Laboratorio teatrale “L’integrazione comica” @OfficineGomitoli
Da lunedì 13 febbraio, dalle h 15:00 alle h 18:00 e per tutti i lunedì a seguire, il Centro Interculturale Officine Gomitoli ospiterà il laboratorio teatrale “L’integrazione comica”, di e con l’attrice Antonella Stefanucci.
Rights Under the Veil @OfficineGomitoli
Due pomeriggi per parlare di Islam, donne, femminismo islamico, diritti e ribaltare gli stereotipi…
Due pomeriggi per raccontarsi e raccontare storie…
Due pomeriggi in cui tutte/i ci si è trasformate/i in Shahrazade, re-inventandola, rivivendola, attualizzandola…
Due pomeriggi in cui le categorie del “noi” e “voi”, “Oriente” e “Occidente” sono state usate per decostruirne la dicotomia…
Due pomeriggi in cui il dialogo e scambio interculturale hanno avuto l’obiettivo di colmare quella distanza che eventi incalzanti, come gli ultimi di Berlino, continuano a soffiare sull’islamofobia in Occidente…
Grazie a Lidia Cangiano…
Grazie a Johara Bellali…
Grazie a Roberta Chimera…
E grazie a tutti e tutte coloro che vi hanno partecipato!
#OfficineGomitoli
ReGeneration: Microinterventi di arredo urbano
E così, si conclude anche la fase di Mapping urbano…
Al suo interno i partecipanti hanno elaborato una reinterpretazione dei luoghi della #IVmunicipalità fino all’ideazione ed alla realizzazione di microinterventi di arredo urbano, finalizzati a migliorare la fruizione collettiva degli spazi.
Il percorso si è avvalso di vari linguaggi espressivi quali #mappeemozionali, #disegno, #pittura, #collage #co-progettazione #workshop di #autocostruzione.
Ora i ragazzi si impegneranno nella realizzazione di una piattaforma web su cui condividere i contenuti e nella promozione di due eventi di piazza per coinvolgere la cittadinanza, mostrare e sperimentare le loro produzioni…
Stay tuned 🙂
#OfficineGomitoli
Laboratorio Rewind.Napoli nelle migrazioni
Due classi, III e IV anno, di un liceo linguistico…il Liceo G.Mazzini di Napoli…
Due mattinate di conoscenza, scoperta, formazione, smantellamento di stereotipi, gioco, approfondimento e incontro…
Questo è stato il “mini” laboratorio Rewind. Napoli nelle migrazioni, che si è tenuto presso il Centro Interculturale Officine Gomitoli, in due giovedì ( 17 e 24 novembre ) dalle ore 9:30 alle ore 13:00.
Quanti sono gli “immigranti” in Italia?
Quanti a Napoli?
Cosa caratterizza una persona come “immigrato”?
Che differenza c’è tra dire “migrante” e dire “immigrato”?
Chi è un richiedente asilo?
Chi è un profugo?
Cosa vuol dire “giovane 2G”?
Che cos’è la cittadinanza?
Che vuol dire essere “straniero”?
Quanti tipi di migranti esistono?
Nel corso del primo incontro, si è cercato di rispondere a queste (e a molte altre domande), in un momento che più che la classica leziona frontale, ha immediatamente preso le vesti di un dibattito aperto a più voci, dove la voglia di apprendere mista alla curiosità e allo stupore di fronte allo sfatamento della maggior parte degli stereotipi pubblicizzati dai media, ha portato i ragazzi ad interrogarsi attivamente sulla realtà che li circonda…
Il secondo incontro si è invece aperto con una panoramica su alcune delle comunità migranti presenti a Napoli e in Campania…
Qual è la comunità migrante con il maggior numero di presenze a Napoli?
E in Campania?
Quanti sono i cinesi a Napoli?
Che difficoltà (linguistiche e non) incontrano?
Qual è la comunità Nordafricana più presente in Campania?
Sono più uomini o più donne?
Che caratteristiche ha avuto la migrazione est Europea a Napoli?
Quante sono le coppie miste?
Dove vivono gli “immigrati”?
Che livello di istruzione hanno?
Partendo così da queste domande, la discussione si estesa parlando poi di usi, costumi, tradizioni ed esperienze che questa o quella comunità migrante mantiene, abbandona o adatta nella migrazione…
Esaurite (per modo di dire) le domande da rivolgere alle mediatrici culturali della Cooperativa Sociale Dedalus che hanno guidato l’incontro, dalla teoria si è passati alla pratica: l’incontro con i ragazzi minori stranieri non accompagnati, del Centro Interculturale Nanà, anch’esso parte della Dedalus.
