“Forme migranti” – Il racconto del mare @Officine Gomitoli

Disegnare il mare…

Il mare mosso…

Il mare con i cavalloni…

Il mare con la sabbia mossa…

L’onda che si rivolta…

L’onda che si frange sullo scoglio…

La sabbia bagnata…

Un paesaggio marino con il vento…

Il mare calmo e azzurro….

Il mare caldo…

Il mare rilassante…

Il mare romantico…

Tanti tipi di mare, quante le emozioni di tutt* noi…

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Canto moderno @Officine Gomitoli

Conoscere il canto può diventare, per ognuno di noi, un’occasione preziosa per riconoscere e sviluppare le potenzialità nascoste della nostra voce…

Così già dal primo incontro del laboratorio di canto moderno, i/le partecipanti hanno cominciato a vivere esperienze volte allo sviluppo della ricchezza timbrica del suono vocale, della sua estensione e del volume, nonché una conoscenza dell’integrazione  fra voce parlata e voce cantata…

Siamo davvero tutt* in grado di cantare?

A Officine Gomitoli sembra proprio di sì!

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Forme migranti @Officine Gomitoli

Simbologie, forme, colori per arrivare a disegnare una propria, unica idea del mondo che ci circonda…

“Si fa arte è per se stessi, si illustra per gli altri”.

Così, insieme a Fabio Cremonese, i ragazzi e le ragazze hanno cominciato a riflettere su come illustrare significa raccontare attraverso le immagini, spesso anche una sola immagine…un tratto, il proprio…

Non si tratta quindi semplicemente di fare “bei disegni”, anzi a volte si può illustrare benissimo con un scarabocchio…

Una buona illustrazione unisce è sintesi espressiva e efficacia comunicativa…

Un buon illustratore aggiunge a tutto ciò uno “stile” che lo rende unico e inconfondibile…

Capace di raccontare e raccontarsi…da solo e insieme agli altri…

Così, in un percorso itinerante all’interno della struttura dell’ex lanificio borbonico, i/le partecipanti hanno cominciato ad approcciare le loro forme migranti…

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Laboratorio di cucito “Taglio&Confezione” @Officine Gomitoli

Il laboratorio, ideato e condotto dalla Prof.ssa Francesca Meglio, si articola in due percorsi: uno base e l’altro avanzato.

Il percorso di base ha come obiettivo la conoscenza e l’approfondimento della modellistica di base, l’elaborazione di tutti i passaggi successivi fino alla realizzazione del capo, e conoscenza quindi del taglio su tessuto e confezione.

Il percorso avanzato intende, invece, ampliare la conoscenza non solo della modellistica di base ma di tutte le possibili variazioni di idee creative poi applicate alla modellistica con logica e ragionamento individuale, alla realizzazione finale del capo.

Alla fine dei percorsi, tutti i partecipanti, in un percorso creativo integrato, organizzeranno un piccola sfilata.

#OfficineGomitoli

Le istallazioni tessili di Federica Terracina @Officine Gomitoli

Un percorso allestitivo dedicato all’arte tessile e alla creatività…

Tessendo microsculture e abitando con amore i luoghi che viviamo, così i ragazzi e le ragazze che partecipano al workshop “Abito” ci mostrano infiniti modi d’ intrecciare…

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Laboratorio di illustrazione “Forme migranti” @Officine Gomitoli

Il laboratorio “Forme migranti”, ideato e condotto da Fabio Cremonese, è un percorso artistico itinerante in cui ogni partecipante esprime la propria creatività mettendosi in contatto con il luogo circostante (l’ex Lanificio borbonico), sviluppando una propria grammatica di segni e disegni. Si darà vita a un libro di immagini, memorie, sensazioni e percezioni, esprimendo a pieno la propria libertà creativa.

#OffcineGomitoli

Il viaggio dei migranti: Kakum e Lampedusa. Due tappe di un miraggio.

