ReGeneration: Microinterventi di arredo urbano

E così, si conclude anche la fase di Mapping urbano…

Al suo interno i partecipanti hanno elaborato  una reinterpretazione dei luoghi della #IVmunicipalità fino all’ideazione ed alla realizzazione di microinterventi di arredo urbano, finalizzati a migliorare la fruizione collettiva degli spazi.
Il percorso si è avvalso di vari linguaggi espressivi quali #mappeemozionali, #disegno, #pittura, #collage #co-progettazione #workshop di #autocostruzione.

15203155_342251109487343_1130361034764937441_n 15235487_342250122820775_7455182494192282636_o 15252583_342250906154030_7538590171732565887_o 15252623_342249842820803_2785918661817889804_o 15259264_342249159487538_738431651928498600_o 15271979_342249352820852_4029781055516563632_o 15272212_342249199487534_2609363472856639327_o 15288524_342250799487374_2699743695534306019_o 15288671_342249916154129_255593494021636912_o 15289200_342249109487543_249835670704869973_o 15289331_342250832820704_2541603806972750734_o 15289340_342251196154001_4489483391234791961_o 15304101_342249469487507_1241524402305133187_o 15304384_342249576154163_2089587356101125957_o 15304447_342249759487478_4401301027748444494_o 15304528_342250212820766_4723403282272964692_o

Ora i ragazzi si impegneranno nella realizzazione di una piattaforma web su cui condividere i contenuti e nella promozione di due eventi di piazza per coinvolgere la cittadinanza, mostrare e sperimentare le loro produzioni…

Stay tuned 🙂

#OfficineGomitoli

Laboratorio Rewind.Napoli nelle migrazioni

Due classi, III e IV anno, di un liceo linguistico…il Liceo G.Mazzini di Napoli…

Due mattinate di conoscenza, scoperta, formazione, smantellamento di stereotipi, gioco, approfondimento e incontro…

Questo è stato il “mini” laboratorio Rewind. Napoli nelle migrazioni, che si è tenuto presso il Centro Interculturale Officine Gomitoli, in due giovedì ( 17 e 24 novembre ) dalle ore 9:30 alle ore 13:00.

Quanti sono gli “immigranti” in Italia?

Quanti a Napoli?

Cosa caratterizza una persona come “immigrato”?

Che differenza c’è tra dire “migrante” e dire “immigrato”?

Chi è un richiedente asilo?

Chi è un profugo?

Cosa vuol dire “giovane 2G”?

Che cos’è la cittadinanza?

Che vuol dire essere “straniero”?

Quanti tipi di migranti esistono?

Nel corso del primo incontro, si è cercato di rispondere a queste (e a molte altre domande), in un momento che più che la classica leziona frontale, ha immediatamente preso le vesti di un dibattito aperto a più voci, dove la voglia di apprendere mista alla curiosità e allo stupore di fronte allo sfatamento della maggior parte degli stereotipi pubblicizzati dai media, ha portato i ragazzi ad interrogarsi attivamente sulla realtà che li circonda…

20161117_095307_resized 20161117_095327_resized 20161117_095443_resized 20161117_095510_resized 20161117_095526_resized 20161117_095542_resized 20161117_095601_resized 20161117_101330_resized 20161117_111851_resized 20161117_112758_resized 20161117_112833_resized 20161117_112911_resized

Il secondo incontro si è invece aperto con una panoramica su alcune delle comunità migranti presenti a Napoli e in Campania…

Qual è la comunità migrante con il maggior numero di presenze a Napoli?

E in Campania?

Quanti sono i cinesi a Napoli?

Che difficoltà (linguistiche e non) incontrano?

Qual è la comunità Nordafricana più presente in Campania?

Sono più uomini o più donne?

Che caratteristiche ha avuto la migrazione est Europea a Napoli?

Quante sono le coppie miste?

Dove vivono gli “immigrati”?

Che livello di istruzione hanno?

Partendo così da queste domande, la discussione si estesa parlando poi di usi, costumi, tradizioni ed esperienze che questa o quella comunità migrante mantiene, abbandona o adatta nella migrazione…

20161124_095722_resized 20161124_095735_resized 20161124_095858_resized 20161124_095901_resized 20161124_095920_resized 20161124_095935_resized 20161124_100558_resized 20161124_100634_resized

Esaurite (per modo di dire) le domande da rivolgere alle mediatrici culturali della Cooperativa Sociale Dedalus che hanno guidato l’incontro, dalla teoria si è passati alla pratica: l’incontro con i ragazzi minori stranieri non accompagnati, del Centro Interculturale Nanà, anch’esso parte della Dedalus.

