Buoni propositi per il 2018 @Officine Gomitoli
“Mi sono trovata veramente bene e ho potuto non solo conoscere nuove persone ma partecipare a laboratori innovativi che non troverei normalmente. Questa felicità l’ho trovata non solo nel laboratorio a cui ho partecipato ma anche in tutti gli altri”
Con la volontà di approfondire il rapporto tra i ragazzi e le ragazze e lo “spazio” Officine Gomitoli, nonché per dare avvio ad un percorso di (auto)valutazione, è stato proposto un incontro…
Tre parole che ti vengono in mente pensando ad Officine Gomitoli…
Tre cose che ti sono piaciute e tre cose che non ti sono piaciute del laboratorio che hai frequentato.
Che attività ci proporresti/ ti piacerebbe fare nei prossimi mesi?
Partendo da queste tre semplici domande, si è dato inizio ad una discussione partecipata su cosa ha rappresentato per loro l’intero anno passato insieme e su quali sono le loro aspettative (e proposte) per quello appena iniziato. La prima cosa emersa dai ragazzi e dalle ragazze presenti è stato riconoscere che non tutti i luoghi sono per loro uguali e che alcuni sono dotati di una capacità di attrazione decisamente superiore rispetto ad altri. Nella discussione con loro è infatti emerso che, sul territorio, esistono luoghi che possiedono la forza di calamite in grado di attirare quasi la popolazione giovanile così come all’opposto, ve ne sono altri che alimentano in loro una repulsione, ambienti che non riescono a intercettare la loro sensibilità e che per questo vengono sistematicamente evitati. Partendo da questa premessa, fatta da loro, è poi emerso che l’attrattività o la non attrattività di certi luoghi non dipende dalle loro caratteristiche fisiche, sociali e simboliche ma piuttosto dall’atmosfera creata dal mix di questi elementi. Così, posizione condivisa è stata quella per cui i luoghi non sono semplici contenitori o spettatori nella vita di un giovane, ma vengono da essi percepiti e vissuti come dei veri e propri laboratori di costruzione del senso e dell’identità.
Partendo da domande da cui è poi scaturito uno scambio di opinioni assembleare, è emerso che Officine Gomitoli rappresenta per i ragazzi e le ragazze uno spazio di ritrovo per le attività del tempo libero, in cui si sono trovate e si coltivano parte delle amicizie del periodo adolescenziale-giovanile. Officine Gomitoli è stato quindi identificato come un punto di riferimento per il ritrovo ma anche per la costruzione della propria visione delle cose della vita e di emersione di alcuni inattesi tratti relazionali e orientamenti simbolici che, proprio in questi spazi, trovano espressione sulla base dell’esigenza di vivere delle relazioni in maniera tangibile e in ambienti informali, aperti e in contatto col fluire della vita. L’immagine comune che ai/alle giovani è venuta in mente pensando ad Officine Gomitoli è stata quindi quella di un ambiente nel quale si ritrovano tracce di relazione tra persone conosciute ed estranei, un luogo nel quale si trascorrono attimi di vita comune, in cui si riscopre anche la convivialità del consumare cibo e bevande insieme ad altri mentre si scambiano e si formano opinioni.
Considerato un luogo nel quale si ri-attivano comunicazioni e relazioni che spesso non trovano altri spazi per manifestarsi, soprattutto nel rapporto tra giovani adolescenti italiani e con background migratorio, quello che è stato curioso scoprire è che i/le giovani sentono poi l’esigenza di comunicare questa esperienza socializzante, immortalandola con fotografie condivise sui social network. Sugli account Istangram così come su quelli Facebook dei ragazzi e delle ragazze che quotidianamente frequentano le attività laboratoriali infatti, di recente Officine Gomitoli è diventato uno dei luoghi privilegiati per i selfie, ovvero per quei autoritratti fotografici volti alla esplicita esibizione di sé stessi, delle proprie attività e dei propri amici. Curioso è stato notare come le stesse parole ricorrenti negli hashtag dei ragazzi e delle ragazze, siano state poi le stesse emerse in risposta alle nostre domande per dare il via alla discussione. Ci siamo ritrovati così davanti a tag come: #luogodelcuore #ilmioluogofelice #felicità #stareinsieme #amici #libertà #famiglia e così via.
