Gli insegnanti tra stabilizzazione e mobilità@ Officine Gomitoli

Partenze, arrivi, ritorni, pendolarismi sono all’ordine del giorno per chi ha a che fare con la scuola.

Sveglia alle 4 del mattino, km di viaggio complessivi con Frecciarossa, treni locali, autobus, per una durata indefinita di ore di viaggio tra andata e ritorno. Difficile la vita degli insegnanti oggi e forte la presenza di working poors anche nel settore della pubblica amministrazione, tradizionalmente associato a stabilità e garanzia di reddito.

Di questo e di molto altro si è discusso alla presentazione del libro In cattedra con la valigia, a Officine Gomitoli.

La mobilità territoriale è un elemento distintivo del lavoro nella scuola da lungo tempo, ma con la legge sulla «Buona Scuola» del 2015 è balzato all’attenzione dell’opinione pubblica, suscitando polemiche e conflitti di vario tipo e coinvolgendo sia i precari sia il personale di ruolo. Il tema della migrazione degli insegnanti sul territorio nazionale è oggi sulla bocca di tutti: docenti, famiglie, funzionari, dirigenti, studenti. Il libro, per la prima volta, affronta proprio la questione in modo esaustivo e con un rigoroso approccio scientifico, grazie al coinvolgimento di un nutrito gruppo di studiosi appartenenti alle discipline più diverse: storici, demografi, sociologi, pedagogisti, storici dell’educazione.

Introdotto da Andrea Morniroli e commentato in un dialogo a più voci con gli autori, il libro è stato presentato attraverso una ricostruzione del fenomeno che racconta partendo da dati statistici inediti, da indagini sul campo in territori particolarmente caratterizzati dalla presenza di insegnanti provenienti da altre regioni, dalla storia della mobilità del personale scolastico nel corso dell’Italia contemporanea.

Il contributo della ricerca scientifica ha permesso di affrontare la questione al di fuori degli stereotipi e delle strumentalizzazioni, mettendo in relazione le migrazioni degli insegnanti con le sfide decisive che oggi si pone la scuola pubblica, ma allo stesso tempo contestualizzando questa mobilità nello scenario complessivo delle migrazioni più recenti.

Quali sono i modelli migratori che emergono?

Quale l’impatto sull’andamento della scuola pubblica?

Quanti sono effettivamente i docenti che si spostano da una parte all’altra del paese?

Si possono mettere in relazione gli attuali spostamenti con quelli del passato?

Le migrazioni degli insegnanti sono diverse o simili a quelle di altri lavoratori e lavoratrici?

Il confronto ha così intenso rilanciare il dibattito sulla scuola e sulle migrazioni, proponendo un approccio innovativo basato sul confronto tra le scienze sociali a partire da uno sguardo alle contraddizioni della realtà.

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