Culture Migranti @Officine Gomitoli

Germania, Francia e Spagna si sono incontrate a Napoli venerdì 19 e sabato 20 maggio per “Culture Migranti: danza, musica e arte senza frontiere”, un’iniziativa degli Istituti di Cultura europei (EUNIC Napoli ovvero Goethe-Institut, Institut Français e Instituto Cervantes) in collaborazione con la cooperativa sociale Dedalus.

Due giorni con artisti internazionali e rappresentanti di diverse realtà e cooperative sociali europee, per promuovere e sviluppare uno scambio di esperienze tese a testimoniare e a valorizzare l’integrazione attraverso la cultura e l’arte, in particolare dei giovani.

La due giorni è stata inaugurata venerdì mattina con la tavola rotonda dal titolo “La Cultura come integrazione. Esperienze Migranti” che ha visto il racconto di tre importanti testimonianze provenienti appunto da Francia, Spagna e Germania.

Dopo il momento di saluti istituzionali fatti sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, e una breve presentazione della giornata e della genesi del progetto avviata da Elena de Filippo, presidente Dedalus cooperativa sociale, e maggiormente dettagliata da Jean-Paul Seytre, console generale di Francia a Napoli e direttore dell’Institut français Napoli, Maria Carmen Morese, direttrice Goethe-Institut, Luisa Castro Legazpi, direttrice Instituto Cervantes Nápoles, si è dato avvio al racconto delle testimonianze di tre realtà ed esempi differenti di cooperative sociali che promuovono ogni giorno, concretamente, l’integrazione attraverso l’esperienza e la conoscenza dell’arte.

Attraverso l’introduzione di Piero Sorrentino, giornalista e conduttore della trasmissione Zazà di Radio 3 Rai, che ha moderato il dibattito, a dare inizio agli interventi è stata Sarah Affani, responsabile del polo Passion di Singa France, che ha raccontato come l’associazione SINGA, fondata nel 2012 e attualmente una comunità di 20,000 membri, attraverso eventi culturali aiuta l’integrazione, accompagna alla formazione professionale e soprattutto è una piattaforma di scambio tra la società civile e i rifugiati, mirando a favorire la creazione di spazi e strumenti di incontro, scambio e collaborazione culturale, sociale e imprenditoriale tra i rifugiati e richiedenti asilo e le comunità ospitanti.

Subito dopo è stata la volta di Salma Jreige, direttrice del Progetto Multaka: Treffpunkt Museum (Multaka: il museo come punto di incontro) fondato nel 2015. Salma ha raccontato come, nel dicembre 2015, il Museo di Arte Islamica di Berlino, in collaborazione con altri 3 musei berlinesi, ha dato avvio al progetto mirato a insegnare a rifugiati e immigrati provenienti da Siria e Iraq a diventare guide nei musei affidando loro il ruolo di guida-tour per i rifugiati nella loro lingua madre. Salma ha raccontato anche come a questo progetto partecipano attualmente altri 4 musei adiacenti, che assieme ricoprono temi che vanno dall’antico Medio Oriente, Bisanzio, il periodo islamico fino alla storia tedesca più recente, creando così una connessione fra il patrimonio culturale dei paesi d’origine dei visitatori con la storia del nuovo paese che li accoglie. Focalizzando l’attenzione sul fatto che in lingua araba “multaka” significa “punto di incontro” e che il progetto ha organizzato seminari interculturali che hanno facilitato sia i rifugiati che i madrelingua tedeschi ad incontrarsi fra loro, Salma ha concluso il suo intervento con un focus su quello che è stato (e attualmente è) l’obiettivo del progetto: favorire una partecipazione culturale attiva attraverso un processo di appropriazione delle istituzioni culturali.

Dopo Francia e Germania, è stata poi la volta della Spagna che attraverso le parole di Quim Guinot, direttore della Fundación Soñar Despierto,  ha raccontato come la fondazione abbia avuto origine dalla Asociación Juvenil Soñar Despierto fondata in Messico nel 1998 come risposta attiva di un gruppo di ragazzi a tutte le gravi carenze e minacce che quotidianamente  affrontano bambini e adolescenti. Nel suo racconto, Quim Guinot ha sottolineato come la Asociación Soñar Despierto nata poi a Barcelona nel 2000, si sia data come chiaro obiettivo quello di aiutare i bambini a rischio di esclusione sociale, che vivono in centri di accoglienza, istituti per l’infanzia e comunità di pronta accoglienza, con l’appoggio di persone che hanno voglia di dare il meglio di sé per gli altri.

