavorare laddove il fenomeno si presenta e dove i servizi non sono adeguati a rispondere alle esigenze di donne che hanno difficoltà anche solo ad allontanarsi dai luoghi in cui vivono. Esigenza per noi prioritaria che ci vedrà presenti anche nelle scuole. Le istituzioni scolastiche che fanno parte di “Amorù” come portatrici di interesse ricadono nei territori in cui il progetto opererà, quindi ci daranno una grossa mano di aiuto a guardare con maggiore attenzione a un fenomeno come quello della violenza domestica, psicologica ed economica che si palesa già in giovane età. Tante sono, infatti, le ragazze che vivono le loro prime storie subendo in silenzio. Non a caso la scelta della frase “Troppo amore uccide”, scritta in un tema da una mia studentessa. Da lì ho capito che bisognava andare oltre le parole».

Tante le attività che porteranno anche allo sviluppo di un percorso di auto-imprenditorialità con la nascita di una cooperativa sociale che andrà a gestire un mandarineto in un terreno di Ciaculli messo a disposizione dagli stessi partner, sviluppando  attività di green e pet-therapy e gestendo degli orti sociali.

Di tutto e questo e di molto altro ancora hanno parlato i partner (A.S.D. Indiscipline, AIDIM Palermo, associazione “Benessere Lab”, Associazione Diritti Umani Contro Tutte Le Violenze “Co.Tu.Le Vi.”, Centro Studi “Pio La Torre ONLUS”, Consorzio Arca, Cooperativa Sociale “Sambaia”, Cooperativa sociale “Migma”, associazione “Siegen” e le sezioni FIDAPA di Villabate, Altavilla Milicia e Bagheria), raccontando il loro desiderio di trasformare la rete in un tessuto socio- culturale forte, capace di contrastare qualunque forma di abuso e prevaricazione.

1In Italia sono 7 milioni le vittime di violenza fisica o sessuale e, anche se ogni anno almeno 100 donne vengono assassinate dal proprio partner o ex compagno, il dato che fa ulteriormente preoccupare è quello relativo al 90% di casi che  non viene denunciato. Il 50% delle donne che denuncia, poi, non lavora.

Ecco anche perché, considerato che la mancanza di servizi socio-sanitari, assistenziali e ricreativi rivolti a famiglie disagiate e più specificamente ai minori e alle donne è a rischio di esclusione sociale, la FONDAZIONE CON IL SUD ha voluto mettere in campo un’azione di contrasto al fenomeno nel Meridione con il “Bando Donne” che sosterrà con 2 milioni di euro i 9 progetti selezionati.

Numerosi anche i portatori d’interesse (Comune di Altavilla Milicia, Comune di Casteldaccia, Comune di Villabate, Distretto FIDAPA Sicilia, Fidapa Sez. Mondello, Istituto Comprensivo “Casteldaccia”, Istituto Comprensivo “Monsignor Gagliano” di Altavilla Milicia, Scuola I° Circolo “Don Milani”di Villabate, Scuola SMS “Giosuè Carducci” di Bagheria, Istituto ITES “Don Sturzo” di Bagheria) che, insieme alla rete di partner, faranno proprio la mission del progetto “Amorù”, dimostrando che, solo attraverso la sinergia e la comunione d’intenti, si possono dare risposte concrete a fenomeni come quello della violenza contro le donne e, inevitabilmente, i figli che tra le mura domestiche assistono quotidianamente a ogni forma di abuso.

«È dalla donna che dobbiamo partire per costruire una società felice – dice Arif Hossain, presidente di LIFE and LIFE – quindi non possiamo che essere felici di essere i capofila di un tale progetto. La nostra organizzazione si occupa di cooperazione internazionale e territoriale impegnandosi attraverso principalmente l’istruzione, la salute e l’occupazione per la crescita socio-economica e la promozione dei paesi in via di sviluppo e dei luoghi dove essa opera. Questa rete è la dimostrazione che dalla sinergia, dalla voglia di condividere, i semi crescono e fioriscono. Auguro a tutti i partner un bel lavoro in piena e costante armonia».

Rete che funziona veramente se dietro c’è la voglia di crescere, condividendo percorsi virtuosi.

L'assessore Giuseppe Mattina
L’assessore Giuseppe Mattina

«Un progetto come questo ha un grande valore – afferma l’assessore alla Cittadinanza Sociale, Giuseppe Mattina – ma la scommessa è mettere insieme tutte le realtà che operano nel nostro territorio per evitare che ognuno lavori isolatamente portando avanti il proprio progetto. Nell’ultimo anno abbiamo dato almeno un’ottantina di partenariati a progetti finanziati da “Fondazione con il Sud” e da altri enti privati perché crediamo che debba sempre più crescere la consapevolezza che più facciamo comunità più vinciamo. La nostra scommessa, ci stiamo anche lavorando da un po’, è fare sistema attraverso la rete. Grazie a tutti i partner che stanno partecipando a questo progetto, grazie a LIFE and LIFE che si dà l’opportunità di mettere insieme tutti i Sud del mondo».

