ReGeneration: Laboratorio di Mapping Urbano

Nel  Laboratorio di Mapping Urbano previsto dal progetto ReGeneration i partecipanti esplorano la municipalità di Porta Capuana e descrivono, attraverso i diversi mezzi di comunicazione, i vecchi e i nuovi abitanti del quartiere…

Si comincia con il portiere dell’area dell’ex Lanificio e abitante della zona da 40 anni, l’architetto Antonio Martiniello e Ilaria Rossilli dello Spazio d’arte e cultura Made in Cloister

14650209_317081058671015_7975463767297718789_n 14642499_317084328670688_8415863913243909744_n 14650221_317084702003984_8212569784090417984_n 14650454_317081198671001_3871655636243521531_n 14650558_317101872002267_6683050166624187251_n 14657298_317081015337686_5791011927820936177_n 14671073_317081972004257_5251959304753407297_n 14671283_317081345337653_3937131220389487521_n 14671305_317084352004019_684920023777149391_n 14680577_317085335337254_2760953561337938825_n 14681803_317081542004300_3732178994501169879_n 14702408_317081608670960_7875551785477299582_n 14705613_317081445337643_2297132926188919910_n 14708267_317082175337570_7564125156285822175_n 14713707_317084382004016_5924314045002518308_n 14716127_317082028670918_7486309621700306771_n 14716270_317084558670665_7480501848273377492_n 14717175_317081135337674_1043269858406199290_n 14717289_317085192003935_8435159970620664096_n 14718828_317081178671003_307414438208193577_n 14729131_317081498670971_7174911750334591041_n 14731131_317081372004317_2827325313425155210_n

Si continua con Salvatore Dell’Aversano dell’ Ex Lanificio 25, Nino di Crea e Stampa 3d Napoli e i vecchi abitanti del luogo che ci hanno aperto le porte suoi loro tesori nascosti…

14502801_313178729061248_6322822829045340058_n 14519897_313179555727832_4160957666081897532_n 14523232_313179772394477_5901259476888761456_n 14590509_313178819061239_1741863262011331288_n 14641972_313179135727874_9113412688017139446_n 14642108_313179012394553_5553882015432697958_n 14650111_313179302394524_6795549200037795854_n 14650257_313179182394536_8960415023337356267_n 14670892_313179352394519_8407157000633152888_n 14680546_313179649061156_7123526313138831247_n 14691107_313179539061167_5761862574588841150_n 14691144_313180032394451_2720818215619028368_n 14713555_313179435727844_6372736271599331623_n 14713791_313178725727915_3471223036104193422_n 14718753_313178885727899_3739395556698558926_n 14718840_313179199061201_1686342108254499739_n

E ancora…tocca ai creatori dello spazio di coworking Intolab e ad Amhed proprietario del Money Transfer a Porta Capuana…

14572992_322393394806448_6371708132238007209_n 14610893_322388631473591_2743639198657303233_n 14633046_322387418140379_4553569724108396443_n 14650299_322388621473592_1413688778738290403_n 14695503_322388244806963_8734766418148031529_n 14702362_322388498140271_7545030425917085170_n 14705633_322387318140389_2676608037549165238_n 14708164_322393358139785_2113579562742470925_n 14713784_322388144806973_8736970803582282867_n 14721593_322388134806974_9019040325984371650_n 14721600_322393578139763_7432690914584094485_n 14729178_322388278140293_7249470918739296333_n14731166_322388921473562_6862996497124772791_n 14731139_322393388139782_1415007781041584913_n  14731182_322390051473449_7180143777293615538_n 14731344_322387998140321_3499952359836367968_n 14732324_322387431473711_8062848776269521324_n

E poi…SOPRALLUOGHI : inizia la fase di progettazione…

 

14591647_324738117905309_9037663896161486023_n 14906847_324738107905310_4278226743867874659_n 14925345_324738111238643_6614236255005905121_n

E poi…ricognizione in aula sul lavoro Foto/Audio/Video finora svolto…montata la prima intervista video in modalità multicamera e lavorati le foto e i testi per preparare il materiale che andrà sul sito interattivo e crossmediale…

