Come Odisseo @Officine Gomitoli

Il tema centrale dell’Odissea…

Le vicende del suo protagonista che, costretto ad abbandonare la terra di origine, si sposta per mare in balia degli eventi naturali, tentando di ritornare a casa, tra popoli che talvolta lo accolgono con rispetto, ma con diffidenza iniziale, e altri che lo respingono.

I ragazzi e le ragazze così impersonando viaggiatori sperduti/e, attraverso esercizi di improvvisazione libera, imparano a raccontare cos’è per loro il viaggio…acquisendo una più ampia consapevolezza di sé e una nuova sensibilità e mettendo in evidenza il loro mondo interiore fatto di sensazioni, emozioni, immagini e ricordi che sono l’origine del nostro essere.

Danza e teatralizzazioni di scene di vita vissuta con i propri cari si alternano nel corso del laboratorio, in cui i ragazzi e le ragazze dedicano molta attenzione all’ascolto reciproco, sperimentando le proprie capacità di sentire, guardare, copiare, integrarsi, interagire, distinguersi e/o omologarsi.

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Laboratorio di teatro-danza “Appunti di viaggio” @Officine Gomitoli

Il laboratorio, oltre a fornire un bagaglio di conoscenza tecnica, intende sviluppare una discussione, un confronto.

Il tema centrale condiviso con i partecipanti sarà quello del “viaggio” individuale e collettivo, reale o metaforico. Vari esercizi di consapevolezza corporea e spaziale saranno fondamentali per creare una “base” comune su cui agire e poter poi innescare una serie di percorsi didattici che porteranno all’individuazione di materiale fisico e drammaturgico che emergerà dalle sessioni di improvvisazione.

La metafora del viaggio trova particolare spazio nella letteratura di tutti i tempi, nell’arte e ultimamente anche nei testi delle canzoni. L’intero percorso di formazione avrà, come esito, un forma spettacolare in cui le varie esperienze avute si possano trasformare in racconto corale.

Da mercoledì 10 gennaio. Tutti i mercoledì ore 15.00 – 18.00 @Officine Gomitoli.

Buoni propositi per il 2018 @Officine Gomitoli

“Mi sono trovata veramente bene e ho potuto non solo conoscere nuove persone ma partecipare a laboratori innovativi che non troverei normalmente. Questa felicità l’ho trovata non solo nel laboratorio a cui ho partecipato ma anche in tutti gli altri”

Con la volontà di approfondire il rapporto tra i ragazzi e le ragazze e lo “spazio” Officine Gomitoli, nonché per dare avvio ad un percorso di (auto)valutazione, è stato proposto un incontro…

Tre parole che ti vengono in mente pensando ad Officine Gomitoli…

Tre cose che ti sono piaciute e tre cose che non ti sono piaciute del laboratorio che hai frequentato.

Che attività ci proporresti/ ti piacerebbe fare nei prossimi mesi?

Partendo da queste tre semplici domande, si è dato inizio ad una discussione partecipata su cosa ha rappresentato per loro l’intero anno passato insieme e su quali sono le loro aspettative (e proposte) per quello appena iniziato. La prima cosa emersa dai ragazzi e dalle ragazze presenti è stato riconoscere che non tutti i luoghi sono per loro uguali e che alcuni sono dotati di una capacità di attrazione decisamente superiore rispetto ad altri. Nella discussione con loro è infatti emerso che, sul territorio, esistono luoghi che possiedono la forza di calamite in grado di attirare quasi la popolazione giovanile così come all’opposto, ve ne sono altri che alimentano in loro una repulsione, ambienti che non riescono a intercettare la loro sensibilità e che per questo vengono sistematicamente evitati. Partendo da questa premessa, fatta da loro, è poi emerso che l’attrattività o la non attrattività di certi luoghi non dipende dalle loro caratteristiche fisiche, sociali e simboliche ma piuttosto dall’atmosfera creata dal mix di questi elementi. Così, posizione condivisa è stata quella per cui i luoghi non sono semplici contenitori o spettatori nella vita di un giovane, ma vengono da essi percepiti e vissuti come dei veri e propri laboratori di costruzione del senso e dell’identità.

