I primi mesi di “passione” al pastificio: il bilancio di tutor e utenti

SAN CATALDO (CL) – I lavori al pastificio InSemola procedono di buona lena. In cucina echeggia il buon umore e ogni utente svolge una mansione. Il bilancio a quattro mesi dall’avvio dell’attività commerciale è positivo. Su questo i due tutor, Lucia e Ivan, concordano con i ragazzi che hanno svolto il primo ciclo di formazione e che adesso si troveranno a loro volta a vestire i panni degli insegnanti per i nuovi utenti del “Progetto Mani in Pasta”. Il percorso sarà lo stesso: corsi di formazione all’autoimprenditorialità, visite guidate nelle aziende agricole e il confronto costante con il team di psicologhe che li guiderà passo dopo passo.

Insomma, il primo progetto dedicato all’inserimento lavorativo di persone con disabilità psichica in provincia di Caltanissetta procede a gonfie vele e si è anche allargato. Da dicembre, infatti, il pastificio ha aperto le porte a Stanley, giovane ospite dello Sprar “I Girasoli”. Curiosando tra le stanze del pastificio si tocca con mano l’entusiasmo che anima i ragazzi. “Dall’esperienza vissuta nella fase apertura del pastificio e in quella precedente di formazione ho visto la passione di questi ragazzi crescere giorno dopo giorno”, conferma il tutor Ivan Giordano. “Mi emoziona vederli armeggiare con gli utensili da cucina e proporre soluzioni originali ai mille problemi che incontriamo ogni giorno”, spiega. E sul futuro dei suoi giovani aiutanti sembra non avere dubbi. “Sono certo che ogni mansione svolta al pastificio sarà immagazzinata come prezioso bagaglio di esperienza e spero che in tanti abbiamo la possibilità di lavorare nel settore”.

“Ho insegnato loro molte cose, ma da loro ho soprattutto imparato tanto”, racconta. Lucia La Fisca è l’altro tutor che segue i ragazzi al pastificio e conferma le impressioni del collega. “Ogni giorno i ragazzi si impegnano in cucina senza risparmiarsi e spesso propongono soluzioni originali ai problemi che ci troviamo ad affrontare”, spiega Lucia. “Ogni giorno traggo entusiasmo dalla passione che esprimono i ragazzi in modo contagioso”, racconta spiegando che il passaggio più burrascoso è stato quello del contatto con il pubblico. “All’inizio c’era un po’ di paura”, dice. Eppure, qualche utente è riuscito “a superare il timore iniziale”.

Se qualche ragazzo si lascia vincere dalla timidezza, c’è chi ne approfitta e traccia un proprio bilancio senza peli sulla lingua. “All’inizio ero un po’ scettico perplesso poi via via le cose sono cambiate”,racconta. “Ero scettico sulla possibilità di trovare un lavoro, ma come attività lavorativa mi piace: mi trovo molto bene”, conferma. “Resterei qui a lavorare ma questo si vedrà, comunque penso di avere trovato la mia strada “, dice il ragazzo che subito sgattaiola in cucina perché la giornata si profila impegnativa e non c’è tempo da perdere.

 

Roberta Fuschi, responsabile comunicazione “Progetto Mani in Pasta”

Lavoro di squadra e solidarietà: gli ingredienti di “Mani in Pasta”

San Cataldo. Un laboratorio di pasta fresca che nasce nell’entroterra siciliano per dare opportunità lavorative a persone affette da disabilità psichica. Questa è la mission di “Mani in Pasta”, il primo progetto d’inserimento lavorativo per questa tipologia di utenti in provincia di Caltanissetta, promosso dalla Cooperativa Controluce e sostenuto da Fondazione CON IL SUD. Da nove mesi il nostro staff si è gettato anima e corpo per sviluppare un progetto ambizioso, che affonda le sue radici nel lavoro di rete e la partnership tra pubblico e privato. Il Distretto Socio Sanitario 11, il Modulo Dipartimentale di Salute Mentale dell’ASP di Caltanissetta, il Mo.V.I., Slow Food – Condotta di Enna, Trecentosessantagradi A.P.S sono i nodi di questa rete. All’inizio di quest’avventura ci siamo chiesti quali fossero le carenze del nostro territorio, individuando all’interno di una vasta porzione di territorio, (San Cataldo, Serradifalco, Montedoro, Milena, Bonpensiere e Marianopoli), abitata da 38000 persone, una scopertura a livello di servizi socio sanitari causata da politiche di centralizzazione delle strutture nel capoluogo di provincia. Da qui l’idea di mettere al servizio della collettività il patrimonio di esperienze maturato dal team di psicologhe della Cooperativa Controluce nell’accompagnamento dei pazienti affetti da disabilità psichica verso una progressiva autonomia. Sulla scorta dei gruppi appartamento, abbiamo immaginato un progetto che mettesse gli utenti nelle condizioni di apprendere un mestiere e rendersi autonomi attraverso l’ingresso nel mondo del lavoro.

Da qui prende le mosse l’idea di avviare un percorso di formazione e la creazione di un laboratorio di pasta fresca nel quale mettere a frutto le competenze acquisite. Al centro del progetto c’è l’intenzione di consentire agli utenti di tessere rapporti interpersonali e di mettere le famiglie dei beneficiari in relazione tra loro coinvolgendole in tutti gli step progettuali. In attesa che siano conclusi i lavori di ristrutturazione dell’immobile che ospiterà il pastificio sono iniziati i primi colloqui per individuare i beneficiari e stilare con loro il PILI. Un acronimo che indica il progetto d’inserimento lavorativo individualizzato cioè uno strumento che mette al centro i pazienti consentendo loro di tracciare il percorso che intendono intraprendere. Il terzo passaggio del progetto prevede il lancio di un vero e proprio marchio etico: la pasta fresca prodotta in laboratorio sarà così veicolo di valori solidaristici e strumento per promuovere il consumo critico e di rimando il sostegno sociale ai soggetti svantaggiati.

(Roberta Fuschi, responsabile comunicazione del “Progetto Mani in Pasta”)