14639821_326149584430829_1581907698078343250_n  14666235_326149264430861_1635972994608798982_n14908413_326149197764201_2124801255854851198_n   14910348_326149507764170_5034434700606932174_n14910480_326149441097510_2689313177615825368_n   14910486_326149661097488_8805224339283158793_n14915165_326149494430838_8269921295059620221_n    14925303_326149267764194_8361301328323068178_n14925352_326149594430828_2517513143690370288_n    14925609_326149194430868_5010037192464570031_n14925790_326149491097505_3972605673319520878_n  14947720_326149374430850_8588954770160404868_n14947826_326149361097518_3645103679393683495_n  14955952_326149201097534_8387085934649104175_n

 

#OfficineGomitoli

Il (buon) gusto dell’innovazione: il cibo come collante sociale

È pensabile far sì che la cucina possa costruire nuove forme di cittadinanza?

Interrogandosi sull’inventiva, sulle tradizioni, sul metissage e su tutto quel che riguarda le “ossessioni” legate al cibo, la  Fondazione Premio Napoli  sta facendo dialogare ricercatori, artisti e imprenditori nell’ambito del progetto “Il (buon)gusto dell’innovazione”, percorso che coinvolge i quartieri di piazza Garibaldi e di Montesanto.

La prima tappa ha avuto luogo proprio nella zona Aragonese giovedì 27 ottobre 2016  alle 17.00 presso il Centro interculturale Officine Gomitoli, con un incontro-dibattito a cui hanno preso parte Gabriele Frasca, presidente della Fondazione Premio Napoli, Gennaro Carillo (Università Suor Orsola Benincasa / Università di Napoli Federico II), Pasquale Sorrentino (Hotel Palazzo Caracciolo), Alfredo Guardiano (Astrea. Sentimenti di Giustizia), Andrea Morniroli (Cooperativa Dedalus, Centro interculturale Officine Gomitoli), Antonio Martiniello (Made in Cloister), Nicolangelo Gelormini (Made in Cloister) e Fabio Landolfi (Aste&Nodi- agenzia informale di sviluppo locale).

Partendo dal processo di rigenerazione urbana di notevole interesse, spontaneo, non pianificato, soprattutto non coordinato che è in atto nella zona di Porta Capuana, si è considerato come il “luogo della porta” sia un grande laboratorio per la convivenza tra le differenze…un luogo in cui le più diverse realtà dialogano di fatto, indipendentemente dalle intenzioni dichiarate dei soggetti  coinvolti e un luogo in cui il “mezzo” della convivenza è costituito per molti versi dal cibo.

Pur nella differenza tra i vari interventi  un denominatore comune può essere individuato nel cibo come veicolo di legami sociali impensati tra le comunità che vivono a ridosso di Porta Capuana. Al tempo stesso, il discorso sul cibo implicherà una riflessione sui rapporti tra alimentazione corretta e reddito, con l’obesità e le patologie connesse diffusa dove i livelli reddituali sono più bassi”.

E in effetti è proprio così!

Il discorso sul rapporto tra cibo e innovazione, tradizioni locali e mode culinarie sempre più globali, coinvolge non solo gli “esperti” ma anche  e soprattutto gli abitanti del territorio. Proprio per rafforzare l’importanza di questo aspetto e, allo  stesso tempo, per favorire il coinvolgimento dei cittadini, sono stati coinvolti nel progetto due dei quartieri chiave della città, sia dal punto di vista  della cultura gastronomica sia da quello artistico e imprenditoriale: Piazza  Garibaldi (Area Aragonese) e Montesanto.

I prossimi incontri promossi nell’ambito del progetto, lasceranno tracce permanenti nei quartieri interessati. In particolare, per l’area di Montesanto verrà sviluppato un percorso di realtà aumentata basato su sensori di geolocalizazione che, attraverso smartphone, permetteranno di accedere a una narrazione multimediale di Montesanto attraverso le storie e i volti di chi ha scritto e sta continuando a scrivere la storia di un quartiere simbolo di Napoli (anche) attraverso il cibo.

È pensabile far sì che la cucina possa costruire nuove forme di cittadinanza?

Da quello che succede a Napoli, sembrerebbe sì.