In occasione della tragedia del 3 ottobre 2013, in cui persero la vita circa 400 migranti al largo delle coste di Lampedusa, il Centro Interculturale Officine Gomitoli ha ospitato un evento-dibattito sul viaggio dei migranti, in cui è stato proiettato, con la presenza del regista, il film “The Invisible City” sulla realtà di Kakuma (in Kenia) uno dei campi profughi più popolosi del mondo, svelando le reali dinamiche interne al campo profughi.

Attraverso le storie di bambini/e ragazzi/e che hanno perso il contatto con i propri genitori, il film-documentario racconta il campo di profughi che e stato costruito nel mezzo del deserto Turkana, in cui molti dei suoi nuovi arrivati sono appunto bambini inviati dai loro genitori che abitano nelle zone di conflitto.

Nella discussione scaturita dopo la visione del film, moderata da Glauco Iermano (responsabile area Minori Stranieri Non Accompagnati della cooperativa Dedalus) e con la presenza del regista  Lieven Corthouts, i/le ragazzi/e del Liceo P.Villari (che hanno assistito alla proiezione) hanno riflettuto ad alta voce sulle vite di questi/e bambini/e che afferrano tutte le opportunità nel campo per ricostruire la loro vita.

Una riflessione ad alta voce su dei/delle ragazzi/e che, loro coetanei, si trovano a dividersi tra il desiderio di studiare, la necessità di trovare un lavoro ed anche di costruire la propria casa.

#OfficineGomitoli

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Presentazione Laboratorio di fotografia “Dallo scatto al progetto” @Officine Gomitoli

Lunedì 18 settembre dalle ore 15:30 alle ore 18:00 Officine Gomitoli ospiterà la presentazione del laboratorio di fotografia “Dallo scatto al progetto”che si terrà ogni venerdì dalle 15.30 alle 18.30 a partire dal 22 settembre.

Alla presentazione saranno presenti Marialilia Brando, fotografa professionista e docente del laboratorio insieme a Stefano Schirato, fotoreporter e docente di fotogiornalismo che, al termine del laboratorio, terrà un workshop di approfondimento.

Vi aspettiamo!

#OfficineGomitoli

Culture Migranti @Officine Gomitoli

Germania, Francia e Spagna si sono incontrate a Napoli venerdì 19 e sabato 20 maggio per “Culture Migranti: danza, musica e arte senza frontiere”, un’iniziativa degli Istituti di Cultura europei (EUNIC Napoli ovvero Goethe-Institut, Institut Français e Instituto Cervantes) in collaborazione con la cooperativa sociale Dedalus.

Due giorni con artisti internazionali e rappresentanti di diverse realtà e cooperative sociali europee, per promuovere e sviluppare uno scambio di esperienze tese a testimoniare e a valorizzare l’integrazione attraverso la cultura e l’arte, in particolare dei giovani.

La due giorni è stata inaugurata venerdì mattina con la tavola rotonda dal titolo “La Cultura come integrazione. Esperienze Migranti” che ha visto il racconto di tre importanti testimonianze provenienti appunto da Francia, Spagna e Germania.

Dopo il momento di saluti istituzionali fatti sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, e una breve presentazione della giornata e della genesi del progetto avviata da Elena de Filippo, presidente Dedalus cooperativa sociale, e maggiormente dettagliata da Jean-Paul Seytre, console generale di Francia a Napoli e direttore dell’Institut français Napoli, Maria Carmen Morese, direttrice Goethe-Institut, Luisa Castro Legazpi, direttrice Instituto Cervantes Nápoles, si è dato avvio al racconto delle testimonianze di tre realtà ed esempi differenti di cooperative sociali che promuovono ogni giorno, concretamente, l’integrazione attraverso l’esperienza e la conoscenza dell’arte.

