La Rete che Volontariamente Integra: sostegno alla genitorialità attraverso il volontariato.

Il progetto “La Rete che volontariamente Integra” propone un programma di sostegno alla genitorialità che ha come motore di realizzazione il Volontariato, inteso come elemento essenziale per favorire una Comunità partecipata, in cui i membri sono impegnati nella costruzione di un progetto educativo che preveda obiettivi comuni di crescita e benessere delle famiglie e un sostegno al ruolo genitoriale che risponda al bisogno del minore e della famiglia stessa, alla comunicazione e condivisione dei principi di solidarietà, reciprocità e collaborazione, in cui la famiglia è parte di un gruppo che la sostiene e cresce con lei.

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Con l’attivazione di interventi di promozione del volontariato tesi a rafforzare ed ampliare la Rete locale, si offrirà il sostegno e l’accompagnamento alle famiglie con disabili e straniere, nella gestione delle problematiche e dei disagi, adottando misure di prevenzione dell’emarginazione sociale e favorendo sia il benessere individuale che di tutta la comunità.

Il progetto vuole affrontare il disagio dell’esclusione e della marginalità sociale, specialmente quello delle categorie dei soggetti a rischio: famiglie con disabili e di stranieri.

Famiglie e disabilità. Nello specifico le difficoltà che fronteggiano quotidianamente i disabili e le loro famiglie sono legate all’accettare una diversità inattesa con tutte le problematiche più o meno gravi ad essa correlate. Comprendere in che modo portare avanti il compito della cura non è per niente semplice. L’ambiente protetto dell’ospedale in un certo senso sostiene la coppia nei primi mesi di vita. In questa prima fase del percorso gli operatori sanitari hanno il compito di favorire l’instaurarsi del delicato rapporto genitori-figlio, aiutano i genitori stessi a comprendere le esigenze dei figli ed insegnano come accudirli. Ma è in seguito al rientro a casa che si presentano le difficoltà: il trovarsi da soli spesso rende insicuri circa la propria capacità di gestire ed affrontare i problemi quotidiani, manca spesso un sostegno non solo fisico ma anche e soprattutto psicologico. Sostenersi e non sentirsi i soli rende più forti o meno fragili.

Famiglie straniere e figli. Dall’analisi del contesto effettuata emerge che il fenomeno dell’immigrazione sta interessando sempre di più il territorio in oggetto e sta comportando trasformazioni che coinvolgono in misura crescente l’intero assetto sociale, culturale ed economico dello stesso. Oggi la migrazione è rappresentata più da nuclei famigliari che da singoli, che devono inserissi in un contesto culturale nuovo e sconosciuto, spesso da comprendere. Gl indulti devono imparare a conoscerli, mentre i loro figli  si ritrovano spesso a costruire un’identità collocata tra due mondi (di origine e di accoglienza) rendendo difficile una piena realizzazione della soggettività. La vulnerabilità della coppia, i problemi di inserimento sociale, le difficoltà linguistiche e culturali rappresentano ostacoli che impediscono ai genitori di di comprendere anche le difficoltà dei figli, di dedicare loro l’attenzione di cui necessitano e di sentirsi capaci di rappresentare ai loro occhi un punto di riferimento al sostegno educativo scolastico. La presenza di famiglie straniere ed in particolare dei loro figli richiede quindi, l’ampliamento di una prospettiva interculturale capace di ascoltare e rispondere in modo adeguato ai loro bisogni.

Dall’osservazione di tali esigenze e difficoltà nasce “La Rete che volontariamente Integra”: un progetto che offre il sostegno e l’accompagnamento alle famiglie con disabili e straniere nella gestione delle problematiche e dei disagi, adottando misure di prevenzione dell’emarginazione sociale e favorendo il benessere della comunità.

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