#OfficineGomitoli

thumbnail_20161027_175529 thumbnail_20161027_175548 thumbnail_20161027_175607 thumbnail_20161027_175636 thumbnail_20161027_175642 thumbnail_20161027_175715 thumbnail_20161027_175729 thumbnail_20161027_175818 thumbnail_20161027_175937

Presentazione del libro “Da Barbiana A Scampia: verso la comunità di apprendimento” di Paolo Battimiello e Viviana Reda

Mercoledì 26 ottobre alle ore 17:30 il Centro Interculturale Officine Gomitoli ospiterà la presentazione del libro “Da Barbiana A Scampia: verso la comunità di apprendimento” di Paolo Battimiello e Viviana Reda.

La scuola, oggi, ieri e domani, da Barbiana corre a Scampia in viaggio su di un treno sempre in corsa, quello della formazione. Dagli anni di Don Milani ad oggi sono cambiate molte cose ma ancora troppo spesso la scuola cura i sani e respinge i malati, alimentando l’abbandono e la dispersione scolastica. Ripensare alla scuola nelle tante periferie del Paese significa guadagnare la carta bianca che può continuare a tessere l’utopia dell’inclusione.

Ne discutono con gli autori:
Angelica Viola, cooperativa “L’Orsa Maggiore”
Alessandro Santoro, parroco Comunità “le Piagge” di Firenze
Lorenzo Luatti, Oxfam Italia

Vi aspettiamo @Officine Gomitoli, (ex lanificio) in Piazza Enrico De Nicola 46 Napoli Scala A I piano.

#OfficineGomitoli

Francesca Borri&Paolo Martino @OfficineGomitoli

“Quelli [i migranti] che vedete qui in Italia non sono neppure paragonabili per numero a tutti quelli che ci sono nella sola città di Istanbul eppure c’è la convinzione dello stato di emergenza…convinzione tutta sbagliata perché io i cadaveri sulle spiagge li ricordo fin da piccola…” 

Con queste parole Francesca Borri ha cominciato a raccontare la sua verità, tutto quello che in questi anni ha vissuto sulla sua pelle e visto coi suoi occhi sulle carovane umane che si muovono senza sosta in cerca di un futuro, di una speranza e di una nuova umanità…

Classe 1980, dal suo punto di vista di inviata di guerra, Francesca ci ha aperto occhi e orecchie su mondi a noi totalmente estranei e lontani…chi sono i profughi siriani?

Sono persone che in realtà non vogliono partire…

Sono persone che dall’inizio dall’inizio del conflitto che li ha travolti, non si aspettavano una guerra così…

Sono persone che, quando tutto sarà finito, torneranno a casa e proveranno a ricostruire…

Sono persone la cui unica via di fuga è la strada che da Aleppo porta in Turchia…la strada più bombardata di tutte, dove si spara a qualunque cosa si muova, dove i bordi della carreggiata sono ormai delimitati dai cumuli di cadaveri…dai pezzi delle persone uccise mentre cercavano di scappare…di mettersi in salvo…

Sono persone, persone come noi.

E noi, come le osserviamo?

“Quando metti la camera da presa in un punto, non puoi esimerti dalla responsabilità di averla messa in quel punto e non in un altro.”

Così Paolo Martino, documentarista che frequenta da anni il Medio Oriente, dove ha conosciuto la quotidianità, i sogni e le delusioni dei rifugiati, ha sintetizzato il nostro modo di guardare a quelle persone con la metafora di uno strumento che lui conosce bene: la macchina da presa.

Lo sguardo “da macchina da presa” del mondo occidentale, ha spiegato Paolo, è abituato a guardare a queste persone associando loro soltanto la disperazione, la miseria senza spostare lo sguardo oltre…

Per esempio sul fatto che sono persone dalle mille risorse, dal grande coraggio, dall’infinito ingegno e dalla grandissima determinazione…sul fatto che utilizzano tutti i mezzi che hanno loro disposizione per arrivare dove vogliono…sul fatto che la democrazia (nel senso più antico del termine) non è una cosa che ricercano ma un qualcosa che conoscono meglio di noi…

Ce lo ha mostrato Paolo con questo suo video : La democrazia quotidiana dei migranti: il consiglio di Idomeni. Nel campo di Idomeni, al confine tra Grecia e Macedonia, infatti ogni giorno i migranti si riuniscono in consiglio. Per discutere del loro futuro e delle strategie per attirare l’attenzione del mondo sulla loro situazione disperata.