20161124_110547_resized 20161124_110600_resized 20161124_110531_resized 20161124_110514_resized

Nell’incontro tra pari, abbattuta qualsiasi difficoltà linguistica, diffidenza e/o timidezza iniziale, i ragazzi e le ragazze hanno cominciato a conoscersi a partire dalla “pausa-caffè”…

20161124_112346_resized 20161124_112416_resized

Divisi in gruppi misti poi, i ragazzi hanno provato a sperimentare il gioco delle “presentazioni incrociate”: un quarto d’ora per scambiarsi più informazioni possibili l’un l’altro/a per poi doversi presentare davanti a tutti in maniera “incrociata”…

20161124_120127_resized 20161124_120138_resized 20161124_120150_resized 20161124_120502_resized 20161124_120654_resized 20161124_120852_resized  img-20161124-wa0001 img-20161124-wa0002  img-20161124-wa0004  img-20161124-wa0006 img-20161124-wa0007 img-20161124-wa0008 img-20161124-wa0009 img-20161124-wa0010  img-20161124-wa0012 img-20161124-wa0013

Musica preferita, sogni nel cassetto, storie di coraggio e di ordinaria normalità, passioni, preferenze culinarie e l’immancabile scambio del contatto Facebook…

Così giovanissimi e giovanissime si sono conosciuti/e…

Così i ragazzi del Centro Interculturale Nanà, hanno stretto nuovi legami…

Così i ragazzi e le ragazze del Liceo Mazzini hanno “viaggiato” pur restando fermi nello stesso luogo…

#OfficineGomitoli

Francesca Borri&Paolo Martino @OfficineGomitoli

“Quelli [i migranti] che vedete qui in Italia non sono neppure paragonabili per numero a tutti quelli che ci sono nella sola città di Istanbul eppure c’è la convinzione dello stato di emergenza…convinzione tutta sbagliata perché io i cadaveri sulle spiagge li ricordo fin da piccola…” 

Con queste parole Francesca Borri ha cominciato a raccontare la sua verità, tutto quello che in questi anni ha vissuto sulla sua pelle e visto coi suoi occhi sulle carovane umane che si muovono senza sosta in cerca di un futuro, di una speranza e di una nuova umanità…

Classe 1980, dal suo punto di vista di inviata di guerra, Francesca ci ha aperto occhi e orecchie su mondi a noi totalmente estranei e lontani…chi sono i profughi siriani?

Sono persone che in realtà non vogliono partire…

Sono persone che dall’inizio dall’inizio del conflitto che li ha travolti, non si aspettavano una guerra così…

Sono persone che, quando tutto sarà finito, torneranno a casa e proveranno a ricostruire…

Sono persone la cui unica via di fuga è la strada che da Aleppo porta in Turchia…la strada più bombardata di tutte, dove si spara a qualunque cosa si muova, dove i bordi della carreggiata sono ormai delimitati dai cumuli di cadaveri…dai pezzi delle persone uccise mentre cercavano di scappare…di mettersi in salvo…

Sono persone, persone come noi.

E noi, come le osserviamo?

“Quando metti la camera da presa in un punto, non puoi esimerti dalla responsabilità di averla messa in quel punto e non in un altro.”

Così Paolo Martino, documentarista che frequenta da anni il Medio Oriente, dove ha conosciuto la quotidianità, i sogni e le delusioni dei rifugiati, ha sintetizzato il nostro modo di guardare a quelle persone con la metafora di uno strumento che lui conosce bene: la macchina da presa.

Lo sguardo “da macchina da presa” del mondo occidentale, ha spiegato Paolo, è abituato a guardare a queste persone associando loro soltanto la disperazione, la miseria senza spostare lo sguardo oltre…

Per esempio sul fatto che sono persone dalle mille risorse, dal grande coraggio, dall’infinito ingegno e dalla grandissima determinazione…sul fatto che utilizzano tutti i mezzi che hanno loro disposizione per arrivare dove vogliono…sul fatto che la democrazia (nel senso più antico del termine) non è una cosa che ricercano ma un qualcosa che conoscono meglio di noi…

Ce lo ha mostrato Paolo con questo suo video : La democrazia quotidiana dei migranti: il consiglio di Idomeni. Nel campo di Idomeni, al confine tra Grecia e Macedonia, infatti ogni giorno i migranti si riuniscono in consiglio. Per discutere del loro futuro e delle strategie per attirare l’attenzione del mondo sulla loro situazione disperata.