Nell’incontro tra pari, abbattuta qualsiasi difficoltà linguistica, diffidenza e/o timidezza iniziale, i ragazzi e le ragazze hanno cominciato a conoscersi a partire dalla “pausa-caffè”…
Divisi in gruppi misti poi, i ragazzi hanno provato a sperimentare il gioco delle “presentazioni incrociate”: un quarto d’ora per scambiarsi più informazioni possibili l’un l’altro/a per poi doversi presentare davanti a tutti in maniera “incrociata”…
Musica preferita, sogni nel cassetto, storie di coraggio e di ordinaria normalità, passioni, preferenze culinarie e l’immancabile scambio del contatto Facebook…
Così giovanissimi e giovanissime si sono conosciuti/e…
Così i ragazzi del Centro Interculturale Nanà, hanno stretto nuovi legami…
Così i ragazzi e le ragazze del Liceo Mazzini hanno “viaggiato” pur restando fermi nello stesso luogo…
#OfficineGomitoli
ReGeneration: Laboratorio di Mapping Urbano
Nel Laboratorio di Mapping Urbano previsto dal progetto ReGeneration i partecipanti esplorano la municipalità di Porta Capuana e descrivono, attraverso i diversi mezzi di comunicazione, i vecchi e i nuovi abitanti del quartiere…
Si comincia con il portiere dell’area dell’ex Lanificio e abitante della zona da 40 anni, l’architetto Antonio Martiniello e Ilaria Rossilli dello Spazio d’arte e cultura Made in Cloister…
Si continua con Salvatore Dell’Aversano dell’ Ex Lanificio 25, Nino di Crea e Stampa 3d Napoli e i vecchi abitanti del luogo che ci hanno aperto le porte suoi loro tesori nascosti…
E ancora…tocca ai creatori dello spazio di coworking Intolab e ad Amhed proprietario del Money Transfer a Porta Capuana…
E poi…SOPRALLUOGHI : inizia la fase di progettazione…
E poi…ricognizione in aula sul lavoro Foto/Audio/Video finora svolto…montata la prima intervista video in modalità multicamera e lavorati le foto e i testi per preparare il materiale che andrà sul sito interattivo e crossmediale…
#OfficineGomitoli
Francesca Borri&Paolo Martino @OfficineGomitoli
“Quelli [i migranti] che vedete qui in Italia non sono neppure paragonabili per numero a tutti quelli che ci sono nella sola città di Istanbul eppure c’è la convinzione dello stato di emergenza…convinzione tutta sbagliata perché io i cadaveri sulle spiagge li ricordo fin da piccola…”
Con queste parole Francesca Borri ha cominciato a raccontare la sua verità, tutto quello che in questi anni ha vissuto sulla sua pelle e visto coi suoi occhi sulle carovane umane che si muovono senza sosta in cerca di un futuro, di una speranza e di una nuova umanità…
Classe 1980, dal suo punto di vista di inviata di guerra, Francesca ci ha aperto occhi e orecchie su mondi a noi totalmente estranei e lontani…chi sono i profughi siriani?
Sono persone che in realtà non vogliono partire…
Sono persone che dall’inizio dall’inizio del conflitto che li ha travolti, non si aspettavano una guerra così…
Sono persone che, quando tutto sarà finito, torneranno a casa e proveranno a ricostruire…
Sono persone la cui unica via di fuga è la strada che da Aleppo porta in Turchia…la strada più bombardata di tutte, dove si spara a qualunque cosa si muova, dove i bordi della carreggiata sono ormai delimitati dai cumuli di cadaveri…dai pezzi delle persone uccise mentre cercavano di scappare…di mettersi in salvo…
Sono persone, persone come noi.
E noi, come le osserviamo?
“Quando metti la camera da presa in un punto, non puoi esimerti dalla responsabilità di averla messa in quel punto e non in un altro.”
Così Paolo Martino, documentarista che frequenta da anni il Medio Oriente, dove ha conosciuto la quotidianità, i sogni e le delusioni dei rifugiati, ha sintetizzato il nostro modo di guardare a quelle persone con la metafora di uno strumento che lui conosce bene: la macchina da presa.
Lo sguardo “da macchina da presa” del mondo occidentale, ha spiegato Paolo, è abituato a guardare a queste persone associando loro soltanto la disperazione, la miseria senza spostare lo sguardo oltre…
Per esempio sul fatto che sono persone dalle mille risorse, dal grande coraggio, dall’infinito ingegno e dalla grandissima determinazione…sul fatto che utilizzano tutti i mezzi che hanno loro disposizione per arrivare dove vogliono…sul fatto che la democrazia (nel senso più antico del termine) non è una cosa che ricercano ma un qualcosa che conoscono meglio di noi…
Ce lo ha mostrato Paolo con questo suo video : La democrazia quotidiana dei migranti: il consiglio di Idomeni. Nel campo di Idomeni, al confine tra Grecia e Macedonia, infatti ogni giorno i migranti si riuniscono in consiglio. Per discutere del loro futuro e delle strategie per attirare l’attenzione del mondo sulla loro situazione disperata.