Riflettendo sul nostro fare di queste persone un semplice oggetto di compassione o, all’estremo opposto, di sfruttamento, Francesca e Paolo hanno sottolineato come chiunque sia fuggito da un filo spinato con i colpi di mortaio alle spalle, meriti  invece da parte di chi lo “accoglie” soltanto UMANITA’.

Un pomeriggio in cui il racconto, la parola e le immagini non hanno semplicemente descritto ma hanno creato, hanno fatto immedesimare, pur rimanendo in disparte…

Un pomeriggio in cui si è preso atto che certe cose esistono…e che se esistono devono e possono essere cambiate.

20161019_165151 20161019_165227 20161019_173227 20161019_173253 20161019_173317 20161019_173706 20161019_181251 20161019_181304

#OfficineGomitoli

Stefano Benni&Giulia Tagliavia @Officine Gomitoli

Più di 300 persone, in un’atmosfera unica, con due grandi artisti che hanno regalato al pubblico una serata emozionante per sostenere progetti di formazione rivolti a ragazze e ragazzi, italiani e migranti…
Una serata di alternanza tra allegria e riflessione, omaggi alla disobbedienza e al blues…
Una serata in cui il suono del pianoforte ha regalato emozioni e perfino un omaggio a David Bowie…
Una serata in cui con delicatezza e professionalità suono e luci hanno reso l’atmosfera calda ed avvolgente…

#OfficineGomitoli

Ph. Emilio Morniroli

img_8482 img_8486 img_8489 img_8492 img_8496 img_8504 img_8515  img_8535 img_8550  img_8556 img_8557  img_8569 img_8563 img_8555

Officine Gomitoli presenta: “Di passi e di respiri” di e con Giuseppe Cederna

“Cosa succede nelle nostre vite- cosa deve succedere- perché qualcosa di quello che viviamo- un incontro, un avvenimento, un libro, uno spettacolo, un film, un viaggio- ci tocchi così profondamente da lasciare un’impronta e diventare parte di noi?”

Domenica 25 settembre alle ore 20:00, il Centro Interculturale Officine Gomitoli,  presenta“Di passi e di respiri”, la performance teatrale di e con Giuseppe Cederna, attore e scrittore italiano, che rappresenta un viaggio sulle orme dei pellegrini e dei camminatori erranti del nostro mondo.

L’iniziativa, organizzata in contemporanea con l’apertura del Festival del buon vivere di Forlì, vuole proporre un’idea di mondo e comunità, dove l’incontro tra differenti, tra italiani e migranti, tra servizi e città, diventa opportunità piuttosto che fili spinati, separazione e paura.

La serata, organizzata in collaborazione con le associazioni “Astrea, Sentimenti di giustizia” e “A voce Alta” e con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli,  avrà ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti.

Per confermare la propria adesione, inviare una mail all’indirizzo officinegomitoli@coopdedalus.org. entro giovedì 22 settembre.

Vi aspettiamo!

#OfficineGomitoli

 

Per Tessere Idee: Presentazione del libro “Tutto quello che non vi hanno mai detto sull’immigrazione”‏

Giovedì 07 luglio alle ore 16.30, Officine Gomitoli presenta un incontro con Gianpiero Dalla Zuanna, Senatore della Repubblica e già Preside della Facoltà di Statistica dell’Università di Padova, nonché co-autore del libro “Tutto quello che non vi hanno mai detto sull’immigrazione”‏, insieme a Stefano Allievi.

Un pomeriggio insieme per riflettere su come l’Italia è diventata nel breve giro di un paio di generazioni da paese di emigrazione sostanzialmente monoculturale a grande porto di mare in cui vivono oggi cinque milioni di stranieri mentre l’immigrazione è da anni al centro del dibattito pubblico e dello scontro politico.
Un pomeriggio per riflettere su come spesso però se ne discuta senza tener conto dei dati di fatto: se in un luogo non ci sono risorse sufficienti per permettere agli uomini di soddisfare le loro necessità e in un altro luogo le opportunità sono sovrabbondanti rispetto agli uomini, un gruppo di abitanti del luogo di partenza si trasferirà inevitabilmente nel luogo d’arrivo. Ed è dunque impensabile che il flusso dei migranti si interrompa.