Riflettendo sul nostro fare di queste persone un semplice oggetto di compassione o, all’estremo opposto, di sfruttamento, Francesca e Paolo hanno sottolineato come chiunque sia fuggito da un filo spinato con i colpi di mortaio alle spalle, meriti  invece da parte di chi lo “accoglie” soltanto UMANITA’.

Un pomeriggio in cui il racconto, la parola e le immagini non hanno semplicemente descritto ma hanno creato, hanno fatto immedesimare, pur rimanendo in disparte…

Un pomeriggio in cui si è preso atto che certe cose esistono…e che se esistono devono e possono essere cambiate.

20161019_165151 20161019_165227 20161019_173227 20161019_173253 20161019_173317 20161019_173706 20161019_181251 20161019_181304

#OfficineGomitoli

Officine Gomitoli presenta: “Di passi e di respiri” di e con Giuseppe Cederna

“Cosa succede nelle nostre vite- cosa deve succedere- perché qualcosa di quello che viviamo- un incontro, un avvenimento, un libro, uno spettacolo, un film, un viaggio- ci tocchi così profondamente da lasciare un’impronta e diventare parte di noi?”

Domenica 25 settembre alle ore 20:00, il Centro Interculturale Officine Gomitoli,  presenta“Di passi e di respiri”, la performance teatrale di e con Giuseppe Cederna, attore e scrittore italiano, che rappresenta un viaggio sulle orme dei pellegrini e dei camminatori erranti del nostro mondo.

L’iniziativa, organizzata in contemporanea con l’apertura del Festival del buon vivere di Forlì, vuole proporre un’idea di mondo e comunità, dove l’incontro tra differenti, tra italiani e migranti, tra servizi e città, diventa opportunità piuttosto che fili spinati, separazione e paura.

La serata, organizzata in collaborazione con le associazioni “Astrea, Sentimenti di giustizia” e “A voce Alta” e con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli,  avrà ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti.

Per confermare la propria adesione, inviare una mail all’indirizzo officinegomitoli@coopdedalus.org. entro giovedì 22 settembre.

Vi aspettiamo!

#OfficineGomitoli

 

Per Tessere Idee: Presentazione del libro “Tutto quello che non vi hanno mai detto sull’immigrazione”‏

Giovedì 07 luglio alle ore 16.30, Officine Gomitoli presenta un incontro con Gianpiero Dalla Zuanna, Senatore della Repubblica e già Preside della Facoltà di Statistica dell’Università di Padova, nonché co-autore del libro “Tutto quello che non vi hanno mai detto sull’immigrazione”‏, insieme a Stefano Allievi.

Un pomeriggio insieme per riflettere su come l’Italia è diventata nel breve giro di un paio di generazioni da paese di emigrazione sostanzialmente monoculturale a grande porto di mare in cui vivono oggi cinque milioni di stranieri mentre l’immigrazione è da anni al centro del dibattito pubblico e dello scontro politico.
Un pomeriggio per riflettere su come spesso però se ne discuta senza tener conto dei dati di fatto: se in un luogo non ci sono risorse sufficienti per permettere agli uomini di soddisfare le loro necessità e in un altro luogo le opportunità sono sovrabbondanti rispetto agli uomini, un gruppo di abitanti del luogo di partenza si trasferirà inevitabilmente nel luogo d’arrivo. Ed è dunque impensabile che il flusso dei migranti si interrompa.

Di questo e molto altro, ne discuteranno con l’autore Roberta Gaeta, Assessore al welfare del Comune di Napoli; Paolo Battimiello, Dirigente scolastico; Andrea Morniroli, Cooperativa Dedalus e Louis Benjamin Ndong, Associazione Senegalese.

Accompagna la discussione Mariola Grodzka, mediatrice culturale della Cooperativa Dedalus.

#OfficineGomitoli

Giovani,Scuola&Cittadinanza:Un pomeriggio con Mohamed Tailmoun

Un pomeriggio dedicato al racconto reciproco di esperienze…

Un pomeriggio in cui sono emerse le questioni più spinose che riguardano l’essere un giovane 2g in un Paese come l’Italia…

 Perché per avere la cittadinanza si richiedono requisiti (es: un certo tipo di reddito) che non tutti hanno la possibilità di avere? E’ quanto guadagni a fare di te un cittadino italiano o straniero?