Partendo da domande da cui è poi scaturito uno scambio di opinioni assembleare, è emerso che Officine Gomitoli rappresenta per i ragazzi e le ragazze uno spazio di ritrovo per le attività del tempo libero, in cui si sono trovate e si coltivano parte delle amicizie del periodo adolescenziale-giovanile. Officine Gomitoli è stato quindi identificato come un punto di riferimento per il ritrovo ma anche per la costruzione della propria visione delle cose della vita e di emersione di alcuni inattesi tratti relazionali e orientamenti simbolici che, proprio in questi spazi, trovano espressione sulla base dell’esigenza di vivere delle relazioni in maniera tangibile e in ambienti informali, aperti e in contatto col fluire della vita. L’immagine comune che ai/alle giovani è venuta in mente pensando ad Officine Gomitoli è stata quindi quella di un ambiente nel quale si ritrovano tracce di relazione tra persone conosciute ed estranei, un luogo nel quale si trascorrono attimi di vita comune, in cui si riscopre anche la convivialità del consumare cibo e bevande insieme ad altri mentre si scambiano e si formano opinioni.

Considerato un luogo nel quale si ri-attivano comunicazioni e relazioni che spesso non trovano altri spazi per manifestarsi, soprattutto nel rapporto tra giovani adolescenti italiani e con background migratorio, quello che è stato curioso scoprire è che i/le giovani sentono poi l’esigenza di comunicare questa esperienza socializzante, immortalandola con fotografie condivise sui social network. Sugli account Istangram così come su quelli Facebook dei ragazzi e delle ragazze che quotidianamente frequentano le attività laboratoriali infatti, di recente Officine Gomitoli è diventato uno dei luoghi privilegiati per i selfie, ovvero per quei autoritratti fotografici volti alla esplicita esibizione di sé stessi, delle proprie attività e dei propri amici. Curioso è stato notare come le stesse parole ricorrenti negli hashtag dei ragazzi e delle ragazze, siano state poi le stesse emerse in risposta alle nostre domande per dare il via alla discussione. Ci siamo ritrovati così davanti a tag come: #luogodelcuore #ilmioluogofelice #felicità #stareinsieme #amici #libertà #famiglia e così via.

La centralità di Officine Gomitoli è stata spiegati dai ragazzi e dalle ragazze col fatto che nella ricerca di spazi in cui vivere le relazioni amicali, l’idea del divertimento e del dare libera espressione di sé, essi prediligono luoghi aperti e meno formalizzanti

Rendersi conto della grande domanda di socialità rivolta a Officine Gomitoli, e della caratteristica specifica che i ragazzi e le ragazze gli attribuiscono, quella cioè di essere uno spazio vivo, che ascolta e dialoga e che li fa sentire parte di “qualche cosa”, è stata l’occasione per riflettere sulla concreta possibilità di agganciare i giovani e di avvicinarli stabilmente ai contesti espressivi ed educativi, dove è possibile incontrarsi, frequentarsi, fare amicizia, far sbocciare l’amore o scambiarsi opinioni, consigli o dove serenamente confrontarsi con altri senza riserve, disagi o paure.

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Programma Eventi&Laboratori Gennaio 2018 @Officine Gomitoli

Quale modo migliore per iniziare il 2018? A Officine Gomitoli siamo già pronti con tante nuove attività!

Vi aspettiamo! ^_^

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Talenti in festa @ Officine Gomitoli

Un pomeriggio in cui canto, teatro-danza e illustrazione si sono susseguiti in una serie di performances emozionanti, all’insegna dei talenti e dello stare insieme divertendosi e mettendo in atto quando condiviso nei pomeriggi di laboratorio…

Questa la festa di Officine Gomitoli…

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Gomitoli in festa – Danze, canti e disegni dal mondo

 

Officine Gomitoli apre le porte del suo centro interculturale con una festa per raccontare i laboratori artistici di teatro, canto e illustrazione frequentati da giovani, migranti, ragazze e ragazzi del territorio.

A conclusione di questo ciclo di laboratori, Officine Gomitoli mette in scena talenti per salutarsi prima delle vacanze natalizie.

