Mani in Pasta, il gruppo si mette “in cammino”

SAN CATALDO (CL) – Desideri, speranze, paure. Sono solo alcuni dei temi emersi dalle prime riunioni del gruppo economico-relazionale, coordinato dalla psicologa Claudia Giammusso. I primi beneficiari del progetto Mani in Pasta, iniziano così a fare gruppo. Gli utenti si sono confrontati intervistandosi a vicenda. “Praticamente è venuto fuori il tema del conoscersi per essere un gruppo coeso che funziona. Attraverso la mia sollecitazione abbiamo pensato a quelli domande potessero essere significative da porsi a vicenda per conoscersi”, racconta Claudia.  Ecco quali domande hanno proposto i ragazzi: Come ti descriveresti con due aggettivi? Quali sono i tuoi hobby? Che cosa ne pensi del lavoro al pastificio? Quali sono i tuoi progetti futuri? Se potessi fare un viaggio dove vorresti andare? Dove ti vedi tra cinque anni?

Il filo conduttore del dibattito è stato il tema del viaggio. Mani in Pasta, in fondo, è un’avventura. “Ho proposto l’idea che probabilmente il gruppo stesse parlando inconsciamente del viaggio che sta facendo con in progetto e da lì ho chiesto cosa metterebbero in valigia”, spiega Claudia. Che cosa stanno mettendo in valigia i nostri ragazzi per affrontare questo viaggio? Fiducia, esperienza, emozioni, ricordi, coraggio e buona volontà. Che il viaggio abbia inizio.

(Roberta Fuschi, responsabile comunicazione del “Progetto Mani in Pasta”) 

 

 

 

 

 

Chi semina bene raccoglie buoni frutti

CALASCIBETTA – Prosegue a gonfie vele il viaggio degli utenti del progetto “Mani in Pasta”. Aprile è stato per loro un mese particolarmente instenso e proficuo come dimostra  la prima giornata di formazione curata dai partner di Slow Food-condotta di Enna. I primi cinque beneficiari del progetto Mani in Pasta hanno infatti trascorso una splendida giornata a Calascibetta nell’azienda agricola Sorelle Turco (Pane di Tumminia). Qui hanno conosciuto Silvia, grande lavoratrice, che insieme alla sorella Gae porta avanti la tradizione di famiglia.

Un viaggio inziato dalla storia fino alla lavorazione dei grani antichi. “Questa prima uscita formativa ci ha permesso di entrare con tutti i sensi nel regno dei grani antichi: un’occasione importante per far amalgamare il gruppo che, tra le altre cose, si è impegnato in una simbolica semina e che comincia a far esperienza di questo nuovo mondo”, racconta la psicologa Marta Cortese, responsabile del progetto Mani in Pasta.  In maniera simbolica e propiziatoria, i ragazzi hanno seminato quattro tipologie di grani: tumminia, bidì, maiorca e preziuso. Il nostro pastificio presto ne ospiterà le spighe. Del resto, chi semina bene…raccoglie buoni frutti!

(Roberta Fuschi, responsabile comunicazione del “Progetto Mani in Pasta”)