Perché non partire dai genitori anziché dai ragazzi arrivati qui da piccoli e/o nati qui, per semplificare le procedure per avere la cittadinanza?

Cosa si prova a sentirsi in tutto e per tutto italiano ma di dover girare con il permesso di soggiorno in tasca?

Si può, così, continuare a pensare di non voler andare via da un Paese che non ti accetta nonostante tu vi sia nato e/o cresciuto?

Cosa può fare la scuola in questa situazione di stallo perenne per noi ragazzi e ragazze che ci troviamo a vivere queste situazioni e quotidiani imbarazzismi?

Così i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato all’incontro con Mohamed Tailmoun, hanno lasciato libere le loro emozioni, ponendo interrogativi e dubbi che tutti i giorni fanno parte del loro vissuto. Incuriositi dalla presenza di una vera e propria rete nazione di seconde generazioni, i ragazzi si sono interessati alle attività portate avanti da quelli che sono dei loro coetanei sparsi in tutta Italia.

E così, in un pomeriggio, hanno scoperto tante cose.

Hanno scoperto che esiste un dossier,  “Dossier Italiani 2.0 / G2 chiama Italia: Cittadinanza rispondi!”, ideato dalla Rete G2 con il contributo di esperti sul tema della cittadinanza, scuola, media e sport, che questo dossier è stato presentato alla presenza di parlamentari, giornalisti ed esponenti della società civile a cui sono state poste questioni e domande che, ad oggi, richiedono risposte da parte del governo italiano.

Hanno scoperto che chi fa parte della Rete G2 si autodefinisce come “figlio di immigrato” e non come “immigrato” perchè è bene sempre sottolineare che i ragazzi nati in Italia non hanno compiuto alcuna migrazione, e chi è nato all’estero ma cresciuto in Italia non è emigrato volontariamente, ma è stato portato in Italia da genitori o altri parenti. “G2” quindi non sta “per seconde generazioni di immigrati” ma per “seconde generazioni dell’immigrazione”, intendendo l’immigrazione come un processo che trasforma qualunque Paese, di generazione in generazione.

Hanno scoperto che tutto quello che loro fanno nel quotidiano, ossia difendere i diritti negati alle seconde generazioni senza cittadinanza italiana e promuovere l’identità come incontro di più culture, sono i due degli obiettivi principali della Rete G2.

Hanno scoperto che la Rete G2 ha partecipato, tra il 2006 e il 2007, su invito del Ministro dell’Interno e del Ministro della Solidarietà Sociale agli incontri convocati sulla riforma del Testo Unico sull’immigrazione (leggi n. 189 del 2002 e n. 286 del 1998) ed è stata ricevuta in commissione Affari costituzionali della Camera per esprimere un proprio parere sia sulla riforma della legge sulla cittadinanza (legge n. 91 del 1992) che sul Testo Unico. E ancora che, sempre nel 2007, la Rete G2 è entrata a far parte della Consulta nazionale del ministero della Solidarietà sociale “per i problemi degli stranieri immigrati e delle loro famiglie” e della Consulta dell’ “Osservatorio per l’integrazione degli alunni stranieri e l’educazione interculturale” presso il ministero della Pubblica istruzione, ed ha collaborato con il centro interculturale della Provincia di Mantova e con l’assessorato alle Politiche educative e scolastiche del Comune di Roma.

Hanno scoperto che, nello stesso anno, la Rete G2 ha ideato e realizzato un originale strumento di comunicazione: il Fotoromanzo G2, per promuovere una modifica della legge sulla cittadinanza italiana, e che nel 2008 la Rete G2 ha ideato e curato la trasmissione radiofonica “OndeG2” e ha promosso la raccolta musicale “Straniero a chi? Tracce e parole dei figli dell’immigrazione” in collaborazione con il ministero della Solidarietà sociale.

Facendo seguito alle parole e ai racconti di Mohamed Tailmoun, anche i ragazzi hanno fatto scoprire qualcosa di importante al loro ospite: l’esperienza della peer-education.