La centralità di Officine Gomitoli è stata spiegati dai ragazzi e dalle ragazze col fatto che nella ricerca di spazi in cui vivere le relazioni amicali, l’idea del divertimento e del dare libera espressione di sé, essi prediligono luoghi aperti e meno formalizzanti
Rendersi conto della grande domanda di socialità rivolta a Officine Gomitoli, e della caratteristica specifica che i ragazzi e le ragazze gli attribuiscono, quella cioè di essere uno spazio vivo, che ascolta e dialoga e che li fa sentire parte di “qualche cosa”, è stata l’occasione per riflettere sulla concreta possibilità di agganciare i giovani e di avvicinarli stabilmente ai contesti espressivi ed educativi, dove è possibile incontrarsi, frequentarsi, fare amicizia, far sbocciare l’amore o scambiarsi opinioni, consigli o dove serenamente confrontarsi con altri senza riserve, disagi o paure.
Programma Eventi&Laboratori Gennaio 2018 @Officine Gomitoli
Quale modo migliore per iniziare il 2018? A Officine Gomitoli siamo già pronti con tante nuove attività!
Vi aspettiamo! ^_^
Gomitoli in festa – Danze, canti e disegni dal mondo
Officine Gomitoli apre le porte del suo centro interculturale con una festa per raccontare i laboratori artistici di teatro, canto e illustrazione frequentati da giovani, migranti, ragazze e ragazzi del territorio.
A conclusione di questo ciclo di laboratori, Officine Gomitoli mette in scena talenti per salutarsi prima delle vacanze natalizie.
In scena:
Performance Appunti di viaggio del laboratorio di teatro – danza “Riconosci te stesso”
Canti corali intonati dai ragazzi e dalle ragazze del laboratorio “Voci dal mondo”
Esposizioni artistiche del laboratorio di illustrazione “Forme Migranti”
Forme migranti in speed date @Officine Gomitoli
Ultime due tappe del laboratorio “Forme migranti “:disegno formula speed date…
I/le partecipanti, seduti l’uno di fronte all’altra in una fila di tavoli, si sono reciprocamente disegnati cercando di conoscersi e facendosi conoscere in un limite di tempo prestabilito…
Così son venute fuori nuove forme migranti…
Immagini di cosa ognuno ha visto nelle persone che ha avuto di fronte…
Immagini di disegni condivisi e realizzati a quattro mani in cui, seduti intorno a un tavolo e muniti di fogli bianchi e matite colorate, tutti hanno scelto un soggetto e iniziato a disegnarlo ma…ogni 15 secondi, il foglio passava al compagno o alla compagna alla propria destra, che per altri 15 secondi ha continuato il disegno, e così via fino alla fine…
Forme in azione @Officine Gomitoli
Nona tappa del laboratorio “Forme migranti ” con i ragazzi e le ragazze abbiamo creato “Forme in azione”…
Laboratorio “Limen portraits” – ReGeneration 2 @Officine Gomitoli
Partire da un’immagine scattata all’Altro/a e riflettere sull’immagine che ognuno da di sé…
Una riflessione ed una scoperta del lato più profondo che ognuno di noi spesso non vuole riconoscere…
Un portare alla luce la propria complessità psichica, i punti di forza come i propri limiti, una reintegrazione di nuove immagini di sé stessi, attraverso un viaggio che non è solo fotografico, ma una ricerca ben più profonda…
Questo il laboratorio Limen Portraits @Officine Gomitoli…
Costruire riciclando @Officine Gomitoli
Realizzare e creare oggetti utilizzando materiale riciclato, per insegnare ai/alle giovani a creare con poco, per incentivare la loro fantasia ed applicare il loro senso dell’ingegno…
Dando così una seconda vita a materiali come carta da regalo, cartone, imballaggi, bucce di frutta, bottiglie e vasetti di plastica, bicchierini di vetro, vasi e vasetti, scatole e scatolette li si è trasformati in giochi, giocattoli, addobbi, oggetti e tutto quello che ha suggerito loro la fantasia.