«Da anni seguo la LIFE and LIFE e ho colto subito il valore di questo progetto – aggiunge il consigliere comunale Paolo Caracausi – . Chi arriva a Palermo è palermitano e la distinzione non può essere fatta in base al colore della sua pelle, ma alla qualità di ciò che si fa. Chi come Arif decide di farsi portavoce di un’associazione come questa e di un progetto del calibro di AMORU’ dimostra che siamo tutti uniti e dobbiamo considerarci tutti cittadini».

In tutto 2000 le donne e 100 i minori con i quali il progetto “AMORU’” si interfaccerà nel corso dei prossimi 3 anni, così come numerosi saranno i cittadini versoi i quali si metteranno in atto azioni di informazione e sensibilizzazione: almeno 2mila  nel primo anno, 11mila nel secondo e altri 11mila entro il terzo anno.

Si andrà innanzitutto a informare la popolazione locale sul fenomeno della violenza attraverso percorsi di affettività e assertività, dando vita a incontri tematici nelle scuole, a partire da quella dell’infanzia, per dare modo alle nuove generazioni di comprendere che rispettare se stessi e gli altri costituisce il sicuro antidoto a qualunque forma di discriminazione e per il superamento degli stereotipi di genere. Il tutto sarà supportato da campagne di sensibilizzazione e di educazione alla parità di genere e al rispetto dei diritti, attività di formazione delle figure professionali e interventi di contrasto, cura e presa in carico delle donne con cui “Amorù” avrà la fortuna di relazionarsi (assistenza in tema di denunce, servizi di supporto specializzati, etc.).

Sefa Akter
Sefa Akter

Donne come Sefa Akter, giovane donna originaria del Bangladesh, la cui storia di violenza è legata a un matrimonio imposto dal quale ha ricevuto solo botte e umiliazioni. Storia, la sua, risoltasi per il meglio, avendo incontrato sulla sua strada la LIFE and LIFE che, oltre ad averla aiutata nel suo percorso di inserimento nel tessuto sociale, le ha dato quell’amore e quel calore che le hanno consentito di riprendere in mano la sua vita.

«Vivo in Italia da sei anni – racconta Sefa – scappata da Bangladesh perché mio marito mi violentava fisicamente e psicologicamente. Ad accogliermi in questo paese è stata la LIFE and LIFE, in modo particolare Valentina Cicirello, la vicepresidente, che mi ha dato l’opportunità di una nuova vita. La grande sofferenza che ho vissuto io non voglio che la vivano altre donne, quindi sono qui anche potere dare speranza attraverso la mia testimonianza. Ora sono una donna veramente libera perché posso scegliere che direzione dare alla mia vita. Grazie LIFE and LIFE. Grazie Italia».

Ora Sefa fa la mediatrice culturale, l’interprete per il Ministero dell’Interno e la volontaria per LIFE and LIFE. Ha raggiunto, quindi, tanti obiettivi.

«L’unica cosa che ora desidero – prosegue – è potere riabbracciare mia figlia, rimasta in patria con i miei genitori. Solo allora potrò dire che la mia vita sarà completa».

Madri e figli, un rapporto che non si può spezzare, nonostante le violenze che le donne subiscono tra le mura domestiche colpiscano anche queste giovani vite. Proprio per questo, un progetto come AMORU’ non poteva non considerare la necessità di spazi e luoghi per prendere in carico la sofferenza di queste donne e dare loro un riparo.

Step fondamentale di questo percorso sarà, infatti, la nascita di 3 centri di ascolto e di 1 casa protetta che prenderanno in carico le donne e i loro piccoli, dando loro calore e sostegno.

Subito dopo partiranno delle azioni di auto-imprenditorialità pensate per rendere le donne autonome e capaci di sostenersi economicamente nel tempo. Questo perché, quando decidono di abbandonare il tetto coniugale a causa delle violenze subite, essendosi sempre e solo occupate della famiglia, non hanno alcun tipo di sostentament7o.

Ecco, quindi, nascere l’idea di una cooperativa sociale che andrà a gestire il mandarineto di Ciaculli, territorio ad alta densità mafiosa, nel quale la violenza si esplica sotto diverse forme.

Grazie all’attività di green e pet-therapy, inoltre, le donne della casa protetta andranno a gestire gli orti sociali messi a disposizione dei partner, rappresentando per tutte loro sia l’occasione di produrre i beni che poi venderanno e utilizzeranno per le loro necessità sia l’avvio di un personale percorso di autonomia economica grazie a un netto miglioramento del loro benessere psico-fisiologico.

Fondamentale sarà la piattaforma di e-commerce e l’App che verranno sviluppate per la vendita dei prodotti agricoli non solo in Sicilia ma ovunque lo spirito di AMORU’ riuscirà ad arrivare. A dare una base scientifica a tutto questo percorso sarà, infine, la ricerca-azione che indagherà sull’emersione del fenomeno della violenza, colmando un vuoto di dati nella provincia su cui ricade il progetto. Lavoro che coinvolgerà tanti soggetti, dando modo anche a chi sta a guardare di capire e sollecitarlo a fare la propria parte.  Piccola o grande che sia.