A chiudere gli interventi di racconto dell’esperienza, non poteva mancare la parte italiana rappresentata proprio dalla Cooperativa Sociale Dedalus e raccontata dalle parole della presidente Elena de Filippo che ha raccontato come la Dedalus, con un’esperienza di oltre 36 anni nel campo della ricerca, progettazione e gestione di servizi a valenza sociale, interviene quotidianamente nel campo delle problematiche connesse all’esclusione sociale delle fasce deboli, dell’economia del territorio e dello sviluppo locale, con particolare interesse alle tematiche inerenti i flussi migratori e ai diritti e doveri delle persone migranti nei loro percorsi di emancipazione e cittadinanza. Focus del suo intervento è stato il racconto delle attività portate avanti al Centro Interculturale “Officine Gomitoli”, un luogo uno spazio di pratiche e produzioni tese a supportare l’incontro interculturale e la convivenza  e la convivenza delle differenze, un’officina, appunto, finalizzata a promuovere opportunità sociali e personali degli adolescenti e dei giovani migranti e italiani del territorio, un presidio che sta diventando sempre di più luogo di riferimento stabile e appetibile, per la realizzazione di attività ludico-ricreative e per lofferta di spazi permanenti di socialità e incontro dove giovani italiani e stranieri possano trovare processi condivisi di costruzione di competenze utili al loro futuro.

La mattina si è poi conclusa con gli interventi dei tre artisti internazionali invitati dagli Istituti stranieri Darío Alvarez-Basso, Nadeeya GK e Babou Bojang, ognuno portavoce della propria storia ed esperienza d’integrazione culturale.

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La giornata di venerdì e poi continuata con l’avvio dei lavori  in contemporanea dei tre workshop presso i locali di Officine Gomitoli e del Lanificio25… un pomeriggio di arte…danza…e musica!

Con Darío Alvarez-Basso, artista plastico ispano-spagnolo nato a Caracas ed in seguito trasferitosi in Spagna, i ragazzi che hanno partecipato al workshop hanno realizzato “Il cammino del serpente”. Dipingendo a piedi nudi, utilizzando proprio i piedi e i corpi gli degli altri, hanno formato un’unica entità collettiva finale. Sentendo l’esperienza artistica come strumento di comunicazione del subconscio di gruppo, come strada efficiente di espressione di sentimenti, emozioni, sensazioni ed esperienze, come strumento educativo e sociale aperto a tutti i ragazzi hanno dipinto il corpo del serpente (il suo cammino vitale), seguendo il ritmo della musica.

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Con Nadia Gabrieli Kalati, in arte “Nadeeya”, giovane ballerina urbana (House Dance/Krump/Afro) italo-camerunese, le ragazze che hanno preso parte al workshop di danza per Culture Migranti hanno conosciuto l’afro house spirit, un concetto creato da Ousmane “Babson” Sy, punto di riferimento sia nazionale che internazionale per quanto riguarda la danza urbana. La performance che hanno realizzato le ha viste danzare gli step basici della house dance ma con lo spirito afro, percependo la danza come un linguaggio universale.

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Con Babou Bojang, rapper di origini gambiane in Gambia emigrato in Germania nel 2006,  i ragazzi che hanno scelto di prendere parte al workshop di musica rap hanno creato il brano “Dream team”. Il laboratorio tenuto per Culture Migranti, infatti, ha avuto l’obiettivo di scrivere e presentare insieme proprio una canzone rap, aumentando così le competenze sociali e la creatività dei ragazzi e delle ragazze. Il workshop si è svolto in più fasi, partendo da esercizi di allentamento, di ritmo e di voce, sviluppando insieme un tema per la canzone, studiando i diversi metodi per scrivere un testo, e, infine, imparando a mettere le loro parole in musica…registrandosi!

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Il giorno successivo, sabato 20 maggio, i lavori dei workshop sono andati avanti…tra ultimi ritocchi di pittura, prove generali di danza e riscaldamento della voce i ragazzi e le ragazze si sono prepararti al debutto.

Nella serata di sabato infatti, negli spazi del Lanificio25 si è tenuta la Festa di “Culture Migranti”

Ospite d’eccezione della serata, presentata da Marialuisa Firpo, è stata l’artista e cantante di origini tunisine M’Barka Ben Taleb, che ha raccontato la sua concreta d’integrazione culturale della nostra città.

Nel corso della serata, alla musica di M’Barka, sono seguite le performance di musica, danza e arte realizzate durante i laboratori creativi a cura dei tre artisti e che hanno visto protagonisti giovani, migranti e non, di diverse  nazionalità (Italiana, Nigeriana, Ucraina, Algerina, Tunisina, Senegalese, Rumena, Egiziana, Colombiana, Marocchina, Eritrea, Gambiana, Beninese, Bengalese, Bulgara).

La Festa di Culture Migranti si è poi conclusa con un brindisi alla cultura, straordinario strumento di integrazione per un nuovo mondo migrante, senza frontiere.

L’evento è stato patrocinato dal Comune di Napoli e dall’Accademia di Belle Arti di Napoli, con la cooperazione  Wine&theCity  2017 e di Made in Cloister.

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