Di questo e molto altro, ne discuteranno con l’autore Roberta Gaeta, Assessore al welfare del Comune di Napoli; Paolo Battimiello, Dirigente scolastico; Andrea Morniroli, Cooperativa Dedalus e Louis Benjamin Ndong, Associazione Senegalese.

Accompagna la discussione Mariola Grodzka, mediatrice culturale della Cooperativa Dedalus.

#OfficineGomitoli

“Corpus comune”: Sulle rotte dei migranti con Marisa Albanese

Ripercorrere virtualmente e fisicamente le rotte dei migranti.

Questo è il senso di “Corpus comune”, il progetto artistico itinerante di Marisa Albanese che ieri, Giornata mondiale del rifugiato, è approdato al Centro interculturale Officine Gomitoli.

Dando il via al primo di una serie di incontri con cadenza bisettimanale per il mese di giugno, da riprendere poi in settembre, Marisa Albanese ha incontrato un gruppo di giovani migranti (minori e non), provenienti da Gambia, Senegal, Mali, Costa d’Avorio, Benin e Burkina Faso. Dopo un primo momento di normale spaesamento e conoscenza reciproca, i ragazzi hanno preso a parlare, disegnare e a dare spazio alla creatività. Partendo dal ricordo di qualcosa di difficile e doloroso, il momento in cui hanno dovuto lasciare la loro terra d’origine e l’esperienza del viaggio soli, attraversando terre in conflitto e alla volta dell’ignoto, ciascuno di loro ha cominciato a trasformare il dolore in forza creativa ed emozione positiva.

Diretti da Marisa Albanese nella scoperta di piccoli “trucchi del mestiere” (la creazione di nuovi colori, la preparazione di un tavolo da lavoro, l’utilizzo di tecniche) i giovani presenti hanno raccontato le loro storie…silenziosamente, istintivamente, spontaneamente e con forza…superando tra loro e tutti i presenti qualunque tipo di barriera linguistica, timidezza e sfiducia.

Avviando con questo incontro la seconda parte del percorso di “Corpus comune”, dopo la prima parte tenutasi sull’isola di Lampedusa, l’augurio che Marisa fa è però sempre lo stesso: che le energie positive e la forza creativa di questi giovani migranti crei opere pittoriche e/o scultoree e lavori espressivi che andranno a essere parte integrante del Corpus Comune e che raccontino il movimento dei corpi, lo spostamento e il flusso di energia,  obbligando così il “noi” a sentire e vedere come parte di sé  e come bellezza “l’Altro”.


WP_20160620_001

WP_20160620_003

WP_20160620_004

WP_20160620_006

WP_20160620_008

WP_20160620_011

WP_20160620_012

WP_20160620_014

WP_20160620_015

WP_20160620_016

WP_20160620_018

WP_20160620_019

WP_20160620_020

WP_20160620_022

WP_20160620_023

WP_20160620_024

WP_20160620_025

WP_20160620_026

WP_20160620_028

WP_20160620_030

WP_20160620_031

WP_20160620_032

WP_20160620_033

WP_20160620_034

WP_20160620_035

WP_20160620_036

WP_20160620_037

WP_20160620_038

WP_20160620_039

WP_20160620_040

WP_20160620_041

WP_20160620_042

WP_20160620_043

WP_20160620_044

WP_20160620_045

WP_20160620_047

WP_20160620_048

13435322_297575153913695_6583484892133268976_n

13435365_297592727245271_4562562594556461490_n

13450955_297592777245266_5018149493573119747_n

13501624_297592710578606_1488553765654282123_n

13516402_297592827245261_3428501585984072744_n

13521995_297592677245276_1648364723310281641_n

Per Tessere Idee: Officine Gomitoli presenta “Corpus Comune” di Marisa Albanese

In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato del 20 giugno, nei locali del centro interculturale “Officine Gomitoli”, la Coop. Dedalus di Napoli, è lieta di ospitare Marisa Albanese, artista visiva, che presenta Corpus Comune, un articolato progetto nomade partito da Lampedusa che ripercorre virtualmente e fisicamente le rotte degli immigrati.