Presentando il progetto “Non perdiamoci di vista”, finanziato da Fondazione con il Sud e gestito dalla Cooperativa Dedalus, i peer tutors – studenti italiani, migranti e di seconda generazione dei licei Villari, Caccioppoli e del I.C Gabelli – presenti all’incontro, hanno raccontato come l’esperienza della peer education (educazione tra pari) possa essere un valido strumento di supporto scolastico e emotivo, per tutti quei ragazzi e quelle ragazze (figli di immigrati e non) che si trovano in difficoltà tra le mura scolastiche e non solo. Così, raccontando come, attraverso gruppi di supporto scolastico, laboratori di italiano per lo studio e un lavoro redazionale di interviste reciproche (per conoscersi meglio e farsi conoscere), i tutors mirano a potenziare nei pari le conoscenze, gli atteggiamenti, le competenze e le sicurezze,  i ragazzi e le ragazze presenti sono riusciti a loro volta ad incuriosire il  loro ospite, che li ha salutati con una frase di speranza e promessa condivisa:

“Siamo ancora al punto dell’integrazione, nel mezzo del percorso che dovrebbe portare ad una piena acquisizione della cittadinanza che porta ad una vera inclusione dei figli di cittadini immigrati, la strada è lunga e in salita ma qualcosa si è mosso, si sta muovendo e noi non ci arrendiamo”.

#OfficineGomitoli

Ph. Diego Guglielmelli

0 4 5 6 8 9 10 11 12 12a 14 15 16 19 20 21 23 24 25 26 27 28 30 7

13                       18                    29

Incontro Conoscitivo per Partecipare a ReGeneration

Il 2 maggio si terranno gli incontri conoscitivi per partecipare al Progetto ReGeneration.

Re-Generation è quasi pronto per partire, ma ha bisogno di te!!!
Il progetto #ReGeneration mira a tracciare una cartografia, dei luoghi del tempo libero della città di Napoli a partire dai differenti e creativi modi di utilizzare e vivere lo spazio urbano da parte delle nuove generazioni.
Insieme si realizzerà un racconto del territorio della IV municipalità, avvalendosi delle più svariate tecnologie della comunicazione.

Re-Generation è rivolto agli adolescenti italiani e stranieri per un massimo di 30 persone.
I laboratori avranno la durata di 8 mesi con 1 incontro a settimana della durata di 3 ore.
I workshop inizieranno a maggio 2016 fino a luglio e riprenderanno nel mese di settembre fino a dicembre 2016
Tutte le attività saranno svolte a Napoli presso i locali di Officine Gomitoli, in piazza E. De Nicola vicino Porta Capuana e nelle aree adiacenti.
Le iscrizioni devono essere inviate entro il 27 aprile 2016.
Per info e iscrizioni:
regeneration@zap.ink
https://www.facebook.com/Progetto-ReGeneration-203774126668376/?fref=ts

ACCORRETE NUMEROSI E PUNTUALI!

Il Workshop è gratuito.
———————–

VI ASPETTIAMO!

#OfficineGomitoli

Officine Gomitoli incontra Jimmie Durham e la Swedish Academy

Tra le mura dei nascenti locali di Officine Gomitoli, Jimmie Durham, scultore, saggista, poeta nativo americano e Maria Thereza Alvez,  creativa sui temi dell’arte e dell’ecologia, della storia locale ed ambientale e delle comunità. hanno ospitato a alcuni studenti della Swedish Academy of Realist Art.

Sotto gli occhi di alcuni studenti del Liceo P.Villari di Napoli, coinvolti in un progetto di peer education ed interessati ai temi dell’arte e delle migrazioni, e alla presenza proprio di un gruppo di giovani migranti ospiti di Officine Gomitoli, gli studenti della Swedisch Academy hanno presentato i loro lavori. Tra cortometraggi di primi piani di volti di persone che si osservano, prima con diffidenza e poi sempre con più fiducia l’uno nell’altro, a reportage sulla guerra siriana, che ha dato vita a nuove forme di arte (riutilizzare i proiettili esplosi per creare bastoni da passeggio per chi, proprio in guerra, ha perso le gambe), i giovani artisti della Swedish Academy hanno emozionato tutto il pubblico presente.

Sul finire dell’incontro, per restare in tema artistico, Ousmane, giovane del Burkina Faso, ha portato lo sguardo su un’altra forma d’arte, stupendo tutti con le sue acrobazie.

AmKNX4nTc6vD6L4UPqHZon_OPhxMY30RWdVXbj_6vc6Y