In scena:

Performance Appunti di viaggio del laboratorio di teatro – danza “Riconosci te stesso”
Canti corali intonati dai ragazzi e dalle ragazze del laboratorio “Voci dal mondo”
Esposizioni artistiche del laboratorio di illustrazione “Forme Migranti”

Forme migranti in speed date @Officine Gomitoli

Ultime due tappe del laboratorio “Forme migranti “:disegno formula speed date…

I/le partecipanti, seduti l’uno di fronte all’altra in una fila di tavoli, si sono reciprocamente disegnati cercando di conoscersi e facendosi conoscere in un limite di tempo prestabilito…

Così son venute fuori nuove forme migranti…

Immagini di cosa ognuno ha visto nelle persone che ha avuto di fronte…

Immagini di disegni condivisi e realizzati a quattro mani in cui, seduti intorno a un tavolo e muniti di fogli bianchi e matite colorate, tutti hanno scelto un soggetto e iniziato a disegnarlo ma…ogni 15 secondi, il foglio passava al compagno o alla compagna alla propria destra, che per altri 15 secondi ha continuato il disegno, e così via fino alla fine…

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Incontro-spettacolo con Bergonzoni @Museo MADRE

Sabato 2 dicembre, alle ore 21.00, il museo MADRE ha ospitato l’evento conclusivo della manifestazione “La città e l’ospitalità. La fatica e la bellezza”, con protagonista Alessandro Bergonzoni, che ha portato in scena un incontro-spettacolo in cui ha fatto emergere la “bellezza” dell’incontro, ma anche la “fatica” che ogni convivenza porta con sé. cogliendone le contraddizioni e la necessità, al di là di ogni possibile ipocrisia e dei rischi dei possibili luoghi comuni.

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Workshop teatrale con Alessandro Bergonzoni @Offiine Gomitoli

Parlare di ospitalità’ in tempi di diffidenza e precarietà non è cosa facile.

Tuttavia solo nella convivenza si intravedono possibili futuri, con passione e vicinanza…

Questa l’idea di fondo con cui, Alessandro Bergonzoni, attore bolognese e autore di numerosi testi teatrali e narrativi, ha dialogato con ragazzi e ragazze del territorio, seconde generazioni e giovani con background migratorio sul tema della relazione tra “comunità” e “ospitalità”.

Nel corso del workshop, tema del “botta e risposta” tra l’attore e i/ragazzi/e è stata una riflessione sulla “bellezza” propria di ogni incontro e al contempo sulla “fatica” che ogni convivenza comporta. Al di là di ogni possibile ipocrisia o luogo comune, si è (ri)pensato all’incontro e alla convivenza tra culture, storie e persone differenti come opportunità di benessere e sviluppo per la comunità, analizzandone le potenziali inter-connesioni con esperienze e progetti di rigenerazione urbana, realmente in atto nella città di Napoli.

Ho me: ma non mi basto, non posso bastarmi. Soprattutto se il guscio protetto della mia «casa» non si apre all’accoglienza dell’altro: ovvero, all’imprevisto dell’incontro/scontro che crea – comunque – relazioni. Autentiche. Capaci cioè di sprigionare, più che “integrazioni”, interazioni dialogiche: presupposto di ogni civile convivenza che trasformi l’hostis, lo straniero e (presunto) nemico, in hospes, ospite.

Questo il filo del discorso che si è poi addentrato nell’oscillazione tra partenze e arrivi, approdi e fughe, confini e sconfinamenti; ma anche tra atavico terrore di tutto ciò che è diverso dalla rassicurante, routinaria e oppressiva quotidianità e l’apertura dello sguardo a un “oltre” che fa crollare i muri di certezze, convinzioni, (pre)giudizi lasciando aprirsi orizzonti altri. Che possono anche capovolgere, positivamente, le nostre regole.

Non sono mancati gli illuminanti giochi di parole di Alessandro Bergonzoni, che ci ha apertamente invitati tutti a praticare uno sport: “il salto in ALTRO”…ad “abitare l’infine e non il confine” e che ci ha ricordato, infine, che la “mano che uccide di più non è quella destra o quella sinistra, ma la man/canza”…

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