Progetti fotografici @Officine Gomitoli
Passata la fase iniziale ovvero quella “dell’innamoramento” e delle necessarie riflessioni tecniche, si torna al significato di fotografare, osservando e analizzando la realtà intorno a sè, con il fine di sviluppare la propria sensibilità artistica.
Come?
Realizzando dei progetti fotografici che richiedono impegno e mantengono vivo lo stimolo e l’atteggiamento giusto. Questo perché fotografare senza un progetto ben definito può andare bene ogni tanto, per svagarsi, ma a lungo termine c’è bisogno che il nostro lato artistico si evolva.
Fotografare è in parte cogliere l’attimo, in parte seguire l’istinto, ma anche esprimere le proprie idee, quelle più profonde e complesse.
Spesso si sente parlare di “progetto fotografico”e nell’immaginario delle persone — forse proprio per l’uso della parola “progetto” — si pensa che ci deva essere uno studio e tanta pianificazione dietro.
Ma è veramente così?
Oppure è frutto del talento?
O semplicemente una botta di “fortuna” all’ennesima potenza?
Una cosa non esclude l’altra.
Un “progetto fotografico” non deve essere necessariamente “pianificato” a tavolino, ma può scaturire anche da una semplice intuizione. Che significa in fondo la parola “progetto” se non semplicemente “gettare avanti”?
Così per strada, con le loro fotocamere e un’intuizione, i ragazzi e le ragazze del laboratorio di fotografia “Dallo scatto al progetto” hanno messo in moto il cervello ad “immaginare” foto che, coerenti tra loro, possono permetter loro di comunicare qualcosa…
Raccontare una storia…
Documentare una situazione…
Seguire l’evoluzione o la crescita di qualcosa…
Mostrare la peculiarità di un posto…
E allora perchè non uscire di casa con la fotocamera in mano e degli obiettivi in mente?
Appunti di viaggio @Officine Gomitoli
Il mito ci aiuta a comprendere l’oggi, a dare voce e immagine a situazioni e paure dell’animo.
Partendo da questa convinzione, il laboratorio teatrale “Riconosci te stesso” ha provato a guardare il “mito” di Ulisse attraverso molteplici sguardi, tutti quelli dei ragazzi e delle ragazze che, partecipando al laboratorio, hanno raccontato il proprio viaggio personale…
Quello interiore verso sè stessi…
Quello per arrivare in Italia da posti lontani…
Quello in cui si è attraversata la morte e si è visto morire…
Quello in cui ci si è riconosciuti uguali e diversi da tutt*…
Così la storia di Ulisse, che attraversa il mare è diventata la storia di Ahmed, di Alessia, di Suleyman, di Gift che partono e arrivano in luoghi diversi ma cercando tutt* la stessa cosa: CASA.
Così la storia di Telemaco che aspetta il ritorno di suo padre Ulisse, guardando il mare, è diventata la storia di tutt* coloro che aspettano qualcuno o di ritornare da qualcuno… Così il vento e le onde hanno raccontato di come è difficile vivere la guerra… Così tutt* hanno narrato la storia di una propria attesa e di un proprio ritorno…fisico, spirituale, emotivo…
Nella costruzione di questi “Appunti di viaggio” racconti corali e immagini si sono fuse e mescolate in un’armonia narrativa fatta dell’immediatezza delle immagini del sogno e di quella delle immagini mitologiche…
In un linguaggio teatrale sposa varie lingue…nel loro essere innanzitutto esperienza emotiva, percorso di conoscenza dell’individuo, rispetto a se stesso e alla sua relazione con l’esterno, con il mondo, con l’altro…