Attraverso l’introduzione di Piero Sorrentino, giornalista e conduttore della trasmissione Zazà di Radio 3 Rai, che ha moderato il dibattito, a dare inizio agli interventi è stata Sarah Affani, responsabile del polo Passion di Singa France, che ha raccontato come l’associazione SINGA, fondata nel 2012 e attualmente una comunità di 20,000 membri, attraverso eventi culturali aiuta l’integrazione, accompagna alla formazione professionale e soprattutto è una piattaforma di scambio tra la società civile e i rifugiati, mirando a favorire la creazione di spazi e strumenti di incontro, scambio e collaborazione culturale, sociale e imprenditoriale tra i rifugiati e richiedenti asilo e le comunità ospitanti.

Subito dopo è stata la volta di Salma Jreige, direttrice del Progetto Multaka: Treffpunkt Museum (Multaka: il museo come punto di incontro) fondato nel 2015. Salma ha raccontato come, nel dicembre 2015, il Museo di Arte Islamica di Berlino, in collaborazione con altri 3 musei berlinesi, ha dato avvio al progetto mirato a insegnare a rifugiati e immigrati provenienti da Siria e Iraq a diventare guide nei musei affidando loro il ruolo di guida-tour per i rifugiati nella loro lingua madre. Salma ha raccontato anche come a questo progetto partecipano attualmente altri 4 musei adiacenti, che assieme ricoprono temi che vanno dall’antico Medio Oriente, Bisanzio, il periodo islamico fino alla storia tedesca più recente, creando così una connessione fra il patrimonio culturale dei paesi d’origine dei visitatori con la storia del nuovo paese che li accoglie. Focalizzando l’attenzione sul fatto che in lingua araba “multaka” significa “punto di incontro” e che il progetto ha organizzato seminari interculturali che hanno facilitato sia i rifugiati che i madrelingua tedeschi ad incontrarsi fra loro, Salma ha concluso il suo intervento con un focus su quello che è stato (e attualmente è) l’obiettivo del progetto: favorire una partecipazione culturale attiva attraverso un processo di appropriazione delle istituzioni culturali.

Dopo Francia e Germania, è stata poi la volta della Spagna che attraverso le parole di Quim Guinot, direttore della Fundación Soñar Despierto,  ha raccontato come la fondazione abbia avuto origine dalla Asociación Juvenil Soñar Despierto fondata in Messico nel 1998 come risposta attiva di un gruppo di ragazzi a tutte le gravi carenze e minacce che quotidianamente  affrontano bambini e adolescenti. Nel suo racconto, Quim Guinot ha sottolineato come la Asociación Soñar Despierto nata poi a Barcelona nel 2000, si sia data come chiaro obiettivo quello di aiutare i bambini a rischio di esclusione sociale, che vivono in centri di accoglienza, istituti per l’infanzia e comunità di pronta accoglienza, con l’appoggio di persone che hanno voglia di dare il meglio di sé per gli altri.

A chiudere gli interventi di racconto dell’esperienza, non poteva mancare la parte italiana rappresentata proprio dalla Cooperativa Sociale Dedalus e raccontata dalle parole della presidente Elena de Filippo che ha raccontato come la Dedalus, con un’esperienza di oltre 36 anni nel campo della ricerca, progettazione e gestione di servizi a valenza sociale, interviene quotidianamente nel campo delle problematiche connesse all’esclusione sociale delle fasce deboli, dell’economia del territorio e dello sviluppo locale, con particolare interesse alle tematiche inerenti i flussi migratori e ai diritti e doveri delle persone migranti nei loro percorsi di emancipazione e cittadinanza. Focus del suo intervento è stato il racconto delle attività portate avanti al Centro Interculturale “Officine Gomitoli”, un luogo uno spazio di pratiche e produzioni tese a supportare l’incontro interculturale e la convivenza  e la convivenza delle differenze, un’officina, appunto, finalizzata a promuovere opportunità sociali e personali degli adolescenti e dei giovani migranti e italiani del territorio, un presidio che sta diventando sempre di più luogo di riferimento stabile e appetibile, per la realizzazione di attività ludico-ricreative e per lofferta di spazi permanenti di socialità e incontro dove giovani italiani e stranieri possano trovare processi condivisi di costruzione di competenze utili al loro futuro.