Riflettendo sul nostro fare di queste persone un semplice oggetto di compassione o, all’estremo opposto, di sfruttamento, Francesca e Paolo hanno sottolineato come chiunque sia fuggito da un filo spinato con i colpi di mortaio alle spalle, meriti invece da parte di chi lo “accoglie” soltanto UMANITA’.
Un pomeriggio in cui il racconto, la parola e le immagini non hanno semplicemente descritto ma hanno creato, hanno fatto immedesimare, pur rimanendo in disparte…
Un pomeriggio in cui si è preso atto che certe cose esistono…e che se esistono devono e possono essere cambiate.
#OfficineGomitoli
Officine Gomitoli presenta: “Di passi e di respiri” di e con Giuseppe Cederna
“Cosa succede nelle nostre vite- cosa deve succedere- perché qualcosa di quello che viviamo- un incontro, un avvenimento, un libro, uno spettacolo, un film, un viaggio- ci tocchi così profondamente da lasciare un’impronta e diventare parte di noi?”
Domenica 25 settembre alle ore 20:00, il Centro Interculturale Officine Gomitoli, presenta“Di passi e di respiri”, la performance teatrale di e con Giuseppe Cederna, attore e scrittore italiano, che rappresenta un viaggio sulle orme dei pellegrini e dei camminatori erranti del nostro mondo.
L’iniziativa, organizzata in contemporanea con l’apertura del Festival del buon vivere di Forlì, vuole proporre un’idea di mondo e comunità, dove l’incontro tra differenti, tra italiani e migranti, tra servizi e città, diventa opportunità piuttosto che fili spinati, separazione e paura.
La serata, organizzata in collaborazione con le associazioni “Astrea, Sentimenti di giustizia” e “A voce Alta” e con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, avrà ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti.
Per confermare la propria adesione, inviare una mail all’indirizzo officinegomitoli@coopdedalus.org. entro giovedì 22 settembre.
Vi aspettiamo!
#OfficineGomitoli
“Corpus comune”: Sulle rotte dei migranti con Marisa Albanese
Ripercorrere virtualmente e fisicamente le rotte dei migranti.
Questo è il senso di “Corpus comune”, il progetto artistico itinerante di Marisa Albanese che ieri, Giornata mondiale del rifugiato, è approdato al Centro interculturale Officine Gomitoli.
Dando il via al primo di una serie di incontri con cadenza bisettimanale per il mese di giugno, da riprendere poi in settembre, Marisa Albanese ha incontrato un gruppo di giovani migranti (minori e non), provenienti da Gambia, Senegal, Mali, Costa d’Avorio, Benin e Burkina Faso. Dopo un primo momento di normale spaesamento e conoscenza reciproca, i ragazzi hanno preso a parlare, disegnare e a dare spazio alla creatività. Partendo dal ricordo di qualcosa di difficile e doloroso, il momento in cui hanno dovuto lasciare la loro terra d’origine e l’esperienza del viaggio soli, attraversando terre in conflitto e alla volta dell’ignoto, ciascuno di loro ha cominciato a trasformare il dolore in forza creativa ed emozione positiva.
Diretti da Marisa Albanese nella scoperta di piccoli “trucchi del mestiere” (la creazione di nuovi colori, la preparazione di un tavolo da lavoro, l’utilizzo di tecniche) i giovani presenti hanno raccontato le loro storie…silenziosamente, istintivamente, spontaneamente e con forza…superando tra loro e tutti i presenti qualunque tipo di barriera linguistica, timidezza e sfiducia.
Avviando con questo incontro la seconda parte del percorso di “Corpus comune”, dopo la prima parte tenutasi sull’isola di Lampedusa, l’augurio che Marisa fa è però sempre lo stesso: che le energie positive e la forza creativa di questi giovani migranti crei opere pittoriche e/o scultoree e lavori espressivi che andranno a essere parte integrante del Corpus Comune e che raccontino il movimento dei corpi, lo spostamento e il flusso di energia, obbligando così il “noi” a sentire e vedere come parte di sé e come bellezza “l’Altro”.
Per Tessere Idee: Officine Gomitoli presenta “Corpus Comune” di Marisa Albanese
In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato del 20 giugno, nei locali del centro interculturale “Officine Gomitoli”, la Coop. Dedalus di Napoli, è lieta di ospitare Marisa Albanese, artista visiva, che presenta Corpus Comune, un articolato progetto nomade partito da Lampedusa che ripercorre virtualmente e fisicamente le rotte degli immigrati.
