Cittadinanza e radici in coro @Officine Gomitoli

Si è ripartiti, più carichi che mai, con una nuova stagione piena di musica ed emozioni, accompagnati dalla sapiente guida di Olimpia!

Il gruppo è formato dallo zoccolo duro dell’anno scorso, ma c’è anche qualche nuova leva che non vede l’ora di cantare. Fin dal primo incontro, Olimpia ha introdotto i ragazzi e le ragazze al tema di questo nuovo anno: la cittadinanza e le radici che, come un filo conduttore, collegherà tutte le attività di Officine Gomitoli.

Subito tutt*coinvolti nella costruzione del progetto, perché tutt* possano dire la propria e declinare la tematica secondo le proprie esperienze di vita, sensibilità e gusti musicali.

Così è partito il primo brain storming: quali sono le canzoni che parlano di radici?

Quali artisti hanno trattato, nella storia della musica, questo tema tanto sociale quanto estremamente personale? Ecco venir fuori le prime proposte, canzoni dialettali come “Li radici ca tieni” dei Sud Sound System, cantautorali come “Khorakhanè-a forza di esser vento” di de Andrè, di genere pop come “No roots” di Alice Merton, fino alle proposte musicali più recenti come “Kashmir Kashmir” di Cesare Cremonini.

Le idee non mancano, non resta che cantare!

Nel susseguirsi degli incontri, il gruppo si infoltisce sempre di più, contando nuovi arrivati dalla Nigeria, Pakistan e Sri Lanka. Il tema della cittadinanza e delle radici guadagna così potenzialità inaspettate e, nel frattempo, gli incontri iniziano a focalizzarsi anche su tecniche di vocalizzi ed esercizi di respirazione, accompagnati da immagini e grafici esplicativi, a cui segue una parentesi sulle voci black e la nascita del jazz in America…

Per rispettare il tema del laboratorio, arriva la proposta di studiare la canzone “No roots” … ma, nella solita fase di brain storming, Fatima fa conoscere ai compagni e alle compagne alcune canzoni pakistane classiche e pop, di cui tutti si innamorano al punto da approfondire il discorso sui generi musicali tradizionali.

Scegliendo di ripetere “No roots”, tutt* vengono coinvolti da Olimpia in un esperimento interessante: ognuno riceve un foglietto sul quale scrivere ciò che pensa, ciò che vive, ciò che sente sulle proprie origini, sulla propria vita, sulle proprie radici. Ognuno può scrivere nella lingua che sente più familiare. I bigliettini sono anonimi e vengono letti ad estrazione. I risultati sono emozionanti: pensieri profondi, ingenui, sinceri, poetici, anche vere e proprie strofe con tanto di ritornello, sulla libertà, sull’amore, sull’appartenenza, sul desiderio di cambiare il mondo. I giovani mostrano tutta la loro forza rivoluzionaria. I pensieri vengono raccolti e saranno montati per costruire la canzone finale, con qualcuno che scopriamo essere un astro nascente del pianoforte.

Così si va avanti, ogni incontro con una scaletta bella fitta di compiti: il riscaldamento vocale, gli esercizi divertenti per preparare la voce al canto (come il “bubbling” e il soffio della candelina), le prove della canzone “No roots” e,  infine,  le attesissime esibizioni libere.

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