La mattina si è poi conclusa con gli interventi dei tre artisti internazionali invitati dagli Istituti stranieri Darío Alvarez-Basso, Nadeeya GK e Babou Bojang, ognuno portavoce della propria storia ed esperienza d’integrazione culturale.

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La giornata di venerdì e poi continuata con l’avvio dei lavori  in contemporanea dei tre workshop presso i locali di Officine Gomitoli e del Lanificio25… un pomeriggio di arte…danza…e musica!

Con Darío Alvarez-Basso, artista plastico ispano-spagnolo nato a Caracas ed in seguito trasferitosi in Spagna, i ragazzi che hanno partecipato al workshop hanno realizzato “Il cammino del serpente”. Dipingendo a piedi nudi, utilizzando proprio i piedi e i corpi gli degli altri, hanno formato un’unica entità collettiva finale. Sentendo l’esperienza artistica come strumento di comunicazione del subconscio di gruppo, come strada efficiente di espressione di sentimenti, emozioni, sensazioni ed esperienze, come strumento educativo e sociale aperto a tutti i ragazzi hanno dipinto il corpo del serpente (il suo cammino vitale), seguendo il ritmo della musica.

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Con Nadia Gabrieli Kalati, in arte “Nadeeya”, giovane ballerina urbana (House Dance/Krump/Afro) italo-camerunese, le ragazze che hanno preso parte al workshop di danza per Culture Migranti hanno conosciuto l’afro house spirit, un concetto creato da Ousmane “Babson” Sy, punto di riferimento sia nazionale che internazionale per quanto riguarda la danza urbana. La performance che hanno realizzato le ha viste danzare gli step basici della house dance ma con lo spirito afro, percependo la danza come un linguaggio universale.

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Con Babou Bojang, rapper di origini gambiane in Gambia emigrato in Germania nel 2006,  i ragazzi che hanno scelto di prendere parte al workshop di musica rap hanno creato il brano “Dream team”. Il laboratorio tenuto per Culture Migranti, infatti, ha avuto l’obiettivo di scrivere e presentare insieme proprio una canzone rap, aumentando così le competenze sociali e la creatività dei ragazzi e delle ragazze. Il workshop si è svolto in più fasi, partendo da esercizi di allentamento, di ritmo e di voce, sviluppando insieme un tema per la canzone, studiando i diversi metodi per scrivere un testo, e, infine, imparando a mettere le loro parole in musica…registrandosi!

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Il giorno successivo, sabato 20 maggio, i lavori dei workshop sono andati avanti…tra ultimi ritocchi di pittura, prove generali di danza e riscaldamento della voce i ragazzi e le ragazze si sono prepararti al debutto.

Nella serata di sabato infatti, negli spazi del Lanificio25 si è tenuta la Festa di “Culture Migranti”

Ospite d’eccezione della serata, presentata da Marialuisa Firpo, è stata l’artista e cantante di origini tunisine M’Barka Ben Taleb, che ha raccontato la sua concreta d’integrazione culturale della nostra città.

Nel corso della serata, alla musica di M’Barka, sono seguite le performance di musica, danza e arte realizzate durante i laboratori creativi a cura dei tre artisti e che hanno visto protagonisti giovani, migranti e non, di diverse  nazionalità (Italiana, Nigeriana, Ucraina, Algerina, Tunisina, Senegalese, Rumena, Egiziana, Colombiana, Marocchina, Eritrea, Gambiana, Beninese, Bengalese, Bulgara).

La Festa di Culture Migranti si è poi conclusa con un brindisi alla cultura, straordinario strumento di integrazione per un nuovo mondo migrante, senza frontiere.

L’evento è stato patrocinato dal Comune di Napoli e dall’Accademia di Belle Arti di Napoli, con la cooperazione  Wine&theCity  2017 e di Made in Cloister.

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