Corpus Comune è partito da Lampedusa, il luogo simbolo, iperluogo dell’evento migratorio. Lampedusa è il porto di approdo, il posto in cui si arriva per primi, se ci si arriva, e da cui si vuole spostare via per altremete, per avere una vita differente, un destino migliore. Lampedusa è il simbolo dello sbarco, la prima tappa dell’arrivo, e proprio da lì, è iniziato il progetto. La prima parte sull’isola si è svolta con notevoli difficoltà. Prima una breve visita all’Hotspot dove, straordinariamente, l’artista è riuscita a entrare e scattare delle foto. Successivamente, si è tenuto un laboratorio artistico ospitato dal Centro Studi Ibby, no profit organization, con un gruppo di migranti dai 16 ai 27 anni, provenienti da Gambia, Sudan, Darfur… Giorni in cui ci si è incontrati per conoscersi, parlare, disegnare, costruire forme, portare la mente in un vuoto fertile e dare spazio alla creatività.
Nel corso del laboratorio a Lampedusa si sono prodotti opere pittoriche e scultoree, lavori che sono già parte integrante del Corpus Comune.
La seconda parte del percorso si inaugura, non a caso, nella Giornata Mondiale del Rifugiato indetta dalle Nazioni Unite per ricordare la data di approvazione, nel 1951, della Convenzione sui profughi da parte dell’Assemblea generale dell’ONU.
Questa fase prevede un laboratorio con cadenza bisettimanale per il mese di giugno, da riprendere poi in settembre. Il laboratorio di scultura sarà ospitato nel salone centrale di Officine Gomitoli ospiterà un laboratorio di scultura diretto da Marisa Albanese con rifugiati e migranti di ogni età e nazionalità seguiti da varie associazioni attive sul territorio. Si racconteranno storie. Si cercherà di esplorare l’immaginario e la creatività di persone partite alla ricerca di un luogo migliore da abitare e le loro testimonianze. Lo si farà attraverso dei manufatti, con un approccio istintivo, spontaneo, condiviso, capace di superare barriere linguistiche, timidezze e sfiducia.
Il progetto Corpus Comune muove dall’attenzione che da sempre l’artista ha posto nei confronti delle questioni identitarie e delle problematiche sociali e che nei lavori degli ultimi anni si è concentrata sui fenomeni delle migrazioni. Lo sguardo si è focalizzato sui mutamenti intervenuti nello sviluppo della società occidentale nel rapporto uomo/natura e sul portato culturale che inevitabilmente tali migrazioni producono; a fianco di una prospettiva che vede nell’accelerazione dei movimenti migratori una questione da gestire sia sul piano umanitario, sia su quello politico per renderla non più solo un “problema”, ma soprattutto un’opportunità di vita per milioni di persone, vi è anche l’inevitabile constatazione che la cosiddetta “crisi umanitaria” segni, soprattutto, l’emergere di una crisi radicale di un modello di vita e di relazione con gli altri fondato sul dominio e sullo sfruttamento, modello che ha governato per secoli il pensiero – e la pratica – della società occidentale. I rifugiati sono la cartina di tornasole di una crisi forse irreversibile di un modello di società e di visione del mondo che ha confuso l’ottimismo della globalizzazione con forme antiche e nuove di sfruttamento. Il lavoro di Marisa Albanese pone questo evento epocale in relazione con temi quali il movimento dei corpi, lo spostamento e il flusso di energia e le ripercussioni socio-politiche sulla nostra società di un mondo non più eurocentrico ma obbligato a “sentire” e vedere come parte di sé l’altro che arriva.
Temi e prospettive che sono coerenti con le modalità che da sempre la Dedalus utilizza nel suo lavoro quotidiano con le persone migranti, fuori da logiche meramente assistenziali, ma centrate sulla partecipazione e l’emancipazione delle donne e degli uomini che entrano in contatto con i servizi. Così come “Officine gomitoli” vuole essere luogo, anche in questo caso in modo coerente all’esperienza artistica di Marisa Albanese, dove l’incontro tra differenze produce bellezza e cultura, diventa occasione di benessere per tutta la comunità.
Questo percorso che avrà altri step, in altri luoghi e in altri Paesi, seguendo anch’esso il proprio destino nomade, non solo vuole denunciare, ma, soprattutto, ritrovare altre forme di vita, dignità non ancora spezzate, presenze che si consegnano alla vita.
«Umuntu ngumuntu ngabantu» «Io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo» (motto dell’etica filosofica Ubuntu)