Il Quercino, un nuovo occupante per le cassette-nido di BIO.FOR.POLIS

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Quercino (Eliomys quercinus)

Prosegue il controllo delle cassette-nido (nest-box) per il moscardino installate nella Riserva del Tirone e sopravvissute agli incendi di luglio scorso.

Anche stavolta non sono mancate le sorprese. In due diversi siti le cassette erano occupate da nidi costruiti di recente. In uno dei due siti, localizzato in un ginestreto bruciato,  tutte e  tre le nest-box erano occupate da nidi. Nidi diversi da quelli del moscardino, soprattutto per la presenza preponderante di muschio e per l’arricchimento con piume e penne di uccello, in questo caso quelle azzurro sgargiante di una ghiandaia.  Il costruttore dei nidi ed occupante una delle nest-box è il quercino (Eliomys quercinus) un altro gliride, parente del moscardino.

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Il quercino o topo quercino è il meno arboricolo dei tre gliridi (ghiro, quercino e moscardino) presenti nella Riserva del Tirone. Ha dimensioni intermedie tra il moscardino e il ghiro ed una dieta più carnivora degli altri due, in quanto si alimenta anche di insetti, nidiacei di uccello e piccoli roditori, oltre che di frutti e frutta secca. Come il moscardino anche il quercino trascorre il periodo invernale in letargo (ibernazione) ed è a partire da ottobre che questi animali iniziano a costruire il nido in cui ibernare. L’incendio ha probabilmente ridotto la disponibilità di siti di ibernazione per i gliridi, avendo bruciato e/o fatto cadere molti alberi con cavità. Anche il suolo è stato devastato dalle fiamme in molte parti della Riserva. Per questo diventano ancora più importanti le cassette-nido di BIO.FOR.POLIS posizionate ad una altezza adeguata sia per il moscardino che per il quercino, e idonee ad ospitare questi animali durante il letargo.

Il quercino, pur non essendo inserito tra le specie di interesse comunitario della Direttiva Habitat, è considerato una specie quasi minacciata a livello globale (Bertolino et al. 2008) e nazionale (Amori et al. 2013), mentre in Campania è considerato vulnerabile (Capasso e Carpino 2012).

In un altro sito una cassetta era occupata da un nido di muschio…e una nidiata di uno o pochi giorni. I piccoli, nudi e cechi, sono stati percepiti dal calore che si sentiva avvicinando la mano al nido. Il muschio e le foglie sono stati spostati il minimo per verificare che ci fossero animali. Abbiamo ricoperto tutto appena intravisti i piccoli. Torneremo presto quando i piccoli avranno il pelo e sarà possibile identificare la specie. Dato il periodo riproduttivo tardivo è probabile si tratti di quercino o di topo selvatico.

L’azione di sistemazione dei rifugi artificialie e cassette-nido prevista da BIO.FOR.POLIS prosegue anche con l’apposizione di nuovi dispositivi nella Riserva di Castelvolturno. Si tratta delle bat-box per i chirotteri (pipistrelli). Ne sono state prodotte dalla falegnameria dell’UTCB, ed acquistate, diverse tipologie. Alcune saranno posizionate nel settore della Riserva che ospita lo stagno temporaneo retrodunale. Altre in un ampio settore intermedio ed altre nel settore che ospita il Posto Fisso dell’UTCB. In quest’ultimo settore l’installazione è iniziata a luglio (foto sotto).

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