Corpus Comune è partito da Lampedusa, il luogo simbolo, iperluogo dell’evento migratorio. Lampedusa è il porto di approdo, il posto in cui si arriva per primi, se ci si arriva, e da cui si vuole spostare via per altremete, per avere una vita differente, un destino migliore. Lampedusa è il simbolo dello sbarco, la prima tappa dell’arrivo, e proprio da lì, è iniziato il progetto. La prima parte sull’isola si è svolta con notevoli difficoltà. Prima una breve visita all’Hotspot dove, straordinariamente, l’artista è riuscita a entrare e scattare delle foto. Successivamente, si è tenuto un laboratorio artistico ospitato dal Centro Studi Ibby, no profit organization, con un gruppo di migranti dai 16 ai 27 anni, provenienti da Gambia, Sudan, Darfur… Giorni in cui ci si è incontrati per conoscersi, parlare, disegnare, costruire forme, portare la mente in un vuoto fertile e dare spazio alla creatività.

Nel corso del laboratorio a Lampedusa si sono prodotti opere pittoriche e scultoree, lavori che sono già parte integrante del Corpus Comune.

La seconda parte del percorso si inaugura, non a caso, nella Giornata Mondiale del Rifugiato indetta dalle Nazioni Unite per ricordare la data di approvazione, nel 1951, della Convenzione sui profughi da parte dell’Assemblea generale dell’ONU.

Questa fase prevede un laboratorio con cadenza bisettimanale per il mese di giugno, da riprendere poi in settembre. Il laboratorio di scultura sarà ospitato nel salone centrale di Officine Gomitoli ospiterà un laboratorio di scultura diretto da Marisa Albanese con rifugiati e migranti di ogni età e nazionalità seguiti da varie associazioni attive sul territorio. Si racconteranno storie. Si cercherà di esplorare l’immaginario e la creatività di persone partite alla ricerca di un luogo migliore da abitare e le loro testimonianze. Lo si farà attraverso dei manufatti, con un approccio istintivo, spontaneo, condiviso, capace di superare barriere linguistiche, timidezze e sfiducia.

Il progetto Corpus Comune muove dall’attenzione che da sempre l’artista ha posto nei confronti delle questioni identitarie e delle problematiche sociali e che nei lavori degli ultimi anni si è concentrata sui fenomeni delle migrazioni. Lo sguardo si è focalizzato sui mutamenti intervenuti nello sviluppo della società occidentale nel rapporto uomo/natura e sul portato culturale che inevitabilmente tali migrazioni producono; a fianco di una prospettiva che vede nell’accelerazione dei movimenti migratori una questione da gestire sia sul piano umanitario, sia su quello politico per renderla non più solo un “problema”, ma soprattutto un’opportunità di vita per milioni di persone, vi è anche l’inevitabile constatazione che la cosiddetta “crisi umanitaria” segni, soprattutto, l’emergere di una crisi radicale di un modello di vita e di relazione con gli altri fondato sul dominio e sullo sfruttamento, modello che ha governato per secoli il pensiero – e la pratica – della società occidentale. I rifugiati sono la cartina di tornasole di una crisi forse irreversibile di un modello di società e di visione del mondo che ha confuso l’ottimismo della globalizzazione con forme antiche e nuove di sfruttamento. Il lavoro di Marisa Albanese pone questo evento epocale in relazione con temi quali il movimento dei corpi, lo spostamento e il flusso di energia e le ripercussioni socio-politiche sulla nostra società di un mondo non più eurocentrico ma obbligato a “sentire” e vedere come parte di sé l’altro che arriva.

Temi e prospettive che sono coerenti con le modalità che da sempre la Dedalus utilizza nel suo lavoro quotidiano con le persone migranti, fuori da logiche meramente assistenziali, ma centrate sulla partecipazione e l’emancipazione delle donne e degli uomini che entrano in contatto con i servizi. Così come “Officine gomitoli” vuole essere luogo, anche in questo caso in modo coerente all’esperienza artistica di Marisa Albanese, dove l’incontro tra differenze produce bellezza e cultura, diventa occasione di benessere per tutta la comunità.

Questo percorso che avrà altri step, in altri luoghi e in altri Paesi, seguendo anch’esso il proprio destino nomade, non solo vuole denunciare, ma, soprattutto, ritrovare altre forme di vita, dignità non ancora spezzate, presenze che si consegnano alla vita.

«Umuntu ngumuntu ngabantu» «Io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo» (motto dell’etica filosofica Ubuntu)